domenica 21 giugno 2009

"Andai a cena dal Cavaliere, vidi che Patrizia restò da lui"


di PAOLO BERIZZI e CARLO BONINI



Ha 25 anni, lavora in città "in uno studio di ingegneria come arredatrice di interni". Per un periodo ha vissuto a Torino. Lì ha lavorato come impiegata della "Reale Mutua assicurazioni", "ramo liquidazione sinistri". "Dipingo - aggiunge - e non sono, nonostante la mia bella presenza, né una escort, né una modella". E' la terza ragazza che, la sera del 4 novembre 2008, entrò a Palazzo Grazioli con Patrizia D'Addario, Barbara Montereale e Gianpaolo Tarantini. La chiameremo L., come l'iniziale del suo nome di battesimo. Perché ha chiesto a Repubblica - che ne conosce l'identità - un anonimato "che mi consenta di continuare a lavorare e vivere serenamente a Bari". Due giorni fa, L. è stata ascoltata dai militari della Guardia di Finanza come testimone nell'inchiesta sul giro di prostituzione sull'asse Bari-Roma-Costa Smeralda.

E' stata ospite del presidente del Consiglio a Palazzo Grazioli?
"Sì".

Quante volte?
"Una sola volta".

E' stata ospite a Villa Certosa?
"Mai".

Chi la invitò a Palazzo Grazioli?
"Gianpaolo Tarantini".

E' un suo amico?
"Diciamo che lo conosco. Ero stata tre anni fa ad una festa nella sua villa di Giovinazzo, a nord di Bari. Poi, l'ho rivisto a fine ottobre del 2008 e in quell'occasione mi disse: 'Perché non sali con me a Roma per una festa?'".

Le disse da chi?
"Mi disse che sarebbe stata una bella sorpresa. Capii dove andavamo solo quando, a Roma, all'hotel De Russie incontrai le altre due ragazze che vennero con me".

Quali ragazze?
"Patrizia e Barbara".

Le conosceva?
"Mai viste prima. Mai più viste dopo".

Patrizia si presentò con il suo nome?
"Non mi ricordo se mi disse di chiamarsi Patrizia o Alessia, francamente".

Tarantini le disse che Patrizia era una escort?
"No".

E a lei offrì del denaro per quella serata?
"Ma che scherziamo? Nessun compenso".

Sapeva se le altre due ragazze erano pagate?
"No. Né lo chiesi".

Come raggiunse Roma?
"Io salii in macchina con Gianpaolo Tarantini e il suo autista".

Ricorda il nome?
"Dino".

E le altre due ragazze come arrivarono?
"No so. Le trovammo già lì".

A che ora arrivaste a Palazzo Grazioli?
"Credo di non sbagliare se dico dopo le 23. Prima mangiammo qualcosa al De Russie io, Gianpaolo e le due ragazze".

Quindi era un dopocena?
"In verità mangiammo anche a Palazzo Grazioli. Io ricordo del gelato squisito".

Come arrivaste alla residenza del premier?
"Sulla macchina di Tarantini. Una berlina con i vetri scuri".

All'ingresso, vi fermarono per un controllo?
"No. Gianpaolo chiamò dal cellulare per avvisare del nostro arrivo e non ci fermò né controllò nessuno".

Cosa ricorda di quella serata?
"La gentilezza del Presidente. La sua voglia di scherzare. Le canzoni napoletane. Le sue barzellette".

Ne ricorda qualcuna?
"Ricordo che risi molto a una barzelletta su un giocatore del Milan. Si dice che il Presidente racconti barzellette pesanti, ma quella sera sentii solo cose delicate. Ricordo anche che ci tenne molto a mostrarci le foto della sua famiglia".

Le ricorda?
"La moglie Veronica, i figli e i nipoti. E poi le sue ville. Ci fece anche vedere un dvd con un suo comizio e la sua visita alla Casa Bianca. Ci spiegò che sarebbe dovuto partire presto per Mosca. Sapete, no? Dove fece la battuta su Obama abbronzato".

Quanto rimaneste a Palazzo Grazioli?
"Direi due, tre ore".

Durante la serata che tipo di rapporto notò tra Tarantini e il presidente del Consiglio?
"Gianpaolo dava del lei a Berlusconi. Il Presidente era informale".

E a voi come si rivolgeva?
"Vi sembrerà strano, ma a noi non si rivolgeva mai direttamente. Parlava, parlava, ma senza chiamarci per nome".

Ricevette dei regali quella sera?
"Sì. Dei gioielli a forma di farfallina e tartarughina. E anche delle statuine".

Che statuine?
"A Palazzo Grazioli, il presidente ha un Colosseo di pietra in cui ci sono delle figurine tipo bamboline di Thun. Io mi ero avvicinata per guardare e il presidente mi disse: 'Ti piacciono? Dai, prendine una'".

E cosa raffigurano queste statuine?
"Dei guerrieri. Tipo gladiatori".

Ve ne andaste da Palazzo Grazioli tutti insieme?
"No. Patrizia rimase".

Si chiese perché?
"Come vi ho già detto, non mi piace fare domande. Sono una persona discreta".

Possibile che non chiese nulla né a Tarantini, né a Barbara? In fondo eravate arrivate insieme.
"Io non ho chiesto. Un'altra cosa è se ho immaginato. Ma le cose che immagino le tengo per me. Quella sera me ne tornai in albergo e chiamai mia madre per raccontarle".

All'una di notte chiamò sua madre?
"Ma sì. Era una cosa così speciale quella che era successa".

E a Patrizia non chiese?
"Patrizia non la rividi proprio. Né la mattina dopo. Né successivamente. Perché io tornai il giorno dopo a Bari in macchina insieme a Gianpaolo e all'autista".

Tarantini la chiamò altre volte dopo quella serata?
"No. Io mi fidanzai e, forse, lo sentii ancora una volta. Ma non per feste. Avevamo un amico comune che era un po' troppo pressante con me. E mandai un sms a Gianpaolo chiedendogli di aiutarmi a liberarmi di quell'insistenza".

Che insistenza?
"Cose private".

Queste cose che ha appena detto le ha raccontate anche alla Finanza?
"Si".

E la Finanza le ha forse chiesto se, nel suo rapporto con Gianpaolo o anche in quella sera di novembre c'è mai stata di mezzo la cocaina?
"Non me lo hanno chiesto. E comunque, io non consumo cocaina e non ho mai usato droghe. Né quella sera, vidi droghe".

Suo fratello ha avuto recentemente problemi con la cocaina. E' stato accusato di spaccio.
"A me non lo ha detto. Evidentemente è una cosa che ha preferito tenere per lui. In famiglia teniamo molto alla privacy".

Le è mai stata offerta una candidatura politica?
"Mai".

(21 giugno 2009)

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Come disse il marchese del Grillo: "io sono io e tu sei uno stronzo!"