domenica 19 luglio 2009

La fattoria degli animali


di Piero Ignazi


Ogni sistema di potere non si regge senza una legittimazione e senza una sorta di 'mission', esplicita o implicita che sia. Il sistema di potere creato da Silvio Berlusconi a partire dal 1994 aveva - e ha tuttora - due finalità fondamentali: salvare l'impero Mediaset dal fallimento verso il quale stava precipitando in quegli anni, e salvare l'Italia dai comunisti. Il primo risultato è stato brillantemente raggiunto sia per scelte di uomini azzeccate al suo vertice (Franco Tatò, ad esempio); sia per normative favorevoli (emblematica la vicenda di Rete 4); sia per la non belligeranza del mondo politico ed economico.

La seconda finalità, all'inizio, faceva sorridere. Era finita la guerra fredda, il comunismo e il Pci non c'erano più da anni e questo resuscita un ritornello da anni Cinquanta.

Eppure quella vecchia melodia si era profondamente sedimentata nelle menti e nei cuori di tanti italiani. La Dc l'utilizzava solo nei momenti elettorali e poi la rimetteva nel cassetto, perseguendo politiche che necessitavano di un ampio consenso. Ma serviva mantenere viva l'esistenza di un nemico, forte e minaccioso - così come lo era, per la sinistra, il capitale e/o il fascismo, altrimenti detto 'la reazione' - perché forniva un facile e immediato senso di appartenenza: noi siamo di qua, contro 'gli altri'. Pur sotterrata da anni di bassa temperatura ideologica, la frattura, sotto traccia, era ancora scomposta. L'unico, autentico, colpo di genio del Cavaliere è stato quello di rivelarla, di riaprirla e di tenerla sempre attiva.

Ancora la scorsa settimana, non ha saputo far altro che gridare ai microfoni che era contestato da "gruppi di comunisti organizzati". Una frase non casuale perché unisce vari messaggi: l'organizzazione di un dissenso che altrimenti non ci sarebbe e quindi la malvagità di chi lo 'crea' artificiosamente; la connotazione di comunisti perché solo gli amici di Pol Pot possono concepire di contestarlo.

Questa insistenza fobica sul pericolo rosso ha ancora efficacia presso il suo elettorato. Come mai? Perché in questo quindicennio è stato costruito un 'nuovo elettorato' - il suo -, cioè un elettorato autenticamente e 'liberamente' di destra che prima non si esprimeva in quanto tale, tarpato com'era dall'ottundimento democristiano e l'impresentabilità neofascista. A questo elettorato, peraltro differenziato e disomogeneo, il Cavaliere ha proposto di identificarsi nella sua 'bio-storia' (corpo e anima), e di combattere il nemico che vuole rovinare l'Italia. Due identità deboli e forti allo stesso tempo: deboli in quanto l'una riassume tutto in una persona con tutti i rischi connessi, e l'altra è declinata al negativo; forti perché di facilissima identificazione: sono per/con Berlusconi, sono contro i comunisti e la sinistra.

Per mantenere questa impalcatura Silvio Berlusconi ha introdotto una dinamica populista di contrapposizione assoluta con il nemico, salvo tendergli la mano per fargli abbassare la guardia e colpirlo meglio, rafforzata dalla produzione di un sistema di credenze ad usum delphini. Su quest'ultimo aspetto siamo entrati in una dimensione puramente orwelliana. Un episodio su tutti: l'invenzione del fidanzamento di Noemi. Scaricato l'impresentabile Gino, prodotto autentico dell'ambiente dove vive e opera la famiglia Letizia, ecco arrivare dalle fucine del mondo Mediaset e dintorni un giovanotto aitante e belloccio, adatto a creare una immagine glamour della giovane illibata. Un fidanzamento creato a tavolino (all'usanza talebana), con incontri e foto relative concordati con i media del padrone, per fornire l'immagine della ragazza e della famiglia in questione (e siamo sempre curiosi di sapere a quale titolo il signor Letizia potesse parlare di candidature con il presidente del Consiglio...). In questo piccolo grande caso siamo di fronte a una spudorata 'creazione della realtà'. E chi non ci sta, come una delle ragazze di Bari, si trova, guarda caso, l'auto bruciata.

Non basta. Assistiamo anche alla invenzione di nuove norme etiche, per cui i giudici della Corte costituzionale nominati dal centrodestra rivendicano con orgoglio la loro fedeltà al benefattore, senza che gli passi per l'anticamera del cervello che un comportamento del genere, in paesi democratici, porterebbe alle immediate dimissioni; provino a chiedere ai loro colleghi europei e nordamericani cosa ne pensano: provino. Siamo ormai entrati a pieno titolo nella fattoria degli animali (e in via di uscita dalle democrazie normali).

(09 luglio 2009)

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

ORWELL, SEMPRE ORWELL, ETERNAMENTE ORWELL.