lunedì 13 luglio 2009

Papi, terremotato ad honorem


ANDREA CAMILLERI - SAVERIO LODATO

Camilleri, papi si farà terremotato fra i terremotati. Ascolti: «sto cercando una casa per venire qui a L’Aquila ad agosto: ci tengo troppo a consegnare le prime case entro settembre e credo sia opportuna una mia presenza: l’occhio del padrone sappiamo cosa produce...». Se viene posseduto dallo spiritello della solidarietà, si salvi chi può. Lo vedremo saltar sui barconi respinti in Libia per consegnarsi in un centro accoglienza, clandestino fra i clandestini. Lo vedremo dentro il Tg1 a dar la linea, in tutti i sensi, all’Augusto Minzolini o nel Tg 5, alle spalle del Mimun. O dentro la porta del Milan, a far da secondo portiere. O sui cornicioni di Palazzo Venezia, per impedire i suicidi. Rimpiangeremo il bel vecchio papi di una volta.

E dunque il nostro onnipresente Berlusconi metterà su casa all’Aquila, per pigliare in pugno la ricostruzione, un po’ differita perché le rovine andavano conservate per mostrarle agli ospiti del G8 e spillar loro quattrini. Attenzione però che nel vocabolario berlusconiano la parola casa ha un significato tutto suo. Deve essere un villone di una quarantina di stanze per ospitarvi statisti di passaggio, escort in sede stabile, cantanti e politici, tre o quattro piscine, un vulcano finto e una pista d’atterraggio. Non invidio i suoi futuri vicini. Essi, che magari sono rimasti coraggiosamente nella loro terra dopo il sisma, resisteranno alla presenza quotidiana di Berlusconi? Il suo camaleontismo sta raggiungendo punte mai toccate prima.
Lei pensa, caro Lodato, che dopo le vesti di terremotato ad honorem indosserà quelle di extracomunitario fra gli extracomunitari? Io non credo che si spingerà a tanto. Gli extracomunitari amano abitare in venti in una stanza che al massimo ne può contenere quattro, fanno volentieri a meno dei servizi igienici e dell’acqua, cioè di quelle cose che distinguono l’uomo civilizzato dagli altri.
E papi che, sono d’accordo con Lei, finiremo per rimpiangere, è uno che si fa sei docce a notte, fra una prestazione taurina e l’altra.

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