domenica 24 maggio 2009

CARCERE DI MACOMER (NUORO)

(VINCENT VAN-GOGH)

Questa è la lettera di sei detenuti islamici a Macomer (Nu) in Sardegna, trasmessa per la prima volta su facebook da Roberto Di Nunzio. Chi vuole può copiare integralmente questo post e pubblicarlo nel suo blog. Con la speranza che serva.

"Tanti saluti a voi, spero che la mia modesta lettera troverà tutti voi in buona salute. Vogliamo raccontare alla associazione gli abusi di potere contro i prigionieri islamici che si verificano al carcere di Macomer (Nuoro) – una piccola Guantanamo nell’isola di Sardegna. Però adesso i prigionieri di Guantanamo stanno meglio di noi che siamo chiusi in questo lager..."

20 Maggio 2009 -- "Il 4 aprile 2009 sono stato trasferito, con il mio amico Ilhami Rachid, dal carcere di Carinola (Caserta). Quando siamo arrivati in questo carcere, sin dal momento in cui siamo scesi dal blindato, le guardie ci hanno trattato male. A noi, ancora con le manette ai polsi, hanno detto di prendere i nostri sacchi e altra roba. Ho detto alle guardie che con le manette non riuscivo a prendere tutto, in risposta mi hanno messo di forza il sacco sulle spalle trascinato in matricola attorniato da 6 guardie. Il mio amico Rachid si è fermato per chiedere alle guardie il perché di questo trattamento."

"La risposta è stata l’aggressione: hanno cominciato a picchiarlo con colpi di pugno sul collo e alla testa; non mi hanno permesso di aiutarlo: hanno trascinato anche lui in matricola con lo stesso nugolo di guardie. Nella perquisizione che ne è seguita loro non hanno rispettato il Corano. In Italia ho già girato sei carceri, mai ho visto un trattamento come questo. Dopo la perquisizione ci hanno portati nelle celle che si trovano in una sezione uguale al 41 bis: isolamento totale, porta blindata chiusa 24 ore su 24, non vediamo nessun’altro prigioniero, solo guardie; anche il cibo ce lo portano le guardie."

"Ogni volta che usciamo dalla cella veniamo perquisiti palpati, ognuno di noi, da due guardie. Anche i vestiti ce li danno contati, di libri ce ne danno soltanto 5. Al passeggio siamo divisi dagli altri, non possiamo andare con loro, andiamo all’aria solo con quelli della nostra sezione. In questa sezione-lager siamo in 25 prigionieri islamici di diversi paesi del nord Africa."

"L’8 aprile 2009 sono andato a parlare con il comandante, gli ho chiesto il perché di questo regime e del pestaggio contro Rachid. Lui mi ha detto: questo regime resta così fino a quando arriverà un cambiamento dal ministero! Questa storia è una bugia, perché non c’è nessun carcere in Italia in cui chiudono la blindata 24 ore su 24 ore. Sul pestaggio di Rachid ha detto: “noi non abbiamo picchiato nessuno e quando picchiamo facciamo molto male”. (Questa la democrazia in Italia?). La posta che entra in questo carcere ti viene consegnata dopo 25 giorni, in ogni altro carcere la ricevi non dopo 4 giorni che è stata spedita. La tengono bloccata."

"Il giorno 4 aprile 2009 con i miei amici abbiamo cominciato lo sciopero della fame, lo porteremo avanti fino a quando non cambiano questo regime: o ci danno i nostri diritti o ci trasferiscono da questo lager."

