Giampaolo Tarantini
"Avendo ricevuto inviti" da parte del presidente Silvio Berlusconi "ho ritenuto di farmi accompagnare da alcune mie amiche per fare bella figura e mettermi in evidenza. Non ho mai corrisposto soldi a chi mi accompagnava se non per rifondere le spese di viaggio e di soggiorno". Sommerso dall'"alluvione di notizie false" e dall'"accusa di alcuni giornali" di non essersi difeso da quanto gli si addebita, Giampaolo Tarantini decide di "ristabilire la verità" e di raccontare all'Agenzia Ansa la propria versione delle vicende che lo hanno visto protagonista nell'ultima settimana.
Soprattutto, Tarantini vuole togliere da sè l'accusa di aver condotto donne, a pagamento, a cene e feste del presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, e chiedere "pubblicamente scusa" al premier "per averlo involontariamente danneggiato".
"Per riportare questa vicenda nei suoi reali confini", Tarantini racconta di aver conosciuto nell'agosto 2008 il presidente del Consiglio, "a cui - dice - ho sempre prestato ammirazione e stima". Dice di non aver dato soldi alle "amiche" che lo accompagnavano a incontri conviviali con Berlusconi, ma di aver loro rimborsato solo le spese di viaggio e di soggiorno. "E' assolutamente fuori discussione - sottolinea - che il presidente Berlusconi possa essere stato a conoscenza di questi miei rimborsi".
Tarantini ci tiene anche ad assicurare di non aver tratto "alcun vantaggio economico" né per sè né per la propria attività imprenditoriale dalla "recentissima conoscenza col presidente Berlusconi" e afferma di aver ricevuto "gravi danni" alla propria immagine imprenditoriale e alle società che ha ceduto al fratello, "ormai posto anch'egli in condizioni di non poter operare a causa della revoca dei mandati da parte di alcune ditte fornitrici".
"La diffusione di notizie assurde sulla mia vita privata - continua Tarantini - sta distruggendo la mia famiglia, mia moglie e le mie due figlie". "Non c'è quindi nessuna verità - conclude - nella ricostruzione dei fatti accreditati da certi giornali con il palese ed esclusivo intento di denigrare il presidente del consiglio al quale voglio chiedere pubblicamente scusa per averlo involontariamente danneggiato".
(20 giugno 2009)
"Avendo ricevuto inviti" da parte del presidente Silvio Berlusconi "ho ritenuto di farmi accompagnare da alcune mie amiche per fare bella figura e mettermi in evidenza. Non ho mai corrisposto soldi a chi mi accompagnava se non per rifondere le spese di viaggio e di soggiorno". Sommerso dall'"alluvione di notizie false" e dall'"accusa di alcuni giornali" di non essersi difeso da quanto gli si addebita, Giampaolo Tarantini decide di "ristabilire la verità" e di raccontare all'Agenzia Ansa la propria versione delle vicende che lo hanno visto protagonista nell'ultima settimana.
Soprattutto, Tarantini vuole togliere da sè l'accusa di aver condotto donne, a pagamento, a cene e feste del presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, e chiedere "pubblicamente scusa" al premier "per averlo involontariamente danneggiato".
"Per riportare questa vicenda nei suoi reali confini", Tarantini racconta di aver conosciuto nell'agosto 2008 il presidente del Consiglio, "a cui - dice - ho sempre prestato ammirazione e stima". Dice di non aver dato soldi alle "amiche" che lo accompagnavano a incontri conviviali con Berlusconi, ma di aver loro rimborsato solo le spese di viaggio e di soggiorno. "E' assolutamente fuori discussione - sottolinea - che il presidente Berlusconi possa essere stato a conoscenza di questi miei rimborsi".
Tarantini ci tiene anche ad assicurare di non aver tratto "alcun vantaggio economico" né per sè né per la propria attività imprenditoriale dalla "recentissima conoscenza col presidente Berlusconi" e afferma di aver ricevuto "gravi danni" alla propria immagine imprenditoriale e alle società che ha ceduto al fratello, "ormai posto anch'egli in condizioni di non poter operare a causa della revoca dei mandati da parte di alcune ditte fornitrici".
"La diffusione di notizie assurde sulla mia vita privata - continua Tarantini - sta distruggendo la mia famiglia, mia moglie e le mie due figlie". "Non c'è quindi nessuna verità - conclude - nella ricostruzione dei fatti accreditati da certi giornali con il palese ed esclusivo intento di denigrare il presidente del consiglio al quale voglio chiedere pubblicamente scusa per averlo involontariamente danneggiato".
(20 giugno 2009)
1 commento:
E' appena il caso di osservare che ben poteva il pres. Berlusconi rimandare al mittente le fanciulle in questione, anzichè riceverne in quantità industriale.
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