evidentemente il fermo proposito mio e del mio avvocato, di mantenere la vicenda della separazione da mio marito sul piano della compostezza, infastidisce (non capisco perché) persone che non dovrebbero avere alcun interesse per la questione, e che certamente non hanno alcun titolo per esprimere pubblicamente giudizi al riguardo.
Constato, leggendo il Corriere della Sera del 25 giugno (pagina 15), che questo è ora il caso del signor Angelo Rizzoli, persona che non ho mai conosciuto, la cui moglie Melania, che pure non ho mai conosciuto, era già stata prodiga nei miei confronti, qualche tempo fa, di consigli non richiesti né graditi (Corriere della Sera del 23 maggio). Che queste persone—non si sa da quale cattedra o pulpito — insultino quattro mie «amiche milanesi», non meglio identificate, tacciandole di crassa ignoranza, è increscioso ma anche ridicolo. È grave e intollerabile, invece, che il signor Rizzoli mi accusi, dalle colonne del Suo giornale, di «destabilizzare» i miei figli, e in particolare «il più piccolo, Luigi, che andrebbe invece sostenuto: a volte ci si ritira nella religione come fuga dal mondo»: così mostrando, oltre a tutto, di considerare i sentimenti religiosi di mio figlio, che riguardano solo lui e che non sono certo nati in queste settimane, come un fenomeno anomalo e patologico; cosa forse naturale, purtroppo, per chi non riesce nemmeno a immaginare che possano esistere valori diversi da quelli materiali. Per buona fortuna, Luigi non è affatto in fuga dal mondo, e ha sufficiente forza morale per valutare lo squallore di quelle parole. Ma vorrei ugualmente che venisse lasciato in pace, come me e le mie figlie. E possibilmente anche le mie amiche.
Grata per l’attenzione Le invio i miei saluti.
Veronica Berlusconi
27 giugno 2009
6 commenti:
Ha fatto Veronica Lario a reagire, con composteza, alle parole di Angelo Rizzoli, che non avevo letto e che mi sembrano non solo parole in libertà ma dettate dalle pressioni della quota parte di proprietà del Gruppo, che non mi sembra appartenga al Rizzoli.
Angelo "Angelone" Rizzoli (Como, 1943).
Laureato in Scienze politiche, nel 1971, a soli 28 anni eredita la più grande casa editrice italiana, allorché suo padre decide di ritirarsi a vita privata in Costa Azzurra.
Il 12 luglio 1974 "Angelone" (com'è chiamato per la sua stazza imponente e per distinguerlo dal celebre nonno) decide di rafforzare la casa editrice acquistando il primo quotidiano italiano, il Corriere della Sera. L'acquisto avviene contro la volontà del padre.
Angelone commette l'errore di non accontentarsi del pacchetto di controllo, ma di volere per sé il 100% della società editrice. Acquisendo il Corriere realizza il suo sogno di imprenditore, ma comincia a fare i conti anche con un enorme indebitamento.
Il Corriere perde infatti circa 20 miliardi di lire l'anno, con un tasso di inflazione che in Italia è in costante crescita.
La sede storica del Corriere della Sera in via Solferino a Milano.L'immagine della Rizzoli comunque è all'apice e Angelone è considerato un uomo di successo. Nel 1978 conosce ad una festa Eleonora Giorgi. Rizzoli è folgorato dall'esuberante personalità dell'attrice. Neanche un anno dopo i due si sposano (in segreto) nella cripta della Basilica di San Marco, durante una convention Rizzoli a Venezia. Eleonora è già incinta di cinque mesi. Nascerà un figlio maschio, cui viene dato il nome di Andrea.
(WIKIPEDIA)
I conti della casa editrice sono sempre in rosso. La solidità della Rizzoli-Corriere della Sera dipende ora dalle buone relazioni con i partiti politici, "intrecci" che il padre di Angelo aveva sempre accuratamente evitato.
