4 Maggio 2009
Una separazione a mezzo stampa, il privato familiare che si fa pubblico e diventa politico. L’annunciata fine del legame tra Silvio Berlusconi e Veronica Lario, per iniziativa (provocata) di quest’ultima, è stata infatti la principale notizia di "politica interna" del lungo fine settimana del 1° maggio. E i due coniugi, quasi ex, se le sono cantate con interviste di botta e risposta. Tra loro, assicurano i soliti ben informati, nemmeno un sms. Parleranno gli avvocati. La vicenda (almeno quella pubblica) ha inizio il 28 aprile, quando il quotidiano la Repubblica, rilanciando quanto riferito da un sito internet specializzato in pettegolezzi, scrive che il premier, due giorni prima, ha partecipato alla festa dei 18 anni di una ragazza napoletana. La notizia s’incastra come una tessera nel più ampio mosaico delle candidature per le elezioni Europee alle quali, si dice in quei giorni, il Cavaliere intenderebbe presentare anche alcune «veline».
Una tentazione criticata anche dal sito di FareFuturo, la fondazione-pensatoio presieduta da Gianfranco Fini, il quale tuttavia si dissocia.In tarda serata la signora Veronica scrive una durissima e-mail all’agenzia: «Voglio che sia chiaro che io e i miei figli siamo vittime e non complici di questa situazione. Dobbiamo subirla e ci fa soffrire». E ancora: «Qualcuno ha scritto che tutto questo è a sostegno del divertimento dell’imperatore. Condivido, quello che emerge dai giornali è ciarpame senza pudore, tutto in nome del potere». Poi l’affondo finale, sulla festa di Napoli: «La cosa ha sorpreso anche me, anche perché non è mai venuto a nessun diciottesimo dei suoi figli, pur essendo invitato». Il presidente del Consiglio, che con la seconda moglie Veronica ha tre figli, è a Varsavia per il vertice del Partito Popolare europeo. I giornalisti lo interpellano sulle parole della moglie, lui scuote la testa: «Anche la signora ha creduto a quello che hanno messo in giro i giornali, mi dispiace». I giornali, dunque, in particolare quelli «di sinistra», sono per Berlusconi i principali responsabili di questo ennesimo scontro con la consorte.
La festa a Napoli è stato un semplice «brindisi» – spiega – su richiesta di «una famiglia a cui sono legato per diversi motivi», il resto è «una strumentalizzazione veramente assurda e contro la realtà». Anche le voci sulle veline candidate rientrano nella «manovra montata dalla stampa di sinistra». Subito dopo vengono rese pubbliche le liste del Pdl per l’Europarlamento: niente veline, ma la polemica impazza ugualmente. Si scoprirà poi che tre ragazze con trascorsi nel mondo dello spettacolo sono state escluse all’ultimo momento per motivi di opportunità, ma il premier ancora oggi continua a difenderle: «Sono bravissime e hanno fatto ottimi studi, un caso costruito sul nulla ci ha costretto a tirarle fuori». Libero, nel frattempo, pubblica in prima pagina le foto della Lario seminuda, del periodo in cui faceva l’attrice. Titolo: «Veronica velina ingrata». Si arriva così a domenica scorsa, quando la Repubblica e la Stampa pubblicano lo sfogo suppletivo della moglie di Berlusconi: «Chiedo il divorzio, non posso stare con un uomo che frequenta le minorenni».
Le parole della signora si fanno via via più pesanti, fino a descrivere l’uomo con il quale sta da 30 anni come «una persona che non sta bene», che lei ha cercato di «aiutare» e di far aiutare ma «è stato tutto inutile».Il capo del governo ribatte in due colloqui, pubblicati ieri, con i direttori del Corriere della Sera e della Stampa. Conferma la sua versione sulla festa di Napoli e sulle presunte veline. Nulla di piccante. Si dice «preoccupato e dispiaciuto» per le parole della moglie, ma – aggiunge – «adesso è finita, non vedo più le condizioni per andare avanti».
È Veronica, sostiene Berlusconi, che «dovrebbe chiedermi scusa pubblicamente» per essere «caduta in un tranello mediatico, io so da chi è consigliata. Meglio, sobillata». Come dire che dietro il dramma familiare si celerebbe un complotto politico. Ma le opposizioni non ci stanno. Il segretario del Pd Dario Franceschini, cauto nei giorni scorsi («tra moglie e marito non mettere il dito»), stavolta reagisce aspramente: «Berlusconi la smetta subito di dire questa cosa patetica che ci sarebbe stato un complotto e che chi lo ha sobillato e preparato sarebbe la sinistra».
