Roma, 26 mag (Velino) - Il ricorso presentato da Enrico Mentana contro Mediaset è stato accolto dal giudice del lavoro del tribunale di Roma. E l’azienda dovrà anche pagargli i danni. Almeno in teoria. In pratica l'ufficio stampa di Mediaset fa sapere che "appellerà la decisione in tutte le sedi competenti". Insomma, lo scontro giudiziario si annuncia lungo. Intanto Mentana, se lo vorrà, potrà mettere in esecuzione subito questa prima sentenza e tornare in Tv. Tuttavia se Mediaset dovesse ottenere una sentenza d'appello che ribalta la scena, Mentana dovrà tornare a fare i bagagli e per di più dovrà restituire i compensi fino a quel momento percepiti. Probabile, dunque, che i due contendenti resteranno in "stand by" finché non interverrà un accordo o una successiva sentenza. L’ex direttore editoriale di Mediaset ed ex conduttore del programma Matrix in onda su Canale 5, aveva presentato le dimissioni dall’incarico di direttore editoriale, a febbraio scorso, in segno di protesta contro la decisione della rete di mantenere inalterato il palinsesto nonostante la morte di Eluana Englaro. Accettate le dimissioni, la Rete Mediaset aveva poi licenziato Mentana dalla guida di Matrix. Soltanto contro questo provvedimento il giornalista ex direttore del Tg5, ha presentato ricorso visto che dall’incarico di direttore editoriale si era dimesso di sua iniziativa. Il giudice Guido Rosa, accogliendo le richieste avanzate dall’avvocato Giovanni D’Amati, ha ordinato alla Rti, la società di produzione Mediaset dalla quale dipendono giornalisti e personale tecnico, di reintegrare Mentana nel “posto di lavoro di realizzatore e conduttore del programma Matrix”. Inoltre Mediaset dovrà risarcire il danno provocato dal licenziamento illegittimo.
(ror) 26 mag 2009 12:19
4 commenti:
Io su Mentana non sono così solidale, è vero che è stato trattato male da Berlusconi, però lui è sempre stato ambiguo, finchè gli è piaciuto stare andava bene, adesso si accorge che Mediaset era così ? Nessuna pietà per uno che ha "buttato merda" sulla sinistra per 15 anni. anche se l'ha fatto in modo soft ma ha portato comunque acqua al mulino di Berlusconi.
Se vuole riabilitarsi lo faccia in modo chiaro e netto, denunci tutti gli intrallazzi di Berlusconi dei quali lui è certamente a conoscenza, poi si vedrà.
La solidarietà in questo caso c'entra poco o nulla.
Qui c'entra il principio di legalità, per il quale in uno stato democratico anche un dipendente di Mediaset non può essere cacciato a calci nel culo, ma nel rispetto dello Statuto dei lavoratori (art. 18).
Mentana poi si è scontrato una volta di troppo con Confalonieri, il quale aveva proibito l'invito di Di Pietro a Matrix.
Quella partecipazione è stata il punto di non ritorno, Mentana lo sapeva ma non si è tirato indietro.
Sapeva anche che le dimissioni da direttore editoriale avrebbero provocato il 'dimissionamento' dalla sua trasmissioine, Matrix, ciononostante ancora una volta non si è tirato indietro.
Conoscendo il mondo di Mediaset come pochi, sapeva che il suo destino era segnato e si è mosso con molta astuzia ed accortezza.
Il giudizio di lavoro gli consentirà di spennare un bel po' il suo ex-padrone, che è l'unica cosa che poteva fare, fargliela pagare cara in termini economici, cioè in SOLDONI.
Allora esprimo anche qui il mio parere, magari detto un pò meno in romanesco.
Non mi interessa la vicenda Mentana.
E tutti quei lavoratori che hanno perso il posto di lavoro per l'arroganza dei padroni??
Concordo sul principio, ma non è una notizia di dominio pubblico. Lo sarebbe se insieme alla sua causa, il bel Enrico, si fosse battuto anche per tutti quei lavoratori che il posto lo hanno perso per lo stesso motivo e non hanno fior fiore di avvocati a difenderli. Loro la Tv la gurdano solo da una parte, quella sbagliata, quella che non porta notorietà.
Chiara
Chiara, il romanesco andava benissimo anche lì, nell'altro post, il tuo pensiero era chiaro, l'idioma utilizzato non c'entra affatto.
Mi piace il tuo appassionarti e la tua difesa dei lavoratori che sono stati cacciati via infrangendo la legge e che non si possono nemmeno permettere un avvocato, figuriamoci quello di Mentana, (che è lo stesso di Michele Santoro).
Io ti ho suggerito di leggere questo post, perchè qui, stimolato da Luigi mi sono dilungato e non volevo fare un copia e incolla (l'ho fatto una sola volta e giuro che non lo farò più per il rispetto che ci dobbiamo reciprocamente).
Sia ben chiaro, non sono un estimatore di Enrico Mentana, ma è sicuramente un giornalista noto, anzi notissimo, e i suoi colleghi hanno riportato la notizia perchè di mestiere questo fanno, informare i lettori.
Enrico Mentana a sua volta fa il giornalista, non il difensore civico.
Capisco la tua indignazione e la condivido (siamo rimasti in pochi capaci di indignarci oggi), ma l'indignazione è un sentimento, la tutela dei diritti è una esigenza di libertà e di democrazia, prescinde da chi la ottiene.
I lavoratori che non hanno risorse economiche (come potrebbero poi se licenziati) dovrebbero avere la tutela sindacale.
Qui casca l'asino, perchè anche l'attività sindacale ha subito profonde corruzioni (non in senso penale ma del linguaggio comune), col risultato che la tutela presso il giudice del lavoro non la possono in alcun modo esercitare.
Sai, e lo dico con grande malinconia, le ingiustizie sono tante e noi come singoli cittadini non ci possiamo fare niente o ben poco.
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