Arrestati l’imprenditore Grossi e la moglie del deputato Pdl Abelli: riciclaggio e corruzione
di Peter Gomez
di Peter Gomez
Era amico di tutti quelli che nel nord contano qualcosa. Frequentava il presidente della regione Lombardia, Roberto Formigoni. Faceva coppia fissa con il potentissimo deputato pavese Giancarlo Abelli, la cui moglie, Rosanna Gariboldi, adesso è in carcere accusata di riciclaggio. Con Mario Resca, uno dei manager più apprezzati dal ministro per i Beni Culturali, Sandro Bondi, c’era poi un rapporto speciale. Ma pure ad Arcore, l’imprenditore Giuseppe Grossi, 67 anni, asso pigliatutto delle bonifiche ambientali e proprietario di uno sterminato patrimonio immobiliare, non se la cavava male. Con Silvio Berlusconi, infatti, si vedeva spesso, anche perché per Grossi, suo fratello Paolo era un vecchio compagno di bisbocce. Non deve insomma stupire se da ieri in molti a Milano trattengono il fiato. Grossi è in manette, arrestato dalla Guardia di Finanza. Il suo nume tutelare Luigi Zunino, l’immobiliarista piemontese che all’ombra della Madonnina faceva concorrenza a Salvatore Ligresti, è sotto inchiesta. E con Grossi sono finiti in prigione anche la sua segretaria personale, Maria Ruggiero, e Cesarina Ferruzzi e Paolo Titta, due amministratori di aziende della Green Holding, il gruppo del “re delle bonifiche”, controllato da società lussemburghesi, che governa pure la Sadi quotata in Borsa. Tutti e quattro sono accusati dalla procura di Milano di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale, all’appropriazione indebita, alla truffa, il riciclaggio e alla corruzione. Rosanna Gariboldi, 64 anni, assessore provinciale a Pavia e moglie di Abelli, il politico Pdl da sempre considerato il vero ras della sanità lombarda, deve invece spiegare come mai su un suo conto chiamato “Associati” e acceso presso la Banque J. Safra di Montecarlo, tra il 2001 e il 2008 siano stati bonificati da Grossi e i suoi uomini quasi due milioni e 400 mila euro, poi in parte (circa un milione e 300 mila) restituiti con altre rimesse dirette a istituti di credito svizzeri. Un bel problema non solo per la donna. Su quel conto, dove ci sono ancora più di 600mila euro, anche Abelli agiva come procuratore. E adesso a Palazzo di Giustizia ci si chiede da dove provengano le centinaia di migliaia di euro che a Montecarlo risultano essere stati versati in contanti e che cosa si scoprirà su un altro deposito aperto dalla coppia in Svizzera.
Quando sui giornali erano uscite le prime notizie sui soldi nascosti all’estero, l’assessore Gariboldi, con gli occhi lucidi si era difesa nella sala del consiglio provinciale pavese. “Sono certa di poter guardare negli occhi tutte le persone che ci sono in questa stanza” aveva detto tra gli applausi scroscianti del centrodestra. Poi aveva sostenuto di essere solo stata ingenua e di essersi limitata a prestare del denaro al multimilionario Grossi. Così la maggioranza aveva rifiutato di toglierle le deleghe, come chiedeva Rifondazione Comunista, e tutto era finito a tarallucci e vino. Adesso invece arrivano le prime avvisaglie di una valanga. Grazie alle confessioni dell’avvocato svizzero Fabrizio Pessina, al quale è stato sequestrato un lungo elenco di italiani esportatori di valuta, ci si è accorti che con l’operazione Montecity-Santa Giulia (la maxi lottizzazione di Zunino che doveva trasformare Milano in vista dell’expo) Grossi ha accumulato almeno 23 milioni di euro di fondi neri. Soldi che in buona parte non hanno ancora una destinazione conosciuta. E altro denaro non dichiarato al fisco potrebbe emergere dalle indagini sulle tante bonifiche ambientali effettuate dal suo gruppo. Nelle settanta pagine dell’ordinanza di custodia cautelare, una serie di collaboratori di Grossi raccontano di un continuo via vai di contanti che, a botte di 200.000 euro per volta, andavano e ritornavano dalla Svizzera.
L’imprenditore poi risulta aver acquistato almeno 6 milioni di euro di orologi di pregio (più di 150.000 euro l’uno) regalati a persone rimaste per ora senza volto, con tutta probabilità politici. Infine c’è il capitolo delle piccole corruzioni (i regali di buoni benzina a funzionari dell’amministrazione finanziaria) e ci sono gli aerei privati che Grossi metteva a disposizione di personaggi come Abelli e Resca. Per tutti loro Grossi era un amico. Tanto che Abelli per affittare la sua Porche 911 coupè, utilizzava una società del re della spazzatura. Dalla monnezza alle auto sportive. Un vero esempio di riciclaggio globale.
Nessun commento:
Posta un commento