sabato 9 maggio 2009

Berlusconi: "Gradimento al 75% malgrado la campagna di falsità"


TORINO - Il Pdl al 45% e il gradimento per il presidente del Consiglio al 75%. In un intervento telefonico alla festa per l'Europa organizzata dal Popolo della libertà a Torino, Silvio Berlusconi, scusandosi per la mancata presenza ("ho un fastidioso male al collo"), sfodera "i sondaggi della settimana" e torna indirettamente sulla vicenda del divorzio: "Mi aspettavo un calo legato alla battaglia mediatica nei miei confronti scatenata sulla base di un cumulo di falsità, invece gli italiani hanno capito bene, in maniera intelligente".

Come spesso accade in queste occasioni, il discorso del premier è a tutto campo. Dalla crisi "non ancora finita ma il peggio è alle nostre spalle" alla Fiat che "sta realizzando un sogno che ci rende tutti orgogliosi", dalla polemica sulle candidate del Pdl all'Europarlamento "non veline ma plurilaureate" all'Unione europea che avrebbe bisogno di "un premier prestigioso come Aznar o Blair" e di "un drizzone".

Gradimento premier al 75%. "Ho ricevuto questa mattina i sondaggi della settimana - afferma Berlusconi - il Pdl è al 45% e il gradimento del presidente del Consiglio è al 75%. Significa che tre italiani su quattro apprezzano l'operato del governo. Questo credo sia significativo perché in un momento di crisi economica, risultati simili non si registrano in nessun altro Paese europeo. Avevamo detto che il nostro obiettivo era arrivare al 51% e siamo sulla strada giusta". "Mi aspettavo un calo di gradimento verso di me - aggiunge il premier - ma questa campagna mediatica che si è scatenata in questi ultimi giorni sulla base di un cumulo di falsità, è stata letta dagli italiani con intelligenza".

"Porta a Porta? Sono stato costretto". Berlusconi ha quindi giustificato la propria partecipazione a Porta a Porta dicendo che è non è andato al programma di Bruno Vespa "volentieri, ma costretto dai giornali che hanno costruito un castello di accuse false ed infondate per colpire me come leader della maggioranza, perché di questa maggioranza e di questo leader non possono accettare un consenso così elevato".

"Non abbiamo veline in lista". E sempre sul tema della 'campagna mediatica' e delle ragioni che ne hanno determinato l'avvio, Berlusconi ha ripetuto che alle elezioni europee il Pdl non ha "candidato veline, ma plurilaureate che parlano più lingue, manager che sanno lavorare bene e non hanno nulla da nascondere". Poi sull'argomento non ha fatto mancare la battuta: "La prossima volta che vengo sul lago se proprio ci tenete posso portare tutte le veline", ha detto al coordinatore regionale del Pdl, Enzo Ghigo, che reclama la sua presenza sia a Torino sia sul lago Maggiore (il premier ha appena acquistato una residenza al confine tra le province di Novara e del Verbano Cusio Ossola).

"Crisi, il peggio è alle spalle". Il presidente del Consiglio ha toccato anche temi economici: "La crisi certamente non è finita, ma il peggio è alle nostre spalle", ha assicurato ribadendo poi che "questa è una crisi in gran parte psicologica". "Tre sono le priorità: portare l'Italia fuori dalla crisi, ricostruire l'Abruzzo e stare vicini ai cittadini che hanno bisogno, a quelli che hanno perso o stanno perdendo il lavoro", ha aggiunto. E per questi ultimi ha prospettato "corsi per nuove professionalità, magari pagando la loro presenza in maniera tale da poter aggiungere, a quello che prendono con la cassa integrazione, altri soldi che li possano portare per sei mesi ad avere un introito vicino a quello che avevano con il loro posto di lavoro".

Un "drizzone" all'Europa. L'Unione Europea, ha affermato Berlusconi, avrebbe bisogno di un "drizzone", innanzitutto attraverso una vera leadership: "Servirebbe un premier prestigioso, come Aznar o Blair, che resti in carica per almeno tre anni". Anche perché, a giudizio del Cavaliere, "da parte dei cittadini le istituzioni comunitarie sono percepite come troppo lontane. L'Europa necessita di un rafforzamento anche per combattere una sorta di oligopolio degli Stati Uniti e della Cina che alla fine decidono per noi".

(9 maggio 2009)

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