
Camilleri, un’intera quadriglia di senatori - Carlo Vizzini (Pdl), Salvatore Cintola, Salvatore Cuffaro, Saverio Romano (Udc) - deve rispondere, per i pm Antonio Ingroia e Nino Di Matteo, di concorso in corruzione, aggravata dall’avere favorito la mafia. Loro si protestano innocenti, come fanno alcune migliaia di imputati mafiosi. Normale. Ma perché se a finire in manette sono mafiosi o camorristi, scatta l’applauso bipartisan della politica mentre, se tocca ai politici, non si trova un onorevole, dicasi uno, che faccia i complimenti agli investigatori?
Lei mi sembra un pochino ingenuo a domandarsi perché, se un senatore o un deputato vengono inquisiti, la notizia non faccia lo stesso rumore di quando a cadere nella rete della giustizia è un mafioso o un camorrista. Ma via! Lei mette sullo stesso piano un qualsiasi capo famiglia rionale con un uomo politico di spicco e rilevanza nazionale come Totò Vasa Vasa? È chiaro che a quest’ultimo vanno riservati particolari riguardi. E non lo sa che esiste la casta, secondo la felice definizione di Gian Antonio Stella? E che la casta è sempre pronta a far quadrato? Però, anche se il senatore Cuffaro si trova già sulle spalle una condanna di primo grado festeggiata a cannoli, è prematuro gridare al crucifige. Il senatore Vizzini, che faceva parte della commissione antimafia, si è doverosamente dimesso dalla stessa malgrado che quell’uomo d’aspro rigore politico e d’alto senso delle istituzioni, che è l’onorevole Gasparri, avesse autorevolmente proclamato che non doveva dimettersi. Però il senatore Vizzini ha dichiarato che si tratta di una manovra per impedirgli di continuare l’asperrima battaglia che conduce contro la mafia. Manovra di chi? Dei pm Ingroia e Di Matteo? Il senatore Vizzini, oltre a dimettersi, avrebbe fatto meglio a tacere
Lei mi sembra un pochino ingenuo a domandarsi perché, se un senatore o un deputato vengono inquisiti, la notizia non faccia lo stesso rumore di quando a cadere nella rete della giustizia è un mafioso o un camorrista. Ma via! Lei mette sullo stesso piano un qualsiasi capo famiglia rionale con un uomo politico di spicco e rilevanza nazionale come Totò Vasa Vasa? È chiaro che a quest’ultimo vanno riservati particolari riguardi. E non lo sa che esiste la casta, secondo la felice definizione di Gian Antonio Stella? E che la casta è sempre pronta a far quadrato? Però, anche se il senatore Cuffaro si trova già sulle spalle una condanna di primo grado festeggiata a cannoli, è prematuro gridare al crucifige. Il senatore Vizzini, che faceva parte della commissione antimafia, si è doverosamente dimesso dalla stessa malgrado che quell’uomo d’aspro rigore politico e d’alto senso delle istituzioni, che è l’onorevole Gasparri, avesse autorevolmente proclamato che non doveva dimettersi. Però il senatore Vizzini ha dichiarato che si tratta di una manovra per impedirgli di continuare l’asperrima battaglia che conduce contro la mafia. Manovra di chi? Dei pm Ingroia e Di Matteo? Il senatore Vizzini, oltre a dimettersi, avrebbe fatto meglio a tacere


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