3/5/2009 La decisione l’ha presa. Verrà il tempo delle carte bollate e delle dispute legali, ma nel cuore e nella testa di Veronica Berlusconi c’è già ben chiaro che quella parola a lungo rimasta sospesa - divorzio - oggi non è più un tabù.
Ha già incontrato il suo avvocato e alle amiche più fidate ha confidato la scelta. I fatti dei giorni scorsi «sono un punto di non ritorno» per il suo matrimonio e non vede «alternative alla separazione». Raggiunta al telefono, la moglie del presidente del Consiglio non smentisce e si limita a un commento telegrafico: «Sono stata costretta a questo passo, non voglio aggiungere altro».
Determinata come al solito, sa che quella del divorzio è una decisione destinata a lasciare tracce non soltanto all’interno di una famiglia, ma sull’intera scena politica. Così, a chi le ha ricordato le qualità persuasive del premier, prospettandole la possibilità di un cambiamento d’idea, ha replicato che non c’è più nulla che il Cavaliere possa dire per farla recedere, per ricomporre un’ennesima volta i rapporti salvaguardando anche soltanto formalmente l’unità.
D’altronde non è un caso che non si siano più parlati da quando, martedì sera, Veronica Berlusconi ha sollevato il velo sui rapporti con il coniuge attraverso una dichiarazione all’agenzia Ansa: «Ciarpame senza pudore», era stato il suo giudizio a proposito del «caso veline», cioè la ventilata candidatura alle elezioni europee di alcune ragazze uscite da programmi televisivi e concorsi di bellezza. «Voglio che sia chiaro - aveva sostenuto - che io e i miei figli siamo vittime e non complici di questa situazione. Dobbiamo subirla e ci fa soffrire».
Ma non sono state le liste per il voto di giugno la reale causa di questa sofferenza. Il problema è stata la partecipazione del premier alla festa dei diciotto anni a Napoli di una ragazza, Noemi Letizia: «La cosa ha sorpreso molto anche me - aveva detto -, anche perché non è mai venuto a nessun diciottesimo dei suoi figli pur essendo stato invitato». Se si vuole parlare di casus belli, non ci sono dubbi che Veronica Berlusconi l’abbia visto lì. «Perché non mi interessa certo polemizzare sulle veline», è stato il suo sfogo, «anche se sono convinta che chi si candida a svolgere un servizio per la collettività debba avere una determinata preparazione, a prescindere dal lavoro che abbia fatto prima». La vicenda-elezioni, nel ragionamento della moglie del premier, è servita per la coincidenza temporale. Mentre leggere sui giornali «che frequenta una ragazza minorenne, perché la conosceva anche prima che compisse 18 anni», leggere «che lei lo chiama “papi” e racconta dei loro incontri a Roma o Milano, con i genitori che evidentemente non hanno da obiettare, ecco, quello sì che è inaccettabile. Come si può restare con un uomo così?». Con una postilla: «Che nonostante tutto questo mio marito abbia ancora un gradimenti altissimo e quindi non sia stato danneggiato dalla vicenda». Nei commenti dei giorni scorsi, per altro, sono rimbalzate ipotesi e illazioni, molte legate proprio a quell’espressione confidenziale pronunciata dalla ragazza, «papi». Chi glielo ha fatto notare ha avuto in risposta da Veronica Berlusconi poche parole: «Magari fosse sua figlia».
Quando, negli anni, sono emersi momenti di crisi nel rapporto tra il premier e la moglie, una domanda è ritornata con grande frequenza: perché lei non lo lascia? Ora la risposta prende forma. Un ruolo l’ha avuto il desiderio del Cavaliere e della moglie di provare a tenere unita la famiglia: magari le ragioni erano diverse, ma l’obiettivo in qualche modo coincidente. La first lady introduce però un elemento ancora più personale, cioè il fatto di dover accettare «il fallimento di una vita». Perché di questo si tratta, «dopo trent’anni che ci conosciamo, dopo tre figli, quando un matrimonio finisce così e non sono certo nelle condizioni di poter pensare di ricostruirmi una vita».
Se quindi adesso Veronica Berlusconi ha deciso per il divorzio è perché, a suo giudizio, «nulla è cambiato da quando gli avevo rivolto un ultimatum e la misura ora è colma». Il riferimento è alla lettera a Repubblica del gennaio 2007, scritta dopo la partecipazione del Cavaliere alla cena dei Telegatti. Belle donne - il futuro ministro Mara Carfagna fra loro - e commenti galanti del premier. «Affermazioni che interpreto come lesive della mia dignità», aveva scritto, «a mio marito e all’uomo pubblico chiedo quindi pubbliche scuse, non avendone ricevute privatamente». Le scuse arrivarono, il quadro familiare sembrò ricomporsi. L’estate scorsa, poi, ci furono anche le foto di loro due in vacanza, con i figli e Alessandro, il nipotino. La celebrazione dell’happy family? Una sintesi sbrigativa, si capisce ora. «Non è che tutto vada bene soltanto perché sono fotografata vicino a mio marito. Servirebbe uno sguardo più attento».
Molto si è parlato anche dell’aspetto economico, di un’unità preservata in nome di future spartizioni ereditarie. Alle amiche che le hanno fatto notare come anche in questi giorni qualche giornale sia tornato a battere il tasto dei soldi, Veronica Berlusconi ha riservato uno sguardo sconsolato: «Siete fuori strada, non c’entrano il patrimonio e le divisioni fra i figli. Se il problema fosse questo me ne starei tranquilla e non mi metterei in uno scontro frontale con l’uomo più ricco e potente d’Italia».
