sabato 17 ottobre 2009

Due sentenze quattro bugie


di Marco Travaglio


La doppia sberla subìta da Berlusconi sui lodi Mondadori e Alfano ha partorito una serie di balle spaziali che, grazie al silenzio del Pd e all'avallo della stampa 'indipendente', sono subito diventate Vangelo.

1. Non è vero che - come strillano i berluscones e ripete Pappagalli della Loggia sul 'Corriere della Sera' - "innovando la sua stessa giurisprudenza. la Consulta ha stabilito che una legge ordinaria non basta, ci vuole una legge costituzionale" per immunizzare le alte cariche. Già nella sentenza del 13.1.2004 che bocciò il lodo Schifani, la Corte scrisse: "Alle origini dello Stato di diritto sta il principio della parità di trattamento rispetto alla giurisdizione. regolato da precetti costituzionali". Poi, per respingere il lodo, ritenne sufficienti quattro profili di incostituzionalità nel merito; quanto al fatto - pure contestato dal Tribunale di Milano - che la schifanata era solo una legge ordinaria, tagliò corto: "Resta assorbito ogni altro profilo di illegittimità costituzionale". Dunque, non disse mai che, per derogare al principio di eguaglianza, basta una legge ordinaria.

2. Non è vero - come scrive Angelo Panebianco sul 'Corriere' - che "nel '94 la caduta del governo Berlusconi fu propiziata dalla garanzia offerta ai congiurati che non ci sarebbero state immediate elezioni anticipate. Ma al Quirinale oggi siede un vero custode della Costituzione come Napolitano". Il primo governo Berlusconi cadde perché la Lega gli tolse la fiducia in dissenso sulla riforma delle pensioni. Scalfaro, con buona pace dello smemorato editorialista, fece quel che gli imponeva la Costituzione: verificò l'esistenza di un'altra maggioranza e la trovò intorno al governo Dini, scelto dallo stesso Berlusconi, che poi gli negò la fiducia. Nessuna congiura, nessun 'ribaltone'.

3. Non è vero che Berlusconi rappresenta il 68 o il 72 per cento degli italiani né che - come strombazza Panebianco - "gode di consensi più forti, secondo i sondaggi, . di qualunque governo del recente passato al secondo anno". Le Europee di giugno parlano chiaro: il Pdl ha raccolto 10.807.794 voti, cioè il 35,26% del 60,81% dei voti validi, cioè il 21,47% degli aventi diritto. E la Lega il 6,21%. L'opposizione parlamentare si divide il 24,75%, quella non approdata in Parlamento oltre il 10, mentre il totale di astensioni, bianche e nulle tocca il 37,17. Traduzione: il centro-destra rappresenta meno del 28 per cento degli elettori, il Pdl un italiano maggiorenne su 5. Berlusconi ha raccolto la miseria di 2,7 milioni di preferenze: il 5,7 per cento degli elettori, poco più di uno su 20.

4. Non è vero che Berlusconi è stato "eletto dal popolo". L'Italia è una Repubblica parlamentare: il popolo elegge il Parlamento che esprime una maggioranza in cui il capo dello Stato pesca il presidente del Consiglio. Se il Cavaliere, troppo occupato con i giudici o le escort, non ha tempo per governare, può passare la mano a un collega di partito. Come fanno in tutte le democrazie i politici indagati (imputati non ne risultano).

(15 ottobre 2009)

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