
"La prego, signor Presidente, mi risponda nel merito, invece di offendermi anche Lei gratuitamente". Così Antonio Di Pietro riaccende la lunga polemica con Giorgio Napolitano attraverso una lunga lettera aperta indirizzata al Capo dello Stato, nella quale contesta una serie di atti del Quirinale, come la controfirma del ddl sicurezza, del Lodo Alfano o la mancanza di iniziative dopo la cena tra Berlusconi e due giudici costituzionali.
Secondo l'ex magistrato di Mani Pulite, il Presidente avrebbe potuto, "prima di promuovere la legge, con messaggio motivato alle Camere, chiedere una nuova deliberazione. Insomma, a norma di legge costituzionale, poteva e doveva non controfirmare né promulgare la legge ma rinviarla al Parlamento con le stesse identiche motivazioni con cui ha scritto la 'letterina di rimprovero a Berlusconi".
Inoltre, Di Pietro rimprovera a Napolitano di aver polemizzato contro chi lo aveva invitato a non firmare, avendo dichiarato che "chi invoca polemicamente e di continuo poteri e perfino doveri che non ho, mostra di aver compreso poco della Costituzione".
La lettera, pubblicata sul blog del leader dell'Idv, prosegue con una serie di domande con le quali Di Pietro vuole mettere in luce quelle che ritiene essere le contraddizioni del Presidente della Repubblica: "E' vero o no che, in questi casi, Lei ha il potere di non promulgare immediatamente la legge ma di rinviarla alle Camere, con un messaggio motivato?".
Dura la replica della maggioranza. "E' un fatto di gravità inaudita che il signor Di Pietro continui a insolentire il Capo dello Stato", sostiene il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone. "Non è ammissibile che un garante super partes sia ogni giorno oggetto di attacchi, offese e insinuazioni da parte dell'Italia dei Valori. Ecco perché c'è da augurarsi che il nuovo segretario del Pd abbia la forza e la visione necessari per rompere l'alleanza con l'Idv".
Anche dall'opposizione si alzano proteste contro l'ex magistrato. "Il Pd vada dove vuole ma abbia il coraggio di liberarsi del grillismo e di Di Pietro che inietta veleno allo stato puro sul Pd, spiega Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc. "Ora il Pd non sa nemmeno se difendere le istituzioni del paese o seguire Di Pietro nella sua deriva".
(22 luglio 2009)

4 commenti:
Concordo pienamente con Di Pietro.
E' entrato nel merito del diritto costituzionale, mettendo in evidenza le responsabilità del Presidente della Repubblica. E qui mi fermo perchè non sono un esperto.
Ma i giudizi politici li affermo.
Concordo sempre con l'ex magistrato innanzitutto per la sua presentazione " sono l'ex magistrato di mani pulite" affermazione forte e un politico come Napolitano dovrebbe ben capirla.
Mette in evidenza, Di Pietro, tutte le assurdità della legge, mettendo in primo piano la responsabilità e pericoli della Repubblica Italiana, a cui il suo presidente non può esimersi dall'intervenire.
la sua non inteferenza nei fatti della corte costituzionale ha lasciato, secondo me, un vuoto di legalità, un lasciar fare a personaggi di una spregiudicatezza inaudita, e qui Di Pietro fa bene e metterlo in evidenza.
L'articolo parla delle opposizioni, beh Casini per me non è l'opposizione, ma quello che mi fa rabbrividire è il silenzio del PD, forse della stessa stregua del Presidente Napolitano.
Buon ritorno Luigi
Lorenzo
Grazie Lorenzo, hai colto nel segno.
Altro che influenza suina! Ci dev'essere in giro un virus che ha spappolato il cervello alla maggior parte degli italiani. Possibile che soltanto il partito guidato da Di Pietro difenda la legalità e i diritti democratici dei cittadini? Deprimente.
rossana
Sai Rossana, la febbre suina ha contribuito, ma lo spappolamento di ogni cotenuto etico-morale degli abitanti dell'Italia (italiani mi pare eccessivo) è iniziato molto prima.
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