ANTONIO DI PIETRO
16 Giugno 2009
Le retribuzioni, per coloro che ne hanno una, sono ferme con un’inflazione al 2%. Questo vuol dire che migliaia di famiglie diventano ogni giorno più povere. Rispetto a tutte le aree della comunità europea, la Campania ha un tasso di disoccupazione ed una depressione del Pil da record. L’Abruzzo, dove i cittadini hanno perso, oltre al lavoro, casa e familiari, è in rivolta per il decreto sulla ricostruzione. Gli operai continuano a morire quotidianamente sul lavoro per la mancanza di regole e controlli. Ed oggi sarà l’ennesimo giorno perso per lavorare a soluzioni urgenti che ci portino efficacemente fuori dalla crisi economica. Eppure, nonostante tutto quello che sta accadendo nel nostro Paese, Silvio Berlusconi e il suo entourage continuano ad arricchirsi utilizzando le loro posizioni per incrementare gli investimenti statali su tv private del 237% in soli tre mesi. Ma la festa non può, e non deve, durare.
Il Presidente del Consiglio è al tramonto politico, lo si respira nell’aria. Ieri ha passato una giornata intera chiuso in una suite di Washington a pensare alle insinuazioni di Massimo D’Alema. Ha talmente tante di spade di Damocle appese sopra il capo da dover studiare con i fidati maggiordomi Ghedini, Cicchitto e Gasparri quale stia per cadergli in testa. Un uomo che ha avuto tutto dalla vita, ma che deve passare il tempo a guardarsi le spalle dai cento diavoli a cui ha venduto l’anima per arrivare dov’è, suscita compassione.
Italia dei Valori si sta organizzando come alternativa di governo, con un programma per rilanciare il Paese, con uomini il cui obiettivo è quello di lavorare e non apparire in show televisivi e prime pagine dei giornali. Un nuovo modo di occuparsi della res publica, una “politica del fare”, dove le scelte intraprese vengono spiegate nelle piazze, discusse con le parti sociali e poi approvate in Parlamento.
Quando un governo non può più permettersi la piazza perché i fischi coprono gli applausi, quando è costretto a convegni chiusi, organizzati per poche lobby di potere, dove le forze dell’ordine superano in numero i partecipanti, allora è un governo che non rappresenta più il popolo, è un governo golpista.

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