"Il 2 maggio due amici che dovevano chiamare le loro famiglie sono stati provocati dalle guardie. A un nostro amico una guardia ha detto “voi siete di Al-Qaeda e non conoscete le guardie sarde come picchiano” e altre parolacce. Lo stesso giorno un amico voleva passare il fornello ad un altro attraverso il lavorante, uno di noi, la guardia ha detto al lavorante di non farlo intimandogli di andare in cella. Mentre stava ancora parlando con la guardia, questa ha chiuso la blindata in faccia colpendogli il braccio. Abbiamo subito fatto una battitura di 25 minuti. Per tutto questo tempo e quando è arrivata la banda delle guardie hanno detto al nostro amico lavorante che la guardia non aveva visto il suo braccio. La mattina dopo quando è andato a parlare gli ha detto di voler fare una denuncia. Il comandante gli ha risposto: “Se tu fai una denuncia, io faccio una denuncia contro fi te e ti chiudo dal lavoro”.

"Per davvero ci troviamo davanti ad una banda di “criminali!”. Loro hanno trovato un’isola, nessuno sentirà dei loro abusi di potere, però noi non ci fermeremo mai di scrivere fino a quando tutto il mondo avrà sentito come trattano i prigionieri islamici in Sardegna!"

"Alla spesa non portano il giornale per noi. Hanno la scusa pronta: il trasporto non arriva fino qui.

Cari amici di Yairaiha, noi abbiamo bisogno del vostro aiuto per pubblicare la nostra storia e vi chiediamo di intervenire per cancellare la nostra sofferenza perché noi siamo isolati dall’esterno, inoltre siamo stranieri".

