martedì 29 settembre 2009

Brunetta attacca i giudici: "L'Anm è un mostro, va tagliato": La replica: "Non sa di cosa parla"


Come Berlusconi, oltre Berlusconi. E' scontro tra l'associazione dei magistrati e e Brunetta dopo che il ministro aveva rivolto contro i giudici accuse al limite dell'insulto. Del tipo: "Si sono montati la testa, negli uffici giudiziari è il caos". L'Anm replica piccata: "Il ministro non sa di cosa parla, l'organizzazione della giustizia dipende dal governo".

Brunetta, in particolare, aveva definito un mostro proprio il sindacato dei magistrati, perchè avrebbe influito anche sul funzionamento del Csm, l'organo di autogoverno della magistratura. Brunetta annuncia il suo programma: «Bisogna tagliare questa cinghia di trasmissione». L'ultima sceneggiata del ministro è avvenuta a margine della presentazione del libro di Stefano Livadiotti «Magistrati l'ultracasta». Brunetta ha spiegato che «le correnti dell'Anm di fatto decidono gli equilibri all'interno del Csm e qui si produce il mostro, con effetti sulle questioni economiche, disciplinari e di carriera della categoria, che sono determinate per via sindacale». Quindi, «per risolvere il problema bisogna tagliare questa cinghia di trasmissione».

«Il 90% dei problemi della giustizia in Italia sono organizzativi - ha detto ancora Brunetta - e sono risolvibili con l'information and communication technology: anche per i magistrati si può pensare a badge, controllo delle presenze, controlli di produttività e controlli dei ritardi». «Se si va in qualsiasi tribunale italiano si trova il caos e dalle 14 non c'è più nessuno - ha detto poli polemicamente - e più il sistema di lavoro è complesso più ha bisogno di organizzazione scientifica, che nella magistratura e nella produzione della giustizia non c'è: il settore è opaco». Parole evidentemente dettata dalla scarsa conoscenza che Brunetta ha del lavoro dei giudici.

Brunetta, che da tempo si incarica di parlare alla pancia del Pdl, ha rilanciato la vecchia ossessione berlusconiana contro i giudici. "I magistrati - dice - sono servitori dello Stato come tutti gli altri, forse si sono montati un pò la testa».

Il vicepresidente dall'Anm, Gioacchino Natoli, sfortunatamente presente alla presentazione del libro è stato costretto a replicare, soprattutto alla contestazione sui tribunali vuoti nel pomeriggio: «Questo succede perchè un suo collega di governo ha tagliato gli stanziamenti per gli straordinari». «Lei dice cose non vere», è stata la risposta di Brunetta. I due contendenti si sono poi accordati per fare un giro dei tribunali italiani («a sorpresa», ha precisato Brunetta) per verificare sul campo la situazione.

La replica dell'Anm è arrivata oggi sotto forma di comunicato molto duro: «Evidentemente è più facile insultare e fare propaganda, che assumersi la responsabilità del proprio operato». Così, il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara, il vicepresidente Gioacchino Natoli e il segretario generale Giuseppe Cascini, replicano alle affermazioni del ministro Brunetta. «Un ministro della Repubblica, tanto più della Pubblica amministrazione - aggiungono i vertici dell'Anm - non può ignorare che l'organizzazione della giustizia è attribuita dalla Costituzione al ministro della Giustizia, e quindi al governo».

Il ministro, aggiunge l'Anm, «non sa di cosa parla». «Gli organici della giustizia e la presenza del personale amministrativo sono decisi dal governo - dice ancora l'Anm - Lo scorso anno il governo, su proposta dello stesso ministro della Pubblica amministrazione, ha tagliato drasticamente gli organici del personale degli uffici giudiziari». Inoltre «recenti circolari del governo - conclude l'associazione - chiedono ai magistrati di non fissare udienze pomeridiane, per l'impossibilità di assicurare la presenza e la retribuzione del personale di cancelleria in orario straordinario».

«Le leggi che sembrano fatte al solo scopo di impedire la celebrazione dei processi» sono un'ulteriore causa della «crisi gravissima del sistema giudiziario», continua l'Anm. Una crisi, aggiungono i vertici dell'Anm «di cui sono vittime in primo luogo i cittadini, ma anche i magistrati e il personale amministrativo; e che quel 'mostrò dell'Associazione nazionale magistrati si affanna da anni a denunciare, chiedendo ai governi interventi, misure e risorse»

29 settembre 2009

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