lunedì 22 giugno 2009

Da Cossiga ai Dico: in un libro Mastella si confessa


ANDREA CAMILLERI - SAVERIO LODATO

Camilleri, almeno lei, sia clemente. Clemente (Mastella) ha scritto un libro con Marco Demarco: «Non sarò Clemente» (Rizzoli). Galleria di personaggi, il libro si annuncia generoso di gossip d’autore. Clemente: «Mi schierai per il no ai Dico. Prodi minacciò conseguenze sulla mia presenza al governo: “O firmi per i Dico o te ne vai”. Tenni duro. Mi arrivò una telefonata dal Vaticano. Subodorai uno scherzo, e quando sentii quella voce dall’accento teutonico pensai a Fiorello. Poi mi convinsi che era il Papa. Esprimeva il suo apprezzamento per la mia posizione». Secondo me era Fiorello. O no?

Per questo libro di Mastella, parafrasiamo l’incipit dei Sepolcri foscoliani: a egregie cose incitano i libri dei forti. Mastella si rivela un forte, capace di resistere alle minacce di Prodi che pretende che aderisca ai Dico.
Può la coscienza cattolica di Mastella, che ha detto fortissimamente no agli impulsi della carne, vergine sino a 28 anni, piegarsi all’osceno diktat? Egli dice no, simile ai martiri di Otranto che si fecero tagliare la testa piuttosto che abiurare alla loro fede.
Che poi gli abbia telefonato il Papa o Fiorello, caro Lodato, è questione del tutto secondaria.
Il libro rivela altre cose importanti: che Pier Ferdinando Casini rideva a crepapelle a tutte, dicesi tutte, le barzellette che gli raccontava Berlusconi. E questo spiega molte cose: sono prove tremende che segnano un uomo per la vita.
E pare che Mastella faccia un esaustivo elenco delle sue benemerenze politiche. Ha contribuito all’elezione di Cossiga a capo dello Stato; fatto entrare, in Rai, Davide Sassoli, oggi eurodeputato Pd; fatto votare Dc, Raffaella Carrà, fervente comunista...
No, escluderlo dalla vita politica sarebbe stato un gravissimo danno per il Paese. Meno male che Berlusconi lo ha recuperato.

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