Nel 1981 il «Corriere della Sera» è travolto dallo scandalo della Loggia P2, tra i cui iscritti c'è anche Angelone Rizzoli (tessera n° E.19.77), così come il direttore generale del gruppo Bruno Tassan Din. Con la formalizzazione da parte del Tribunale di Milano, il 4febbraio 1983, dell'amministrazione controllata per il Corriere della Sera, Angelone riceve un mandato d'arresto e viene detenuto in carcere 13 mesi in custodia cautelare, detenuto in attesa di giudizio. Si trova così costretto a vendere il suo gruppo editoriale per evitare la bancarotta.
Al termine della detenzione, sei mesi dopo l'uscita dal carcere, inizia anche la causa di separazione dalla moglie, per "incompatibilità della vita in comune". Nei mesi successivi Eleonora Giorgi chiede la metà del patrimonio del marito [2]. Ottiene 10 miliardi di lire. Otto li percepisce sulla vendita del «Corriere della Sera», 1,5 per la vendita della tipografia di Angelo Rizzoli nonno e il resto in azioni Finriz e Vega 81.
Nel 1985 Rizzoli versa 4 miliardi di lire alla nuova proprietà del gruppo editoriale, per saldare ogni debito personale con la sua ex azienda.
Dopo un lungo periodo di silenzio, negli anni 90 Angelo Rizzoli riprende l'attività come produttore cinematografico e televisivo. Tra le sue produzioni, «Padre Pio» con Sergio Castellitto, «Incompreso», «Cuore»,«La guerra è finita» e «Le ali della libertà» con Sabrina Ferilli.
Nel 2006 il reato per cui fu arrestato nel 1983 è stato depenalizzato; successivamente Rizzoli ha chiesto l'archiviazione del caso.
Oggi "Angelone" Rizzoli ha una società di produzione che fattura oltre 50 milioni di euro. È sposato con Melania De Nichilo, medico, da cui ha avuto due figli, Arrigo e Alberto.
Abita a Roma, nel quartiere Parioli. Malato in gioventù di una forma di sclerosi multipla non degenerativa, è affetto da una leggera zoppia.
Nel 1991 rilasciò un'intervista al settimanale L'Europeo in cui fece luce sui suoi rapporti con i partiti politici nel periodo in cui fu alla testa del gruppo editoriale. Ebbe a dire:
« In quella fine degli anni settanta la classe politica italiana, senza esclusione di nessun partito, diventa famelica, dà la caccia ai soldi delle imprese. I partiti sono immense macchine elettorali, costano [così] tanto che non c'è nessun partito in grado di far quadrare i conti. »
« La pressione pluripartitica [faceva leva] su due punti di forza per incidere nelle decisioni aziendali (…). Uno era l'assillo finanziario[3], come sapevano egregiamente il segretario della DC Amintore Fanfani, o il presidente dell'IMI, Giorgio Cappon (…). L'altro era il potere sindacale, cui erano aggrappati il principale partito d'opposizione, il PCI, i comitati di redazione, i poligrafici. »
In un’intervista a Claudio Sabelli Fioretti, Angelone Rizzoli ha detto:
« Sono passato una sola volta in via Angelo Rizzoli, a Milano. Fu un’emozione enorme. Mi trovavo davanti a qualcosa che si chiama Rizzoli, ha sede in via Angelo Rizzoli, è stata costruita da Angelo Rizzoli e io mi chiamo Angelo Rizzoli. Sogno sempre di tornarci da proprietario. Ma Hölderlin diceva: "L’uomo è un dio quando sogna e un pezzente quando riflette". Quando rifletto mi metto il cuore in pace. Non tornerò mai più a Milano. Mai più in via Rizzoli.»(wikipedia)
BUONA LETTURA!
Interessante!!!
Bene ha fatto la signora Lario a scivere al Corriere della sera usando questo tono tranquillo ma deciso!
La signora Lario è una persona molto decisa e pacata mi sembra giusto che le persone debbano rispettarla
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