
L'ultima Ora d’aria sulle trattative Stato-mafia del 1992-‘93 si chiudeva con un invito ai signori delle istituzioni: «Per favore, ci raccontate qualcosa?». In sette giorni Mancino, Violante, Ayala e Martelli han raccontato qualcosa, lasciando intendere che in certi palazzi si sa molto più di quanto non sappiano i magistrati e i cittadini. Ogni tanto se ne distilla una goccia. Quando non se ne può fare a meno.
Ciancimino jr. racconta che nell’autunno ’92 il padre Vito, per trattare col colonnello Mori, pretendeva una «copertura politica» dal ministro dell’Interno Mancino e dal presidente dell’Antimafia Violante.
A 17 anni di distanza, Violante ricorda improvvisamente che Mori voleva fargli incontrare Ciancimino, ma lui rifiutò. Peccato che non l’abbia rammentato 10 anni fa, quando Mori fu indagato a Palermo (favoreggiamento mafioso) per la mancata perquisizione del covo di Riina (assoluzione) e la mancata cattura di Provenzano (processo in corso). Mancino nega da anni di aver incontrato Borsellino il 1° luglio ’92, esibendo come prova la propria agenda e smentendo così quella del giudice assassinato. Ma ora viene sbugiardato da Ayala: «Mancino mi ha detto che ebbe un incontro con Borsellino il giorno in cui si insediò al Viminale (1° luglio ’92, come segnò il giudice, ndr): glielo portò in ufficio il capo della polizia Parisi. Mi ha fatto vedere l’agenda con l’annotazione». Intanto Mancino svela a Repubblica che nel ’92 disse no a trattative con la mafia, ma senza rivelare chi gliele propose. Poi, sul Corriere, fa retromarcia: «Nessuna richiesta di copertura governativa». E l’incontro con Borsellino? Prima lo nega recisamente: «Non c’è stato. Ricordo la chiamata di Parisi dal telefono interno: “Qualcosa in contrario se Borsellino viene a salutarla?”. Risposi che poteva farmi solo piacere, ma poi non è venuto». Poi si fa possibilista: «Non posso escludere di avergli stretto la mano nei corridoi e nell’ufficio… non ho un preciso ricordo». Cioè: ricorda un dettaglio marginale (la chiamata di Parisi), ma non quello decisivo (l’erede di Falcone appena assassinato si perse nei meandri del Viminale o trovò la strada del suo ufficio?).
Poi torna a negare: «È così, ho buona memoria. Del resto c’è la testimonianza del pentito Mutolo: Borsellino interruppe l’interrogatorio con lui per andare al Viminale e tornò stizzito perché anziché Mancino aveva visto Parisi e Contrada». Scarsa memoria: Mutolo afferma che Borsellino tornò sconvolto perché gli avevano fatto incontrare Contrada, non perché non avesse visto Mancino (anzi, scrisse nel diario di averlo visto). Resta poi da capire perché, fra Capaci e via d’Amelio, mentre partiva la trattativa Ros-Ciancimino, ci fu il cambio della guardia al governo. «Io e Scotti – ricorda l’allora Guardasigilli Claudio Martelli - eravamo impegnati in uno scontro frontale con la mafia. Ma altre parti di Stato pensavano che le cose si potevano aggiustare se la mafia rinunciava al terrorismo e lo Stato evitava di darle il colpo decisivo. In quel clima qualcuno sposta Scotti dall’Interno alla Farnesina e pensa pure di levare dalla Giustizia Martelli, che però dice no». Signori delle istituzioni, siamo sulla buona strada, ma si può fare di più. A quando la prossima puntata?
27 luglio 2009


10 commenti:
Penso a tutte quelle persone che da anni seguono Beautiful, si sono perse una soap-opera molto più interessante, quella dei nostri politici. Povero Martelli, così integerrimo e ligio al dovere mentre era Ministro della Giustizia. Se solo, mentre sosteneva lo scontro frontale con la mafia, gli avessero spiegato cosa stava facendo un "normale cittadino" di nome Gioacchino Genchi a fianco di Falcone, forse quello scontro l'avrebbe vinto, cosa può saperne un Ministro della Giustizia che i giudici si avalevano, già d'allora, dell'appoggio di un tecnico per incastrare i mafiosi?? Lo ha scoperto ad "Anno Zero"!!!