Grazie mille, a presto,

Amine Bouhrama
Ilhami Rachid
Rabie Othman Saied
Mourad Mazi
Habib Mohamed
Hossin Dgamel
Tartag Samir
Khelili Fatah
COMMENTO
Questo scritto è stato messo in rete dal blog "Movimento Paraculo"
Non viene data nessuna prova della sua attendibilità (per es. pubblicando anche la lettera originale), ma con questo non voglio dire che sia una mistificazione, solo che non so se è autentica o meno.
Avendo svolto il lavoro di direttore di carceri per circa 40 anni, desidero svolgere alcune considerazioni.
Immagino si sappia che un carcere non è un luogo di villeggiatura. Va dato per conosciuto che i modi del personale di Polizia Penitenziariasiano piuttosto sbrigativi.
Questo però non significa che il suddetto personale debba fare un corso professionale di "buone maniere".
Par di capire che i suddetti detenuti extra-comunitari siano stati trasferiti tutti dal carcere di Carinola (Caserta) dove vige un regime dei vita rigoroso.
Vediamo che cos'è la Casa Circondariale di Macomer (Nuoro).
Da rapporto online.
(link:
" La CC di Macomer, come quella di Iglesias, avrebbe dovuto avere un'altra destinazione (casa mandamentale), per poi essere dismessa. Alcuni spazi, necessari per le circondariali, non sono quindi stati previsti - c'è una sola aula scolastica, le salette per la socialità sono talmente piccole che i detenuti ci vanno a turno, non c'è la palestra. Magistrati e avvocati si incontrano con i detenuti nell'ufficio degli educatori o nella sala-colloqui. Per realizzare il laboratorio di falegnameria, attualmente non utilizzato, sono stati abbattuti dei muri; la struttura subisce continui interventi, nel tentativo di adattare gli spazi alle esigenze del personale e della popolazione detenuta. Non sono attivi corsi di formazione lavoro, non ci sono lavorazioni interne. Alta percentuale di detenuti stranieri e conseguenti problematiche.
Molti i detenuti trasferiti dalle carceri del Nord. L'istituto ha una certa fama nel trattamento dei casi di difficile gestione."
Le casa mandamentali erano strutture carcerarie minime annesse alle Preture, dopo la soppressione delle Preture continuarono a essere utilizzate oltre che per la carcerazione preventiva delle sezioni di tribunale che hanno sostituito le preture, per la secuzione di pena detentiva non superiore a due anni, anche come residuo di pena detentiva superiore scontata (art. 110 Regolamento attuazione).
STRUTTURA
Costruzione degli anni '80, aperta nel 1994. È costituita da 2 sezioni separate. La più piccola, che ospita 30 detenuti, era nata come sezione femminile.
L'istituto è pulito e ben tenuto.
Sezione 1a: 15 + 15 celle di 9 mq, ci stanno 2 persone. Luminose. Servizi igienici separati e finestrati con wc, lavabo e bidet. In progetto le docce in camera. Comando luci esterno, all'interno pulsante di chiamata.
Docce discrete; umidità sul soffitto.
Cappella ricavata da una sala ricreativa. Barberìa dotata di sterilizzatrice, ricavata da una cella. Passeggio con area coperta; dovrebbe essere ristrutturato a breve e allargato.
Sezione 2a: 16 celle da 2 e 3 persone. In una cella da 3 letto a castello senza scaletta. Celle da 2 per i 14bis-sorveglianza speciale.
Docce discrete, molta umidità.
Una saletta polivalente per la socialità con tavolo da ping-pong e calcetto. 2 sale colloqui con bancone senza divisorio, di cui 1 usata anche per i colloqui con magistrati e avvocati. Una saletta per i colloqui con educatori e assistenti sociali. Una stanza ex-matricola, attualmente sala di transito: verrà usata per i colloqui con magistrati, avvocati, assistenti sociali.
Un ufficio educatori. Il cappellano è stato "sfrattato" dal suo ufficio, che probabilmente diventerà la biblioteca.
Aula scolastica con i tavoli realizzati in uno dei corsi di falegnameria.
Laboratorio di falegnameria con macchinari vari; chiuso da 2 anni. I tagli delle Finanziarie alle Regioni non hanno permesso l'avvio dei corsi.
Lavanderia, si lava la biancheria dei letti e gli asciugamani ma anche gli abiti dei detenuti che non hanno aiuti..
Le aree verdi interne non vengono utilizzate. Non c'è la palestra. Sul muro di cinta, murales realizzati dai detenuti.
DETENUTI
numero: 95 al 31.12.05
capienza regolamentare: 46
stranieri: 60%; sono i detenuti più in difficoltà. Problemi segnalati: l'estrema indigenza, lo sradicamento totale dalla rete di relazioni del luogo italiano di provenienza, l'assenza di rapporti con la famiglia e con il territorio. Positiva la frequenza scolastica e la relazione con gli insegnanti.
art. 21: 2
La maggioranza dei detenuti sconta condanne definitive, gli appellanti e i ricorrenti sono rari e vengono "dal continente". Rarissimo quindi l'isolamento giudiziario, perché non ci sono imputati.
Presenza di detenuti "irrequieti" provenienti da altri istituti e dalle colonie penali dell'isola.
Nel 2005, 4 detenuti in 14bis-sorveglianza particolare.
In 2 anni una ventina di detenuti sono usciti con l'indultino.
STAFF
Direttore: Giovanni Monteverdi
Educatori: 2; molto occupati dalla stesura delle relazioni di sintesi e dalle incombenze burocratiche, difficoltà ad effettuare i colloqui richiesti.
Una criminologa retribuita a parcella.
Personale amministrativo: 2 ragionieri; 5 assistenti. Parecchi dipendenti erano custodi delle case mandamentali, poi assegnati alle circondariali. Dal 2006 l'istituto avrà l'autonomia contabile (finora dipendeva da Oristano).
Agenti: 71, di cui molti distaccati; circa 60 in forza effettiva. Segnalata la carenza di personale, in particolare mancano 4 ispettori (sono 2 su una pianta organica di 6) e i sovrintendenti. Non c'è assenteismo.
Il magistrato di sorveglianza è poco presente; viene da Cagliari e si occupa di molte carceri.
La Consulta della lingua sarda del Comune di Macomer ha organizzato uno stage formativo di 90 ore per gli operatori (personale amministrativo, educatori, agenti) sulla lingua e la cultura sarda. Il progetto avrà una ricaduta in istituto perché si organizzeranno con i detenuti spettacoli in lingua sarda.
VOLONTARI
Due volontarie, insegnanti in pensione, si occupano della preparazione all'accesso alla scuola media.
Due le case di accoglienza per i detenuti a fine-pena, gestite dalla Caritas: una ad Alghero, e l'altra, "Il Samaritano", ad Arborea.
CONDIZIONI MATERIALI
Molta attenzione nella sistemazione dei detenuti nelle celle.
A disposizione celle per non fumatori ma il 90% dei detenuti fuma.
Le docce sono disponibili a giorni alterni.
Il barbiere viene dall'esterno ogni lunedì.
I detenuti indigenti ricevono un sussidio dall'Amministrazione e sono seguiti dal cappellano.
La cucina è in ottimo stato. C'è il montacarichi per i carrelli della distribuzione del vitto. Il menu rispetta le tabelle ministeriali e prevede diete particolari per le patologie presenti.
Il menu rispetta i divieti prescritti ai musulmani; durante il Ramadan ai detenuti di religione islamica viene consegnato il cibo crudo, che cuoceranno la sera.
Si può cucinare in cella. Segnalata la pericolosità delle bombolette.
Il programma di dimissione consiste nel dare al detenuto la possibilità di lavorare verso fine-pena; all'uscita gli viene consegnato un sussidio anche per il viaggio.