Condivide il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa, il quale ricorda che il suo partito ha «evitato di commentare perfino i passaggi più delicati» della vicenda, quindi dal premier si aspetta «non l’evocazione di complotti ma il riconoscimento della nostra serietà». Attacca, invece, l’Italia dei Valori: «L’etica privata di un uomo pubblico è un fatto assolutamente rilevante». Nel Pdl chi parla, come i ministri Bondi e Brunetta, lo fa per dire una sola cosa: la rottura di un matrimonio «è una questione privata».
Una tentazione criticata anche dal sito di FareFuturo, la fondazione-pensatoio presieduta da Gianfranco Fini, il quale tuttavia si dissocia.In tarda serata la signora Veronica scrive una durissima e-mail all’agenzia: «Voglio che sia chiaro che io e i miei figli siamo vittime e non complici di questa situazione. Dobbiamo subirla e ci fa soffrire». E ancora: «Qualcuno ha scritto che tutto questo è a sostegno del divertimento dell’imperatore. Condivido, quello che emerge dai giornali è ciarpame senza pudore, tutto in nome del potere». Poi l’affondo finale, sulla festa di Napoli: «La cosa ha sorpreso anche me, anche perché non è mai venuto a nessun diciottesimo dei suoi figli, pur essendo invitato». Il presidente del Consiglio, che con la seconda moglie Veronica ha tre figli, è a Varsavia per il vertice del Partito Popolare europeo. I giornalisti lo interpellano sulle parole della moglie, lui scuote la testa: «Anche la signora ha creduto a quello che hanno messo in giro i giornali, mi dispiace». I giornali, dunque, in particolare quelli «di sinistra», sono per Berlusconi i principali responsabili di questo ennesimo scontro con la consorte.
La festa a Napoli è stato un semplice «brindisi» – spiega – su richiesta di «una famiglia a cui sono legato per diversi motivi», il resto è «una strumentalizzazione veramente assurda e contro la realtà». Anche le voci sulle veline candidate rientrano nella «manovra montata dalla stampa di sinistra». Subito dopo vengono rese pubbliche le liste del Pdl per l’Europarlamento: niente veline, ma la polemica impazza ugualmente. Si scoprirà poi che tre ragazze con trascorsi nel mondo dello spettacolo sono state escluse all’ultimo momento per motivi di opportunità, ma il premier ancora oggi continua a difenderle: «Sono bravissime e hanno fatto ottimi studi, un caso costruito sul nulla ci ha costretto a tirarle fuori». Libero, nel frattempo, pubblica in prima pagina le foto della Lario seminuda, del periodo in cui faceva l’attrice. Titolo: «Veronica velina ingrata». Si arriva così a domenica scorsa, quando la Repubblica e la Stampa pubblicano lo sfogo suppletivo della moglie di Berlusconi: «Chiedo il divorzio, non posso stare con un uomo che frequenta le minorenni».
Le parole della signora si fanno via via più pesanti, fino a descrivere l’uomo con il quale sta da 30 anni come «una persona che non sta bene», che lei ha cercato di «aiutare» e di far aiutare ma «è stato tutto inutile».Il capo del governo ribatte in due colloqui, pubblicati ieri, con i direttori del Corriere della Sera e della Stampa. Conferma la sua versione sulla festa di Napoli e sulle presunte veline. Nulla di piccante. Si dice «preoccupato e dispiaciuto» per le parole della moglie, ma – aggiunge – «adesso è finita, non vedo più le condizioni per andare avanti».
È Veronica, sostiene Berlusconi, che «dovrebbe chiedermi scusa pubblicamente» per essere «caduta in un tranello mediatico, io so da chi è consigliata. Meglio, sobillata». Come dire che dietro il dramma familiare si celerebbe un complotto politico. Ma le opposizioni non ci stanno. Il segretario del Pd Dario Franceschini, cauto nei giorni scorsi («tra moglie e marito non mettere il dito»), stavolta reagisce aspramente: «Berlusconi la smetta subito di dire questa cosa patetica che ci sarebbe stato un complotto e che chi lo ha sobillato e preparato sarebbe la sinistra».
Condivide il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa, il quale ricorda che il suo partito ha «evitato di commentare perfino i passaggi più delicati» della vicenda, quindi dal premier si aspetta «non l’evocazione di complotti ma il riconoscimento della nostra serietà». Attacca, invece, l’Italia dei Valori: «L’etica privata di un uomo pubblico è un fatto assolutamente rilevante». Nel Pdl chi parla, come i ministri Bondi e Brunetta, lo fa per dire una sola cosa: la rottura di un matrimonio «è una questione privata».
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