
Nell'ultimo giorno di campagna elettorale per l'Europa il presidente del Consiglio va in televisione (ci resta, per meglio dire: non sembra essersi mai mosso da lì, ha solo cambiato canale) per dire che querelerà l'Unità. Questo giornale avrebbe la colpa di aver posto all'attenzione dei lettori la questione dell'uso dei voli di Stato. Prima pubblicando in esclusiva la foto di Apicella che scende dall'Air Force One da cui è scaturita l'inchiesta per abuso d'ufficio della procura di Roma. Poi, ieri, l'immagine della «misteriosa dama bruna» anche lei sull'aereo e un documento riservato dell'Aeronautica che dimostra come la presidenza del Consiglio abbia chiesto di qualificare «voli di Stato» cinque elicotteri e velivoli che fanno capo a Fininvest e altre società del premier. Berlusconi risponde che il carburante lo pagava lui dimostrando quale sia l'unico argomento che comprende: non è una questione di soldi, presidente. Stenterà a crederlo ma non tutto si risolve pagando. È una questione di regole. Di rispetto per il bene pubblico che non si può piegare a un uso privato. Di prepotenza e di cultura del dominio. Se vuole usare i suoi elicotteri per trasportare minorenni e ballerine di flamenco alle sue feste può naturalmente farlo: non li chiami però voli di Stato, qualifica che dà loro la precedenza rispetto ai passeggeri comuni, che allenta o annulla i controlli su cosa e chi si trasporti, che fa dei suoi ospiti un «bene di interesse collettivo» in missione istituzionale. Apicella e le ragazze fanno l'interesse suo e di Topolanek, non quello del Paese. Il tema, vede, è cosa si fa per l'Italia - coi mezzi dello Stato - e cosa per sé. Chi paghi è del tutto secondario. Che lei possa pagare lo sappiamo, nel dubbio si possono sempre consultare le carte del processo Mills. Ieri El Paìs, come vi avevamo annunciato, ha diffuso le foto a noi inibite: il suo sito web ha il record di contatti, soprattutto utenti italiani. Un po' come ai tempi di Radio Londra. Niccolò Mavalà Ghedini ha annunciato querela contro «chiunque riproduca le immagini». È una battaglia persa, avvocato. Sono in rete: nemmeno i soldi di Berlusconi possono fermarle.È stata una campagna elettorale segnata dalle menzogne. Era l'autista di Craxi, mi ha invitato Obama, non ho venduto Kakà. Menzogne misere, niente che riguardi l'interesse collettivo di un Paese stremato. Stremato e deluso perché la politica, anche a sinistra, non ha mantenuto la promessa. Ci sentiamo esuli in patria, non ci pare di avere ancora trovato il nostro posto. Invece c'è, quel posto, solo che è fragile e in pericolo. La destra autoritaria e forcaiola ha imposto al Paese le sue regole. La sinistra è l'unico argine possibile, la casa della sobrietà e della responsabilità, della gente per bene che fatica. Bisogna ricostruirla da dentro, puntare su chi ha il coraggio e la passione per farlo. Puntare l'ultima monetina, scrive oggi per noi Adriano Sofri. Se non possiamo camminare, se le strade sono chiuse da posti di blocco e le gambe ancora fragili, dobbiamo volare. Pretenderemo che sia una sinistra laica coraggiosa e aperta, come i giovani ci chiedono. Pretenderemo che le generazioni oggi escluse possano entrare e contare. Tocca a loro, tocca a noi: non ci sarà nessuno che lo faccia al posto nostro. La rabbia di chi rinuncia è un pessimo rifugio. La speranza è rivoluzionaria e non si compra. L'unico modo per non riuscirci è non provare.

3 commenti:
Questa è una giornalista che mi piace. Pane al pane, vino al vino.
Non ho altro da aggiungere ha detto tutto lei.
Sì, è davvero brava e ha un autocontrollo eccezionale!
Ricordo quando Ignazio La Russa in una trasmissione (Ballarò), non presente in studio ma in collegamento, la apostrofò in modo(secondo lui) beffardo chiamadola "Conchitina": non fece una piega! Ignazio ci deve essere rimasto male, voleva la rissa e non la ottenne.
Però, non manca certo il senso dello humor a Ghedini, chiedere giustizia per le "gravi offese", secondo me non hanno calcolato il rischio di trovarsi davanti una "toga rossa" o bluffeno anche la?? Sono ridicoli.
Brava Concita De Gregorio, "la calma è la virtà dei forti" e Lei lo è!
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