Martelli è un combattente nato, si nel destreggiarsi a dire bugie!!
Concordo.
Sono convinto che la trattativa con la mafia ebbe inizio, ma poi qualcosa andò storto ( Falcone Procuratore di Palermo).
Sono convinto che dopo la loro morte questa trattativa ricomincio dopo qualche tempo (94?), solo che un'altro intoppo ci fu nella loro strada, Caselli procuratore.
Ora la trattativa mi sembra compiuta, hanno tolto di mezzo capimafia ormai vecchi e lo stato rinuncia a colpire nuovamente.
Lorenzo
Lorenzo, questa è una vicenda complicata, nella quale non è agevole azzardare qualcosa.
Le persone coinvolte sono a vario titolo sempre in pista, fino a livelli molto alti.
Quello che è certo è che Borsellino, al rientro da Roma dove aveva incontrato Mancino Ministro dell'Interno, era molto sconvolo e ossessionato dalla necessità di fare presto, ma non ci riuscì, fu assassinato prima.
Lorenzo, Tu nooo...
non puoi ragionare in questi termini.Perchè? Perchè sei intelligente...altro non dico, penso che Luigi sia stato chiaro.. anche se criptico :))
Vedo che il malumore ti è passato.
Io non sono stato criptico, sempliecmente Marco Travaglio davvero rende difficile fare commenti, visto che usa concetti molto rarefatti (se dicesse di più aumenterebbe il numero di querele a suo carico) e parole molto sfumate.
Che ho detto che non va Francy?
Io penso che abbia vinto la mafia, aveva già vinto con l'uccisione di Falcone e Borsellino. Gli arresti "eccellenti" furono un favore alla mafia. le cosche scalzate da Riina sono tornate al potere, grazie ad apparati dello stato. Caselli lo aveva capito. Infatti vole aprire fascicoli a carico di alti politici ( mi sembra evidente il nome a cui mi riferisco). Se fosse stato condannato il lavoro sarebbe continuato proprio con le persone di cui si parla ora. Ma fronde di falsi garantisti si misero all'opera, prezzolati da politici ben in vista oggi.
Caselli è un procuratore che vede molto lontato, alla stregua di falcone e Borsellino. Ma si parlerà di lui quando non ci sarà più.
L'unica cosa che non va nel tuo commento caro Lorenzo è una convinzione, quella che la mafia abbia vinto.
In questa materia occorrono i piedi di piombo (!), per me l'unica certezza che ho è che la mafia si sia infiltrata nella politica, ormai da molto tempo, e resta silente e non ammazza nessuno quando non si sente minacciata.
Oggi non si sente minacciata, ma da questa constatazione arrivare ad affermare che ha vinto ce ne corre.
Ciò che mi sento di affermare è quanto segue: quando lo Stato lo ha voluto fare il terrorismo è stato sconfitto, ma commise l'errore di minacciare da vicino i politici e qualcuno lo ammazzò pure.
L'ovvia conclusione è che lo Stato non ha mai veramente voluto affrontare e vincere la lotta a tutta la criminalità organizzata, lo hanno fatto solo pezzi dello Stato, che sono stati progressivamente delegittimati, isolati e uccisi.
Questa è la realtà.
Infatti la penso anche io così, ma l'analisi che faccio è appunto che ha vinto la mafia infiltrandosi negli apparati dello stato.
Non dico che non si possa più debellare, anzi, bisogna continuare a denunciare questi fatti, creare le condizioni affinchè la magistratura e gli altri apparati dello stato facciano il loro compito.
Ma per ora mi sembra che si vada in senso opposto, grazie a questo governo.
Approposito ricordo, ma ahimè, non ricordo la fonte di questa notizia,vado a memoria, che il ministro degli interni tedesco si lamentò con l'Italia perchè con il nuovo governo non ci furono più scambi di notizie sui mafiosi italiani.
Lorenzo, "ha vinto" senza specificare cosa non riporta chiaramente il tuo pensiero.
"Sta vincendo" è meglio.
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