mercoledì 24 giugno 2009

Bari, corsa contro il tempo dei pm


di GABRIELLA DE MATTEIS e GIULIANO FOSCHINI


Una consulenza tecnica sui nastri e sulle fotografie portate come prova ai magistrati da Patrizia D'Addario. Un controllo incrociato sui conti correnti bancari, le fatture di alberghi e gli aerei pagati negli ultimi mesi da Gianpaolo Tarantini per sé, per i suoi collaboratori e per le ragazze del suo giro. I tavoli verdi e migliaia di euro che si giocavano al termine delle feste. E infine una serie di accertamenti specifici sulle utenze telefoniche: per paura di essere intercettato l'imprenditore barese avrebbe effettuato alcune telefonate con il suo Blackberry tramite la tecnologia Voip. In questa maniera è praticamente impossibile ascoltare le telefonate, se non chiedendo una rogatoria internazionale a Skype che ha tempi lunghissimi. Per questo ora i finanzieri stanno cercando di controllare per lo meno le celle alle quali il telefono dell'imprenditore si è agganciato per ricostruirne gli spostamenti.

Per tutta la mattinata di ieri si è tenuto al comando provinciale della Guardia di finanza un vertice con il sostituto procuraore, Giuseppe Scelsi. Si è fatto un punto sull'indagine e si è deciso di stringere il cerchio sulla vicenda della prostituzione, anche per paura di un cambiamento delle regole in corsa (per esempio, l'inutilizzabilità delle intercettazioni fatte per altri reati). L'indicazione è quella di chiudere al più presto il lavoro già compiuto, stralciare le posizioni di Tarantini e gli altri ed eventualmente mandare le carte ad altre procure se ci sono altri casi di reclutamento.

Intanto prende le distanze dalla vicenda Maria Teresa De Nicolò, la donna che secondo le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi avrebbe avuto un ruolo nel reclutamento delle donne, e in particolare in alcune feste organizzate con politici locali di centrosinistra. "La mia assistita - ha fatto però sapere ieri l'avvocato, Sabino Strambelli - non è indagata né è stata ascoltata dalla Guardia di Finanza come persona informata sui fatti".

Una delle parti centrali dell'indagine - oltre a quella sulle forniture ospedaliere e sulle mazzette a medici e dirigenti sanitari - riguarda però la cocaina. Dall'ascolto dei nastri, da riscontri documentali e fotografici emergerebbe che attorno a Gianpaolo Tarantini circolasse tanta, tanta cocaina. Uno dei suoi ex collaboratori è indagato, così come sarebbe sotto la lente d'ingrandimento degli investigatori la posizione di un secondo uomo molto amico dei Tarantini. Accanto al sesso e alla droga, non potevano mancare le carte. Nell'indagine è venuto anche fuori come a Tarantini piacesse il tavolo verde. Si riuniva spesso con amici e politici, soprattutto a casa sua: sul tavolo cifre a quattro zeri.

(24 giugno 2009)

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