Luigi Mazzella
Il 6 ottobre ci sarà l'udienza della Corte Costituzionale sul Lodo Alfano, ma intanto è già polemica dopo la notizia di una cena riservata del premier e del ministro Alfano a casa del giudice costituzionale Luigi Mazzella. Alla serata hanno partecipato un altro componente dell'Alta Corte Paolo Maria Napolitano, oltre a Gianni Letta e al presidente della commissione affari costituzionali Carlo Vizzini. La cena sarebbe avvenuta a maggio ma ne ha dato notizia ora l'Espresso: il giudice ha confermato dicendo che lui a casa invita chi vuole e ha negato che si sia parlato del Lodo Alfano.
Tuttavia le reazioni sono di grande imbarazzo. Ufficialmente il presidente della Corte Amirante non ha fatto commenti, ma nell'opposizione c'è chi grida allo scandalo perchè è impossibile non legare la serata al forte interesse di Berlusconi alla prossima sentenza dell'Alta Corte sul Lodo Alfano. L'Idv chiede le dimissioni dei due giudici "consigliori" del premier, ma Luigi Mazzella ha subito detto che ad astenersi dalla discussione sul Lodo non ci pensa affatto. Critico anche il Pd: «Ci attendevamo una smentita - dice Lanfranco Tenaglia - e invece abbiamo letto parole di forte rivendicazione...credo che i due giudici sappiano che su un simile incontro alla vigilia della decisione della Corte che riguarda direttamente il premier grava quanto meno l'ombra di una severa inopportunità. Qualsiasi giudice non solo deve essere imparziale ma deve anche apparire tale. Speriamo riflettano sull'opportunità di astenersi dal partecipare alla decisione sul lodo Alfano»
Certo è che sarà nuovamente la Corte Costituzionale a decidere il destino dei processi a carico del premier. Come già fu nel 2004 per il 'lodo Schifanì, vale a dire lo scudo processuale per le più alte cariche dello Stato che la Corte bocciò in toto determinando la ripresa del processo Sme, la Consulta in ottobre dovrà decidere su tre cause che riguardano la sospensione di altrettanti processi a carico del premier. La prima questione di legittimità è stata sollevata dai giudici della prima sezione del tribunale di Milano, davanti ai quali si celebra il processo per presunte irregolarità nella compravendita dei diritti televisivi da parte di Mediaset con Berlusconi tra gli imputati.
Il secondo ricorso è dei giudici della decima sezione del Tribunale di Milano che, dopo aver stralciato la posizione di Berlusconi e investito l'Alta Corte, hanno condannato a 4 anni e 6 mesi l'avvocato inglese David Mills, coimputato del premier, per corruzione in atti giudiziari. La terza causa è arrivata alla Consulta dal gip di Roma Orlando Villoni nell'ambito del procedimento che vede indagato Berlusconi per istigazione alla corruzione di alcuni senatori eletti all'estero durante la scorsa legislatura.
26 giugno 2009
Tuttavia le reazioni sono di grande imbarazzo. Ufficialmente il presidente della Corte Amirante non ha fatto commenti, ma nell'opposizione c'è chi grida allo scandalo perchè è impossibile non legare la serata al forte interesse di Berlusconi alla prossima sentenza dell'Alta Corte sul Lodo Alfano. L'Idv chiede le dimissioni dei due giudici "consigliori" del premier, ma Luigi Mazzella ha subito detto che ad astenersi dalla discussione sul Lodo non ci pensa affatto. Critico anche il Pd: «Ci attendevamo una smentita - dice Lanfranco Tenaglia - e invece abbiamo letto parole di forte rivendicazione...credo che i due giudici sappiano che su un simile incontro alla vigilia della decisione della Corte che riguarda direttamente il premier grava quanto meno l'ombra di una severa inopportunità. Qualsiasi giudice non solo deve essere imparziale ma deve anche apparire tale. Speriamo riflettano sull'opportunità di astenersi dal partecipare alla decisione sul lodo Alfano»
Certo è che sarà nuovamente la Corte Costituzionale a decidere il destino dei processi a carico del premier. Come già fu nel 2004 per il 'lodo Schifanì, vale a dire lo scudo processuale per le più alte cariche dello Stato che la Corte bocciò in toto determinando la ripresa del processo Sme, la Consulta in ottobre dovrà decidere su tre cause che riguardano la sospensione di altrettanti processi a carico del premier. La prima questione di legittimità è stata sollevata dai giudici della prima sezione del tribunale di Milano, davanti ai quali si celebra il processo per presunte irregolarità nella compravendita dei diritti televisivi da parte di Mediaset con Berlusconi tra gli imputati.
Il secondo ricorso è dei giudici della decima sezione del Tribunale di Milano che, dopo aver stralciato la posizione di Berlusconi e investito l'Alta Corte, hanno condannato a 4 anni e 6 mesi l'avvocato inglese David Mills, coimputato del premier, per corruzione in atti giudiziari. La terza causa è arrivata alla Consulta dal gip di Roma Orlando Villoni nell'ambito del procedimento che vede indagato Berlusconi per istigazione alla corruzione di alcuni senatori eletti all'estero durante la scorsa legislatura.