CONTATTI CON L’ESTERNO
Pacchi, telefonate, posta secondo la norma.
Attivo uno sportello informativo per i familiari dei detenuti durante le giornate di colloquio. Lo sportello è aperto un giorno la settimana anche per i detenuti.

EVENTI CRITICI
In diminuzione i fenomeni di autolesionismo. L'ultimo suicidio risale a 4 anni fa.
Secondo gli operatori, molti problemi nascono dall'uso del vino passato dall'Amministrazione. I detenuti tossicodipendenti spesso diventano alcoldipendenti. Per cercare di risolvere la situazione, si è imposta ai detenuti la restituzione del vuoto della bottiglietta di vino.

SANITÀ
Responsabile sanitario: dott. Massimo D'Agostino.
Infermieri: 4; 1 di ruolo, 3 a parcella.
Guardia medica SIAS: 4; dalle 19 alle 6 nei feriali, 24h nei festivi.
Specialisti in convenzione con contratto libero-professionale: dentista-infettivologo-psichiatra.
Studio odontoiatrico con 2 sterilizzatrici e RX.
Attrezzatura: 1 defibrillatore 1 elettrocardiografo - 1 pallone Ambu - ferri chirurgici.
Il PRAP-Proveditorato regionale ha stilato un accordo di programma con l'ASL di Nuoro, che mette a disposizione l'équipe del Centro di salute mentale. L'équipe è composta da uno psichiatra, uno psicologo e da un educatore. Attualmente lo psichiatra lavora in carcere 8 ore al mese. Non ci sono al momento patologie psichiatriche importanti, più che altro sindromi ansiose.
Il Presidio tossicodipendenti è presente con 1 medico 6 ore la settimana. Le comunità vengono individuate dal Ser.T.; il Presidio tdp, in collaborazione con il settore educativo, pianifica l'inserimento in comunità o la misura dell'affidamento. Vi sono anche casi di doppia diagnosi: dipendenza e disagio psichico.
A Macomer non c'è l'ospedale: qualche problema, per le cure e gli accertamenti sanitari, soprattutto con i detenuti tossicodipendenti o con problemi legati alla tdp (Hiv o altro). I tempi delle visite esterne dipendono dal magistrato di sorveglianza. In paese c'è un poliambulatorio, per i casi più difficili si ricorre all'ospedale di Nuoro o, più raramente, al Pronto Soccorso di Ghilarza. I farmaci sono forniti dall'ASL, a volte integrati attraverso ditte esterne.
Tra i tossicodipendenti 50 soffrono di epatopatie Hcv-correlate, 2 sono in trattamento metadonico a scalare,10 sono in trattamento con ansiolitici e depressivi, 1 in trattamento disintossicante per l'alcol.
Nessun caso di Hiv+. Gli esami clinici di routine riguardano la ricerca del bacillo di Koch, e, se il test è positivo, i RX al torace. Per i tdp e alcoldipendenti è previsto l'esame urine con drug test. Per la ricerca dell'Hiv ci vuole il consenso. La privacy è rispettata, le cartelle cliniche sono a disposizione dei soli sanitari. Durante la visita medica all'ingresso si informa il detenuto sull'osservanza delle norme igieniche.
Gli agenti usano guanti e mascherine. Sono previsti corsi di educazione sanitaria, prevenzione e pronto soccorso per il personale.
Isolamento sanitario: no.

