mercoledì 21 ottobre 2009

Fondi, attentati e minacce: i boss insistono


Taniche di benzina sotto casa del coordinatore Pd che preside anche il comitato per la legalità
di Carlo Tecce


La politica è anche lotta alle mafie. Tutte. Coordinatore del Pd di mattina, portavoce del comitato per la legalità di sera. Bruno Fiore è la Fondi che vuole cambiare, e che qualcuno vuole dissuadere. Lunedì volevano spaventarlo con le fiamme. Non ci sono riusciti, per una casualità. Fiore è appena rincasato, ha parcheggiato accanto all’auto della moglie nel solito viale un po’ buio, tra i nastri di un cantiere. Poi suona il citofono. È la vicina: “Saranno state le 23. Si agita: scendete, correte, c’è un forte odore di gasolio”. Una tanica da venti litri quasi piena, le due macchine ricoperte di benzina, una miccia spenta, un tentativo fallito. Un attentato scongiurato. “Non è la prima volta che capita in questa città. Prima alle imprese, adesso a chi partecipa alla sana vita politica e sociale. Sono degli avvertimenti che non mi scuotono. C’è un sistema che resiste e che il ministro Maroni, rinunciando a sciogliere il consiglio comunale per infiltrazione mafiosa, aiuta a proteggere”. Fiore ostenta fuori quel coraggio che ha dentro: “I miei due figli non vivono qui, per loro fortuna. Mia moglie prova a non pensarci, la capisco. Ma posso giurarlo: io continuo, non mi arrendo. L’impegno contro le mafie resta totale. Mafie, al plurale perché sono più di una e sono varie”. L’amministrazione si è dimessa, Maroni ha inviato il Commissario Guido Nardone, quasi un nulla di fatto: a marzo si voterà. Si mescola il mazzo, ma le carte sono le stesse. “Tutto uguale. Le elezioni così vicine sono il nostro rammarico. Dopo la non-decisione, che oso definire vergognosa, il Viminale riconsideri lo scioglimento. Noi stavamo pensando di presentare un ricorso, ci sono dei precedenti. Il Comune non è stato toccato dal Governo per un mero calcolo politico, per difendere i propri amici che in provincia di Latina hanno un grosso serbatoio di voti”. Cos’è Fondi oggi? “Fino a ieri era un posto chiuso con un preoccupante clima di omertà e silenzio. Adesso avverto una reazione, ringrazio chi mi è vicino con le parole e domani lo sarà con i fatti. Se siamo in tanti, se siamo rumorosi, non potranno zittirci”. Ieri a Fiore è arrivata la solidarietà del Pd. Il prefetto di Latina, Bruno Frattasi, ha confermato che si è trattato di un’intimidazione. Ma per capire l’aria di Fondi, vale la pena riportare quanto accaduto agli inviati di “Annozero”. Domenica erano allo stadio per un servizio, cercavano Claudio Fazzone (Pdl). Il senatore - una potenza da queste parti, tanto da meritarsi l’appellativo di “mister 50 mila” voti - era seduto sugli spalti, tra il pubblico, i giornalisti sono stati accolti con diffidenza. Qualche domanda, una discussione, e poi urla, spintoni, sputi. Sono stati accompagnati all’uscita scortati dalla polizia. I colleghi di “Ballarò” si sono fermati all’ingresso.

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