Ha già incontrato il suo avvocato e alle amiche più fidate ha confidato la scelta. I fatti dei giorni scorsi «sono un punto di non ritorno» per il suo matrimonio e non vede «alternative alla separazione». Raggiunta al telefono, la moglie del presidente del Consiglio non smentisce e si limita a un commento telegrafico: «Sono stata costretta a questo passo, non voglio aggiungere altro».
Determinata come al solito, sa che quella del divorzio è una decisione destinata a lasciare tracce non soltanto all’interno di una famiglia, ma sull’intera scena politica. Così, a chi le ha ricordato le qualità persuasive del premier, prospettandole la possibilità di un cambiamento d’idea, ha replicato che non c’è più nulla che il Cavaliere possa dire per farla recedere, per ricomporre un’ennesima volta i rapporti salvaguardando anche soltanto formalmente l’unità.
D’altronde non è un caso che non si siano più parlati da quando, martedì sera, Veronica Berlusconi ha sollevato il velo sui rapporti con il coniuge attraverso una dichiarazione all’agenzia Ansa: «Ciarpame senza pudore», era stato il suo giudizio a proposito del «caso veline», cioè la ventilata candidatura alle elezioni europee di alcune ragazze uscite da programmi televisivi e concorsi di bellezza. «Voglio che sia chiaro - aveva sostenuto - che io e i miei figli siamo vittime e non complici di questa situazione. Dobbiamo subirla e ci fa soffrire».
Ma non sono state le liste per il voto di giugno la reale causa di questa sofferenza. Il problema è stata la partecipazione del premier alla festa dei diciotto anni a Napoli di una ragazza, Noemi Letizia: «La cosa ha sorpreso molto anche me - aveva detto -, anche perché non è mai venuto a nessun diciottesimo dei suoi figli pur essendo stato invitato». Se si vuole parlare di casus belli, non ci sono dubbi che Veronica Berlusconi l’abbia visto lì. «Perché non mi interessa certo polemizzare sulle veline», è stato il suo sfogo, «anche se sono convinta che chi si candida a svolgere un servizio per la collettività debba avere una determinata preparazione, a prescindere dal lavoro che abbia fatto prima». La vicenda-elezioni, nel ragionamento della moglie del premier, è servita per la coincidenza temporale. Mentre leggere sui giornali «che frequenta una ragazza minorenne, perché la conosceva anche prima che compisse 18 anni», leggere «che lei lo chiama “papi” e racconta dei loro incontri a Roma o Milano, con i genitori che evidentemente non hanno da obiettare, ecco, quello sì che è inaccettabile. Come si può restare con un uomo così?». Con una postilla: «Che nonostante tutto questo mio marito abbia ancora un gradimenti altissimo e quindi non sia stato danneggiato dalla vicenda». Nei commenti dei giorni scorsi, per altro, sono rimbalzate ipotesi e illazioni, molte legate proprio a quell’espressione confidenziale pronunciata dalla ragazza, «papi». Chi glielo ha fatto notare ha avuto in risposta da Veronica Berlusconi poche parole: «Magari fosse sua figlia».
Quando, negli anni, sono emersi momenti di crisi nel rapporto tra il premier e la moglie, una domanda è ritornata con grande frequenza: perché lei non lo lascia? Ora la risposta prende forma. Un ruolo l’ha avuto il desiderio del Cavaliere e della moglie di provare a tenere unita la famiglia: magari le ragioni erano diverse, ma l’obiettivo in qualche modo coincidente. La first lady introduce però un elemento ancora più personale, cioè il fatto di dover accettare «il fallimento di una vita». Perché di questo si tratta, «dopo trent’anni che ci conosciamo, dopo tre figli, quando un matrimonio finisce così e non sono certo nelle condizioni di poter pensare di ricostruirmi una vita».
Se quindi adesso Veronica Berlusconi ha deciso per il divorzio è perché, a suo giudizio, «nulla è cambiato da quando gli avevo rivolto un ultimatum e la misura ora è colma». Il riferimento è alla lettera a Repubblica del gennaio 2007, scritta dopo la partecipazione del Cavaliere alla cena dei Telegatti. Belle donne - il futuro ministro Mara Carfagna fra loro - e commenti galanti del premier. «Affermazioni che interpreto come lesive della mia dignità», aveva scritto, «a mio marito e all’uomo pubblico chiedo quindi pubbliche scuse, non avendone ricevute privatamente». Le scuse arrivarono, il quadro familiare sembrò ricomporsi. L’estate scorsa, poi, ci furono anche le foto di loro due in vacanza, con i figli e Alessandro, il nipotino. La celebrazione dell’happy family? Una sintesi sbrigativa, si capisce ora. «Non è che tutto vada bene soltanto perché sono fotografata vicino a mio marito. Servirebbe uno sguardo più attento».
Molto si è parlato anche dell’aspetto economico, di un’unità preservata in nome di future spartizioni ereditarie. Alle amiche che le hanno fatto notare come anche in questi giorni qualche giornale sia tornato a battere il tasto dei soldi, Veronica Berlusconi ha riservato uno sguardo sconsolato: «Siete fuori strada, non c’entrano il patrimonio e le divisioni fra i figli. Se il problema fosse questo me ne starei tranquilla e non mi metterei in uno scontro frontale con l’uomo più ricco e potente d’Italia».
5 commenti:
Sono convinto che anche stavolta Berlusconi riuscirà a girare la faccenda a suo favore
Anch'io.
anche io
Se è vero che tre indizi (giudizi) formano una prova ... siamo messi ancora peggio !
La penso anch'io come voi...
Madda
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