lunedì 22 giugno 2009

Iran, arrestate 457 persone per disordini


TEHERAN - Dopo i violenti scontri di sabato in piazza Azadi tra manifestanti e polizia (almeno 10 morti e 100 feriti), sono state arrestate a Teheran 457 persone. Secondo l'agenzia Fars, 40 poliziotti sono rimasti feriti negli scontri e 34 edifici governativi sono stati danneggiati. Domenica Mir Hossein Muosavi, il rivale sconfitto da Ahmadinejad alle presidenziali, aveva condannato «gli arresti di massa» dei suoi sostenitori. In un comunicato diffuso attraverso il suo sito web, Mousavi aveva ammonito che gli arresti «creeranno una frattura tra il popolo e le forze armate». Per oggi è stata indetta un nuova manifestazione, dopo che le autorità hanno vietato il funerale di Neda, la ragazza colpita a morte durante le proteste e ripresa in un video che ha fatto il giro del mondo.

«IRREGOLARITÀ IRRILEVANTI» - Il Consiglio dei Guardiani ha fatto sapere di non aver riscontrato «irregolarità di rilievo» nelle elezioni. Lo ha detto il portavoce, Abbasi Ali Katkhodai, sottolineando che il Consiglio respinge l'ipotesi avanzata in alcuni ricorsi secondo cui «in 170 città i voti sarebbero risultati essere più degli aventi diritto». Il portavoce ha però ammesso che in 50 distretti (su un totale di 360 nel Paese) hanno votato più persone rispetto a quelle iscritte nelle liste elettorali e che risultano 3 milioni di voti in più (su un totale di 38 milioni): un numero che comunque, secondo i Guardiani, «non può portare a un cambiamento sostanziale dei risultati». In Iran gli elettori non sono obbligati a votare in un particolare seggio e possono esercitare il loro diritto anche in altre città. «Se supponiamo che i voti contati in questi 50 distretti siano circa tre milioni - ha detto Katkhodai - essi non possono cambiare il risultato nazionale». Secondo i dati ufficiali del ministero dell'Interno, Ahmadinejad ha vinto la consultazione con il 63% e circa 11 milioni di voti in più di Mousavi.


NOTTE DI CALMA A TEHERAN - La notte è trascorsa senza disordini, per la prima volta dalle elezioni del 12 giugno. «A Teheran vi è stata la prima notte di calma e pace dalle elezioni» riferisce la radio di Stato. Domenica sera testimoni hanno però detto di aver sentito degli spari in due quartieri a nord della capitale, roccaforti degli oppositori. Un testimone ha raccontato che circa 200 sostenitori di Mousavi, che si erano radunati nel tardo pomeriggio davanti alla sede delle Nazioni Unite a Teheran, sono stati dispersi da una carica della polizia anti-sommossa.

LIBERATA FIGLIA DI RAFSANJANI - Sul fronte degli arresti, la figlia dell'ex presidente Hashemi Rafsanjani, incarcerata domenica con quattro parenti tra cui la figlia, è stata liberata dopo alcune ore. Era stata arrestata per avere partecipato a manifestazioni vietate dal regime. Anche i suoi familiari sono stati liberati. Negli ultimi giorni la tv nazionale ha diffuso più volte immagini di Faezeh Hashemi che parlava in strada a centinaia di manifestanti pro-Mousavi. La figlia dell’ex-presidente non ha mai nascosto la sua opposizione al presidente rieletto. Da parte sua Ahmadinejad ha accusato la famiglia di Rafsanjani di corruzione.

ARRESTATO GIORNALISTA - È finito invece in carcere un giornalista canadese che lavora per il settimanale americano Newsweek, Maziar Bahari. Lo rende noto la redazione del periodico, che non ha sue notizie dal momento dell'arresto. L'Iran starebbe inoltre valutando la possibilità di espellere alcuni diplomatici europei. «La questione dell'espulsione è in questo momento all'esame del Parlamento. Il ministro degli Esteri si consulterà oggi con la Commissione esteri del Parlamento per valutare le dimensioni esatte delle interferenze» ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri Hassan Ghashghavi, che ha giudicato «inaccettabile il sostegno dell'anarchia da parte degli inviati a Teheran dei media europei».

22 giugno 2009

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