26 giugno 2009
4 commenti:
Luigi Mazzella (Salerno, 26 maggio 1932) è un giurista e politico italiano.
Luigi Mazzella, laureatosi in giurisprudenza nel 1954 presso l'Università di Napoli, vinse concorso per l'Avvocatura dello Stato nel 1956.
Ha svolto il ruolo di capo gabinetto in ambito ministeriale e ha svolto incarichi direttivi presso pubbliche istituzioni, a livello nazionale e regionale.
Ha redatto saggi, articoli e libri su riviste giuridiche, è iscritto all'albo dei giornalisti pubblicisti (Ordine interregionale del Lazio e del Molise ) dal 1992
Ha ottenuto l'onorificenza di «Cavaliere di Gran Croce» al merito della Repubblica italiana dal Presidente della Repubblica Ciampi.
E' Cavaliere dell'Ordine di Malta
Nominato Avvocato Generale dello Stato il 13 dicembre 2001 ha svolto tale incarico fino al 27 giugno 2005.
Dal 14 novembre 2002 al 2 dicembre 2004 è stato Ministro della funzione pubblica nel Governo Berlusconi II.
Eletto giudice della Corte Costituzionale dal Parlamento il 15giugno 2005. Giura il 28 giugno 2005.
Incarichi direttivi in Gabinetti Ministeriali:
Vice Presidenza del Consiglio dei Ministri dal 1970 al 1973 (Vice Capo di Gabinetto)
Ministero dei lavori pubblici dal 1973 al 1975 (Capo dell'Ufficio Legislativo)
Ministero della difesa 1979 al 1983 (Consigliere Giuridico del Ministro)
Ministero per il turismo e lo spettacolo dal 1983 al 1985 (Capo di Gabinetto)
Ministero dell'ambiente dal 1986 al 1987 (Capo di Gabinetto)
Ministero delle aree urbane dal 1987 al 1993 (Capo di Gabinetto)
Il Ministro era il socialista Carmelo Conte, di Eboli.
(WIKIPEDIA)
Paolo Maria Napolitano (Roma, 3 ottobre 1944) è un giurista italiano, giudice della Corte costituzionale dal 2006.
Carriera amministrativa:
Entrato per concorso nei ruoli dell'amministrazione del Senato della Repubblica il 1º ottobre 1971. Dopo avervi svolto funzioni di capoufficio, divenne direttore del Servizio del personale nel 1991. Nel 1997 passò alla direzione del Servizio studi del Senato.
Gli si ascrive la stesura di una lista di dipendenti della sua Amministrazione sospettati di simpatie di sinistra, che avrebbe fatto pervenire al presidente del Senato Pera nel 2001.
Il 1º agosto 2001 fu collocato fuori ruolo per comando in altra pubblica amministrazione (la Presidenza del consiglio dei ministri). Nel 2003 concluse il servizio con l'amministrazione del Senato collocandosi in rapporto di quiescenza.
Carriera consultiva:
Chiamato come componente del gabinetto del Vice Presidente del Consiglio dei ministri Gianfranco Fini a palazzo Chigi all'inizio del I governo Berlusconi, conseguì la nomina a Consigliere di Stato nel 2003.
Proseguì il rapporto con il Vice Presidente Fini quando questi assunse la carica di ministro degli affari esteri nel novembre 2004, seguendolo alla Farnesina dove ricoprì la carica di capo dell'ufficio legislativo.
Conclusa l'esperienza governativa nel febbraio 2006, rientrò a palazzo Spada, dove firmò come relatore il parere 21 giugno 2006 del Consiglio di Stato sul caso Abertis, richiesto dal ministro delle infrastrutture Di Pietro: tale parere prescrisse che, per fondersi con Abertis, la società Autostrade avrebbe dovuto acquisire "preventivamente atti formali di approvazione degli appositi atti di assenso sia da parte di Anas che del ministero delle Infrastrutture". Si ritiene che tale atto sia stato decisivo nell'influenzare il seguito della vicenda.
Carriera giurisdizionale:
Titolato all'elezione alla Corte costituzionale in quanto componente del Consiglio di Stato, è eletto a Palazzo della Consulta dal Parlamento in seduta comune il 5 luglio 2006. Giura come giudice costituzionale il 10 luglio 2006;[1] in verifica dei poteri dell'organo è dai colleghi della Corte giudicato rientrante nella categoria “magistrati anche a riposo delle giurisdizioni superiori ordinaria ed amministrative” (di cui all'articolo 135 secondo comma della Costituzione); si colloca in aspettativa dal Consiglio di Stato fino a fine mandato, esattamente come previsto per i magistrati di quella giurisdizione quando accedono alla Corte costituzionale.
Nel primo biennio del suo mandato, ha redatto la sentenza che ha dichiarato la costituzionalità della norma di legge che nega il pagamento ai dipendenti pubblici della domenica coincidente con le tre feste del 25 aprile, 2 giugno e 4 novembre. Non ha invece firmato come redattore la sentenza, di cui era relatore, che ha annullato l'insindacabilità del parlamentare citato per diffamazione dalla vedova e dall'orfano di un sindacalista ucciso dalla mafia siciliana.
GIUSTO PER FARSI UN'IDEA.
Dimenticavo: una bella faccia di bronzo!
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