martedì 23 giugno 2009

Critiche al Tg1, interviene Garimberti

Dopo le polemiche e le critiche, il direttore del Tg1 Minzolini interviene in diretta al Tg1 per giustificare la sua scelta: e cioè il black-out sull'inchiesta di Bari e sulle frequentazioni del premier Berlusconi, su tutti i giornali del mondo per il suo incontro con una squillo e la disinvolta gestione degli ingressi a Palazzo Grazioli e Villa Certosa.

"Ad urne chiuse voglio spiegare a voi telespettatori perché il Tg1, malgrado le polemiche, ha avuto una posizione prudente sull'ultimo gossip o pettegolezzo del momento: le famose cene, feste o chiamatele come vi pare, nelle dimore private di Silvio Berlusconi a palazzo Grazioli o Villa Certosa" ha detto Minzolini. "Il motivo è semplice: dentro questa storia piena di allusioni, testimoni più o meno attendibili e rancori personali non c'è ancora una notizia certa e tantomeno un'ipotesi di reato che coinvolga il premier e i suoi collaboratori".

"Accade -ha detto Minzolini- che semplici ipotesi investigative e chiacchericci si trasformino in notizie da prima pagina nella realtà virtuale dei media o per strumentalizzazioni politiche o per interessi economici.

E' avvenuto in passato, come ricorderete, quando si tentò di colpire il presidente del consiglio di allora strumentalizzando la foto che ritraeva un suo collaboratore in una situazione definita scabrosa. E' accaduto più volte - ha continuato - in queste settimane in cui è stata messa sotto i riflettori la vita privata del premier in nome di un improvviso moralismo: abbiamo visto addirittura celebri mangiapreti vestire i panni di novelli Savonarola
".

"Queste strumentalizzazioni, questi processi mediatici, non hanno nulla a che vedere con l'informazione del servizio pubblico -assicura Minzolini- Nella settimana in cui gli Stati Uniti hanno scelto le nuove regole per proteggere il risparmio nel mondo, mentre esplodeva il caso Iran, e alla vigilia del G8, sarebbe stato incomprensibile privilegiare polemiche sul gossip nazionale solo per scimmiottare qualche quotidiano o rotocalco. Questa è la linea editoriale del Tg1 che vi ho promesso, cari telespettatori, fin dal primo giorno. E che continuerò a garantirvi".

La convocazione di Garimberti. Questa mattina il presidente della Rai Paolo Garimberti aveva convocato il direttore: in un colloquio durato 20 minuti aveva ricordato a Minzolini che "completezza e trasparenza dell'informazione sono un dovere imprescindibile del servizio pubblico radiotelevisivo". Ma nell'edizione delle 13.30 del primo telegiornale delle reti pubbliche, l'inchiesta che domina le prime pagine della stampa nazionale e internazionale non era comparsa nei titoli.
C'era stato un un servizio, il quinto del telegiornale - dopo referendum, Iran, maltempo e treno merci deragliato - puntato sulle precisazioni dell'avvocato di Tarantini, l'imprenditore della sanità indagato, dove si fa solo una volta, verso la fine, il nome del presidente del Consiglio, mentre per il resto ci si riferisce genericamente ai "piani alti del potere". La situazione non cambiava molto nel Tg della 20. Minzolini ha affidato il servizio a un inviato di primo piano, Pino Scaccia. Per poi comparire in video e giustifcare le sue scelte.

L'opposizione: "Incredibile".
"Incredibile. Augusto Minzolini è l'unico direttore di giornale e di telegiornale del mondo occidentale - dice Paolo Gentiloni (Pd) - a considerare 'non notizie' le notizie che da settimane coinvolgono il presidente del Consiglio Berlusconi". "Si resta allibiti - conclude - del fatto che questa sua teoria Minzolini l'abbia voluta esporre di fronte a milioni di telespettatori. Al Tg1 e in Rai non si era mai vista una cosa del genere".

(22 giugno 2009)

1 commento:

Fabio Pari ha detto...

Dott. Minzolini, io la stimo come giornalista e rendo onore alla sua carriera, soprattutto per il fatto che in ogni cosa che lei fa ci mette la faccia. Come in questa occasione.

Tuttavia lei dice delle cose che mi lasciano perplesso.
Parla dell'inchiesta della Procura di Bari come di "pettegolezzi" nati da manipolazioni politiche e rancori personali. Omette però, come da giorni le viene benissimo, che in quell'indagine in cui, lei stesso dice, non c'è nulla di certo, si parla di prostituzione e droga.
Nulla di certo, è vero, per questo si chiama indagine.

Mi scusi ma penso che non si chiami "prudenza" la sua, bensì possa chiamarsi "evitare l'impatto mediatico".
Minzolini suvvia, ne parla la stampa MONDIALE oltre che quella italiana e il web.
A meno che non siano tutti impazziti lei ha effettuato una vera e propria censura da regime, somigliante, per certi versi, a quella in atto in Iran (a parte i morti, ovviamente)

In qualsiasi Paese del G8 che possa vantare una reale democrazia e una trasparenza mediatica garantita, un premier coinvolto in uno scandalo del genere si sarebbe dovuto dimettere subito.
Ma siamo in Italia e poi, mal che vada, c'è il Lodo Alfano (o Lodo Pisello, come ribattezzato da Travaglio)