"Le affermazioni sopra le righe riducono ulteriormente il prestigio dello Stato". E' infuriato il vicepresidente del Csm Nicola Mancino per le accuse pronunciate da Renato Brunetta. Il ministro della Pubblica aministrazione ha definito il "sindacato delle toghe" un "mostro" e annunciato controlli più stringenti sulla produttività dei giudici "che si sono montati la testa". Così non va, dice Mancino. "Serve un confronto costruttivo e non la violenza verbale", avverte il numero due del Consiglio superiore della magistratura. "Le affermazioni sopra le righe - prosegue Mancino - possono solo ridurre ulteriormente il prestigio dello Stato, bene che va difeso soprattutto quando si hanno responsabilità politiche ed istituzionali".
Anm: "Il ministro non sa di cosa parla". A Brunetta replica duro anche il presidente dell'Associazione nazionale magistrati Luca Palamara: "Brunetta non sa di cosa parla. Ma se è stato proprio il governo, l'anno scorso, a tagliare drasticamente gli organici del personale degli uffici giudiziari. E sempre il governo ha chiesto ai magistrati di non fissare udienze pomeridiane per l'impossibilità di assicurare lo straordinario al personale di cancelleria. Le leggi che sembrano fatte al solo scopo di impedire la celebrazione dei processi" sono un'ulteriore causa della "crisi gravissima del sistema giudiziario".
Alfano: "Anm esagerata". Parole che suscitano la risposta del ministro della giustizia Angelino Alfano: "La reazione dell'Anm alministro Brunetta mi è sembrata esageratamente forte. Soprattutto - ha proseguito - laddove fa riferimento a leggi che bloccano i processi. Abbiamo fatto leggi come la riforma del processo civile, leggi antimafia che hanno avuto largo consenso di opinione pubblica, forte consenso del Parlamento e largo consenso dell'Anm".
Brunetta: "Anm è un mostro". Il botta e risposta tra Anm e Brunetta era iniziato già ieri alla presentazione del libro di Stefano Livadiotti "Magistrati. L'ultracasta" a cui era stato invitato oltre al ministro anche il vicepresidente dall'Associazione Gioacchino Natoli. "Anm è un mostro" aveva detto il ministro Brunetta. "Penso ad un badge che controlli le presenze e la produttività dei magistrati: sono servitori dello Stato come tutti gli altri. Al Tribunale di Roma mi hanno detto che alle 14 non c'è più nessuno".
"Colpa del governo". "Questo succede perché un suo collega di governo ha tagliato gli stanziamenti per gli straordinari", aveva ribattuto Natoli. "Lei dice cose non vere", fu la replica secca del ministro Brunetta. "L'Anm determina, al netto dei membri laici, la composizione dell'organo di governo autonomo che è il Csm", aveva continuato Brunetta. "Tutti i problemi legati all'autonomia della magistratura vengono determinati per via sindacale".
"Il ministro non conosce la realtà". Ma Anm non abbassa la guardia e ribatte con puntiglio alle parole del ministro: "La situazione di inefficienza - spiega il presidente dell'Anm di Roma e del Lazio Paolo Auriemma - è dovuta alla consistente carenza di mezzi, alla riduzione progressiva del personale amministrativo e alla presenza di leggi farraginose e confuse. Le espressioni del ministro - conclude Auriemma - mostrano quanto sia lontana dalla realtà la conoscenza da parte di alcuni esponenti politici della situazione esistente".
(29 settembre 2009)
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