lunedì 19 ottobre 2009

Caso Mesiano, è rivolta al Tg5 tensione nelle redazioni Mediaset

di CARMELO LOPAPA


"Oggi non rispondo alle vostre domande. Piuttosto, inquadratemi i calzini, sono la cosa più importante" dice Dario Franceschini alla troupe del Tg5 che segue l'indicazione e zoomma. I calzini sono turchesi, ormai simbolo della solidarietà al giudice Raimondo Mesiano pedinato dalle telecamere di Canale 5 e irriso da un servizio, tra l'altro, anche per il colore dell'indumento.

Quel servizio adesso spacca proprio le redazioni Mediaset. Un gruppo di giornalisti alza la voce contro una linea e un modo di operare in cui non si riconoscono. Il coordinamento dei comitati di redazione del gruppo mette per iscritto la "viva preoccupazione per quanto sta avvenendo nel mondo dell'informazione e nelle reti Mediaset" ed esprime solidarietà al giornalista Pietro Suber, esponente del comitato di redazione di Videonews (che produce "Mattino 5" in cui è andato in onda il servizio). Due giorni fa il sindacalista si era dimesso per le medesime ragioni. I comitati ora gli chiedono di ritirare le dimissioni e sollecitano al contempo un incontro con l'azienda.

La tensione si taglia a fette nelle redazioni del gruppo della famiglia Berlusconi. È stato così anche ieri, a dispetto della giornata festiva, tanto che a sorpresa è partita la raccolta di firme di un gruppo di una ventina di giornalisti per prendere le "distanze da questo modo di fare informazione: non ha senso piegare i giornalisti a logiche che nulla hanno a che fare con il mestiere, arrivando a produrre il servizio sul giudice Mesiano, definito dalla Fnsi un "pestaggio mediatico"". Anche loro propongono un'assemblea. Oggi intanto si terrà quella già convocata dai giornalisti di Videonews.

Attorno al giudice Mesiani, finito nel mirino delle telecamere di Canale 5, la solidarietà dei colleghi e del mondo politico cresce e si fa trasversale. E se da stamattina calzini turchesi potrebbero comparire in molti palazzi di giustizia, dopo il tam tam che è corso attraverso le mailing list dei magistrati "indignati" per l'aggressione, ieri calze di quello stesso colore sono state inquadrate ai piedi della giornalista Lucia Annunziata mentre intervistava il direttore di "Repubblica" Ezio Mauro nel suo "In Mezzora", su Raitre. In mattinata era stato Franceschini a dare il "la", partecipando a una manifestazione con la base del Pd di Chieti. "È normale mettere un giudice alla gogna? - chiede il segretario alla platea di militanti abruzzesi - Il Pd deve mantenere la capacità di indignarsi, è ora di smetterla di sentirci accusare di antiberlusconismo ogni volta che denunciamo quanto avviene nel Paese". E su Twitter invita "tutti" a indossare calzini turchesi. Per il portavoce Pdl Daniele Capezzone si tratta di una "misera rappresentazione", "a quando il lancio del look Boccassini?", ironizza il ministro Gianfranco Rotondi. Ignazio La Russa di certo non si metterà quei calzini, tiene a far sapere, piuttosto, da interista doc, "se insistete indosso le scarpe da calcio di Stankovic". Altri ministri scherzano meno e ci vanno più cauti sull'accaduto. Il leghista Roberto Calderoli, per esempio, definisce "una sonora fesseria" la trasmissione del video su Mesiani, "ma questo vale anche per tutti quegli scatti fotografici e riprese che riguardano la vita privata di chiunque". Al giudice esprime tutta la sua solidarietà anche il ministro Renato Brunetta, "però io non ne ho ricevuta quando è successo a me".

(19 ottobre 2009)

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