ROMA (27 giugno) - Su feste ed escort lo scontro politico si fa sempre più aspro in particolare tra Pdl e Udc. Alle accuse del quotidiano ”Il Giornale” di proprietà di Paolo Berlusconi, fratello del presidente del Consiglio, di essere socio di una “maitresse” in una azienda costituita quindici anni fa, il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa risponde con una querela. Ma è solo l’inizio di una escalation di polemiche.
Cesa, infatti, dopo aver ricevuto la solidarietà di alcuni esponenti del Pdl,
reagisce duramente alla attestazione di solidarietà da parte di Silvio Berlusconi. Rivolto al segretario dell’Udc, ma estendendo la sua solidarietà anche a Massimo D’Alema, chiamato anch’egli in causa dal quotidiano milanese, il premier aveva detto: «Non ho mai condiviso i modi di chi ricorre ai pettegolezzi ed alle chiacchiere di vario genere per insinuare dubbi o gettare discredito nei confronti di qualcuno». E riferendosi alle vicende di questi giorni che lo riguardano aveva aggiunto: «Sono stato facile profeta quando ho previsto che l'imbarbarimento provocato da una ben precisa campagna di stampa avrebbe messo in moto una spirale che va assolutamente arrestata».Ma se Massimo D’Alema non ha replicato lasciando agire i suoi avvocati, Lorenzo Cesa ha lasciato da parte anche qualsiasi diplomazia ed ha dettato alle agenzie parole di fuoco: «Non ho mai partecipato a festini, nè ho mai frequentato minorenni o persone che fanno uso di droga. Rispetto tutti, ma non accetto solidarietà da nessuno, in particolare dal presidente del Consiglio».
Parole di una durezza molto probabilmente inaspettata che costringeranno di lì a poco il presidente del Consiglio a fare una nuova dichiarazione: «Mi dispiace che l'onorevole Cesa non accetti la mia solidarietà. Non ho mai partecipato a cosiddetti festini, non ho mai frequentato minorenni nè so a chi si riferisca quando parla di persone che fanno uso di droga. La sua risposta è offensiva e disdice sia la sua immagine, sia la considerazione che nutrivo nei suoi confronti».
Una giornata difficile, insomma, che non preannuncia cieli sereni per le prossime ore. Ad innescare l’esplosione è stata la seconda puntata di una inchiesta pubblicata con grande evidenza su Il Giornale che riguarda quella che il quotidiano definisce una «inchiesta svanita», datata 1999. Secondo il Giornale, il nome del segretario centrista sarebbe nelle carte di quell'inchiesta relativa a «squillo» che avrebbero frequentato Montecitorio e «personaggi dell'entourage dell'allora premier Massimo D'Alema».
Nel bel mezzo dello scontro politico, la direzione del Giornale ieri ha confermato tutto quanto pubblicato, definendo «incontrovertibile» la notizia che riguarda Cesa. Immediata la presa di posizione del leader del partito centrista, Pier Ferdinando Casini: «Lorenzo Cesa ha la solidarietà senza riserve mia e di tutto l’Udc. Abbiamo ben chiari la logica e il disegno del quotidiano “Il Giornale”. Capiamo bene come si cerchi di fare di tutta l’erba un fascio, di omologare stili di vita, frequentazioni e abitudini tra loro molto diverse» dice Casini. E conclude: «Non siamo ingenui e se qualcuno pensa di intimorire l’Udc ancora una volta non ha capito nulla. Abbiamo avuto un atteggiamento rispettoso in tutte queste settimane verso le persone e le loro famiglie. Non lo cambieremo, perché non siamo soliti trafficare nella melma e non vogliamo abituarci a una politica così sporca».
Prima che si arrivasse a questo livello di scontro solidarietà sia a Cesa che a D’Alema era stata espressa da alcuni esponenti del Pdl, come il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto («Purtroppo quando si mettono in moto processi di imbarbarimento poi è difficile arrestarli») o il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi («Gli attacchi a Massimo D'Alema e a Lorenzo Cesa, cui va tutta la mia solidarietà, sono l'ennesima dimostrazione dell'imbarbarimento del confronto politico e della necessità di un cambiamento profondo». Solidarietà politica valutata evidente poco sincera dal segretario Udc se ha poi reagito. E in tutto questo Francesco Pancho Pardi dell’Italia dei Valori e membro della Vigilanza Rai denuncia quel che definisce «la ridicola descrizione del Tg1 dello scontro tra Berlusconi e Cesa».
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