martedì 22 settembre 2009

Minacciata con un sms: "Stai attenta"

di CARLO BONINI


C'è una mano, ancora anonima (ma forse non per molto), che sta avvelenando il lavoro della Procura sulla scuderia di escort e ragazze immagine di Gianpaolo Tarantini destinate a Palazzo Grazioli e Villa Certosa. Che, nei giorni scorsi, ha depositato un'intimidazione elettronica sul cellulare di una delle 30 ragazze che sono state ospiti del Presidente e che dovevano ancora essere ascoltate come testimoni nel nuovo giro di interrogatori disposti dalla Procura tra Roma e Milano.

Un semplice sms. Due parole. "Stai attenta". Il messaggio arriva alla ragazza da un'utenza fissa di Roma (06-67....) di cui non risulta sia stato ancora accertato l'intestatario, ma che convince la Procura che la "collaborazione" di Tarantini sia tutt'altro che "leale". Che chi, insomma, sta provando a manipolare la scena investigativa delle escort e della cocaina, lavori in realtà proprio su mandato di chi ne è il centro: Tarantini. Sollecitato dalle domande del pm nel suo interrogatorio in carcere, Tarantini, ieri, ha negato di essere stato l'autore dell'intimidazione ovvero di averla commissionata. Al contrario, ha ricordato di essere stato lui a fare per primo il nome della ragazza in uno dei suoi verbali del luglio scorso e di non avere dunque nessuna ragione valida per minacciarla. Piuttosto, ha aggiunto, "altre persone coinvolte in questa inchiesta potrebbero avere interesse al suo silenzio".

Una spiegazione che ha convinto evidentemente il gip, ma non la Procura, né la Guardia di Finanza. Gli improvvisi silenzi, i "non ricordo" e le poco convincenti smentite con cui in questo secondo giro di interrogatori le ragazze hanno evitato di confermare anche le circostanze più innocue della loro partecipazione alle serate con il Presidente sono infatti, ad avviso di chi indaga, il sintomo di un lavoro di inquinamento che, tra luglio e agosto, ha raggiunto il suo obiettivo. Impiccare l'accertamento dei fatti ad un'unica fonte. A quel Gianpaolo Tarantini che dal giorno uno di questa storia, e fino a due settimane fa, ha continuato a portare in giro un'intera Procura della Repubblica. Ora proponendosi come interessato testimone su fatti di corruzione (la sanità) in cui è stato corruttore bipartisan. Ora accreditando la "favola" del giovane, cinico e ambizioso imprenditore di provincia che, senza alcuna contropartita, la fa credere al Presidente del Consiglio, precipitandolo in un giro di prostituzione di cui non porta nessun tipo di responsabilità.

Non è un caso, del resto, che a tutte le ragazze interrogate negli ultimi giorni (compresa Stella Novarino, l'ex modella che partecipa alla cena di Palazzo Grazioli del 2 dicembre 2008, rivelando la presenza del capo della protezione civile Guido Bertolaso e dell'ex direttore di Rai1 e oggi di Rai Fiction Fabrizio Del Noce) i finanzieri abbiano rivolto una domanda ricorrente: "È stata minacciata o avvicinata da qualcuno?". E non è un caso che nelle ultime informative consegnate alla Procura, gli investigatori si siano dedicati alla ricostruzione dei rapporti che, a Roma, Tarantini avrebbe annodato con giornalisti disposti a concordare tempi, modi e contenuti allusivi delle sue uscite pubbliche. Come anche con "amici importanti" (così li definiscono fonti investigative) capaci di assicurargli una rete di protezione finanziaria, oggi in Italia e domani all'estero, quando questa storia si farà assai più feroce di quanto non sia stata sin qui.

(22 settembre 2009)

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

CHISSA' PERCHE' NON VIENE DETTO DEL CENTRALINO DI QUALE UFFICIO SI TRATTI.