ATTIVITÀ
Terminati da poco un corso di musica con saggio finale, frequentato da una decina di detenuti, e un corso di teatro. I corsi sono stati finanziati in parte dal Comune di Macomer, in collaborazione con una scuola media di Nuoro. Il laboratorio teatrale è stato seguito da un artista, esperto in situazioni di disagio, affiancato da uno psicologo.
Per il 2006 il Progetto pedagogico inviato al Provveditorato contiene varie proposte culturali di corsi per i detenuti: un corso di canto e ballo sardo e un progetto riguardante il cinema. Il motivo di tale scelta non è solo economico (la legge 482 permette finanziamenti per i corsi di cultura sarda) ma risponde anche ad un'esigenza di integrazione. Dello stesso avviso lo psichiatra, che ritiene il teatro, il canto e la danza una sorta di terapia per i detenuti che hanno problemi comportamentali, il che sarebbe confermato dal fatto che nel giro di due anni i fenomeni di autolesionismo sono molto diminuiti.
In progetto l'adesione a "Biblioteche scatenate", finanziato dalla Regione; obiettivo del progetto è l'inserimento delle biblioteche delle carceri nella Rete bibliotecaria di Sardegna (ideazione e gestione della cooperativa "l'Aleph").

LAVORO
Lavoro intramurario: 21, di cui 15 fissi e gli altri a rotazione. 4 MOF a rotazione (+ 1 agente); se i detenuti sono bravi, passano fissi. Ruotano i manovali.
3 fissi in cucina; 1 casermiere; 2 sopravvitto (fissi); 1 pulizia uffici; 1 imbianchino-giardiniere; 1 bibliotecario-scrivano (compila le domandine per i detenuti stranieri); 1 lavanderia (rotazione ogni 2 mesi); 4 pulizie 1a sezione (turni di 15 giorni), 3 in 2a sezione.
Segnalata la scarsità dei finanziamenti ministeriali per il lavoro interno. Le ore di lavoro sono diminuite, mentre i detenuti chiedono più lavoro.
I 2 detenuti in art. 21 fanno i giardinieri.
In progetto la realizzazione di un capannone per le lavorazioni (come a Iglesias). I tentativi di coinvolgere la società esterna - imprenditori, artigiani, cooperative - non hanno finora dato frutti.
Un altro dei progetti che si sta cercando di portare a termine è la formazione di una cooperativa per la manutenzione dei siti archeologici, da queste parti numerosissimi e spesso poco valorizzati.

FORMAZIONE PROFESSIONALE
Il laboratorio di falegnameria-corniceria è bloccato da 2 anni perché la Regione non ha finanziato i corsi di formazione, penalizzando così le fasce più svantaggiate. Gli scarsi fondi ricevuti dall'Amministrazione non possono essere stornati perché verrebbero tolti alle mercedi dei detenuti.

ISTRUZIONE
Attiva la scuola media con le 150 ore, con l'affiancamento di due volontarie, insegnanti in pensione, che fanno alfabetizzazione come supporto per frequentare le medie. I corsi scolastici si svolgono la mattina."
A me pare poco credibile che in una struttura minima così possano essere registrati comportamenti come quelli descritti.
Non dico che si apocrifo, ma che c'è di certo molta esagerazione.
Ad ogni buon fine, mi farò carico di inviare questo post al Provveditore Regionale di Cagliari, sperando che voglia illuminarci sull'argomento.
Luigi Morsello

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