sabato 29 agosto 2009

Il premier affonda la mediazione di Letta


di Federica Fantozzi


Le pagine da 1 a 3 del Giornale secretate giovedì fino alla chiusura serale per evitare insider trading. La telefonata Berlusconi-Feltri la stessa sera. Il colloquio in cui Letta, plenipotenziario azzoppato, informava desolatamente il presidente della Cei Bagnasco del siluro in arrivo. Lo scontro tra il premier e lo stesso Letta che lo avvisava sulla falsariga dell’Economist: in Italia i governi che si sono messi contro la Chiesa non sono durati, è una strada senza uscita.

Cosa c’è dietro il colpo di scena che ha mandato a monte la pax Vaticana di Silvio? Perché Feltri ha messo nel mirino il direttore di Avvenire in concomitanza con la cena della Perdonanza anziché aspettare qualche giorno, prendendo così due piccioni con una fava? Anche chi nel PdL sussurra dell’irritazione di Berlusconi per una partita sfuggita di mano, ammette a mezza bocca: «La maionese forse è impazzita, ma la maionese hanno voluto fare...».

Dopo mesi in cui lo hanno fatto «ballare», Berlusconi ha deciso la linea dura: cancellare in alleati, falsi amici e poteri forti, l’idea che sia un’anatra zoppa. La querela (un po’ tardiva) a Repubblica per le 10 domande. La mission feltriana di non fare prigionieri. Il silenzio di fronte al crescendo di esternazioni leghiste sull’immigrazione. L’attivismo di Letta per ottenere un incontro senza un mandato pieno alle spalle, mentre il premier celava a stento il fastidio di sentirsi sulla graticola. Fino alla prova muscolare nei confronti di un Oltretevere molto preoccupato per lo smarcamento di Fini nell’imminente dibattito su testamento biologico e pillola abortiva. Incurante dell’assist che lo stesso Bertone gli aveva appena offerto, dichiarando che quando si intervista un prete non si possono attribuire le parole al Papa.

Del resto la tesi che picchiare è meglio che chiedere scusa, non è condivisa solo dal Senatùr ma anche dal vecchio amico Cossiga, profondo conoscitore di vicende politiche nonché di carte giudiziarie: «Ormai è un casino. Tutti parlano a nome della Chiesa, serve che la segreteria di Stato prenda in mano la situazione - avverte l’ex capo dello Stato - Io non sarei andato alla Perdonanza: Berlusconi è premier in un regime concordatario, il che pone limiti allo Stato verso la Chiesa ma anche alla Chiesa verso lo Stato. Altrimenti, se uno vuole giocare libero si abroga il Concordato». L’antifona è chiara. Feltri, forte dell’alibi di rilanciare il Giornale, brinda alle 50mila copie in più. E prepara le prossime puntate.

29 agosto 2009

2 commenti:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

I 50.000 imbecilli in più che l'hanno acquistato!

Francy274 ha detto...

Concordo...mancavano all'appello...quindi gli imbecilli aumentano, ahimè, nel Paese dei balocchi.