
Ci si chiede: è Silvio Berlusconi che con la sua volgarità, il suo populismo, il suo conflitto d'interessi è la mela marcia che corrompe gli italiani, o sono gli italiani che apprezzano il suo modo di essere, le sue idee, la sua capacità di mentire, la sua prontezza nel contraddirsi quando gli comoda?
Pare certo che gli italiani dei tempi normali, dei giorni di pace, gli italiani che non hanno Annibale ante portas siano i più adatti al mondo a un autoritarismo morbido, come lo fu il fascismo di Benito Mussolini, al confronto del nazismo.
La prova ce la fornisce quotidianamente Sky, la televisione di Rupert Murdoch, con i suoi sondaggi di opinione istantanei dei telespettatori: una linea rossa per i contrari a una scelta di governo, una verde per i favorevoli. La linea verde regolarmente vincente approva a volte con maggioranze bulgare tutte le proposte o decisioni reazionarie, anche quelle che violano la democrazia e gli appelli delle Nazioni Unite per la distensione e la pace.
Berlusconi dice che gli immigrati dei barconi, quelli che rischiano la vita per arrivare da noi, sono "scientificamente scelti dalla criminalità", non solo sfruttati dai criminali ma quasi loro complici? Il 70 per cento degli italiani intervistati approva. La Lega propone le ronde per la sicurezza, quanto a dire una polizia certamente infiltrabile dalle mafie, certamente a discapito della polizia pubblica? L'80 per cento dice subito sì.
Neanche per sbaglio una proposta, un progetto che guardino al bene futuro, alla convivenza civile, all'etica ha la meglio sul tornaconto subito, sui privilegi dell'italiano massa. E i partiti politici, i professionisti del consenso lo sanno così bene che alla vigilia di una consultazione elettorale o sostengono apertamente gli appetiti e gli egoismi degli italiani massa, o adottano le opportune correzioni di rotta, cercano di apparire moderati tra i moderati, e chi insiste a presentarsi come sinistra viene accusato d'infantilismo politico e di fare il gioco del nemico.
Così assistiamo alla fatica di Sisifo del Partito democratico e del suo segretario che ogni volta che si oppone all'autoritarismo berlusconiano viene accusato di non occuparsi dei problemi concreti del paese, come se di questi non si trattasse, per non parlare di Antonio Di Pietro, che per il fatto stesso di fare il suo mestiere di oppositore viene tacciato, anche a sinistra, di essere uno che porta acqua al mulino del sultano.
Italiani brava gente!, si dice, caritatevoli, generosi con i poveri e i perseguitati, ospitali. Ma su una piazza veneta l'ex sindaco di Treviso Giancarlo Gentilini grida: "Popolo della Lega, voglio la rivoluzione contro i campi nomadi e degli zingari. Io ne ho distrutti due a Treviso e adesso non ce ne sono più. Voglio eliminare i bambini che rubano agli anziani. Prenderò dei turaccioli per ficcarli in bocca e su per il culo di certi giornalisti. Voglio la rivoluzione contro quelli che vogliono aprire le moschee e i centri islamici, comprese le gerarchie cattoliche che dicono lasciamoli pregare, ma vadano a pregare nei deserti. Voglio la rivoluzione contro la magistratura, ad applicare le leggi devono essere dei giudici veneti. Voglio la rivoluzione contro chi vuol dare le pensioni agli anziani familiari delle badanti. Voglio la rivoluzione contro i phone center i cui avventori si mettono a mangiare in piena notte e a pisciare sui muri. Che vadano a pisciare nelle loro moschee".
Italiani brava gente! Ma hanno eletto Gentilini a proprio sindaco di Treviso.
(12 giugno 2009)


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