martedì 6 ottobre 2009

Garimberti porta il caso Minzolini in Cda


di CARMELO LOPAPA

Il Consiglio di amministrazione Rai affronterà, con ogni probabilità, già nella riunione di giovedì prossimo il caso Minzolini. E dopo l'editoriale di sabato sera, con il quale il direttore del Tg1 ha criticato e definito "incomprensibile" la manifestazione in difesa della libertà di stampa, la commissione di Vigilanza Rai si appresta a convocare il responsabile del primo tg, per chiedere conto di quanto accaduto. A cominciare da quel commento che il presidente della commissione, Sergio Zavoli, definisce "non corrispondente con lo spirito del servizio pubblico".

È stato il numero uno dell'azienda di Viale Mazzini, Paolo Garimberti, a scrivere ieri mattina al direttore generale Mauro Masi (designato mesi addietro in quota centrodestra) per preannunciare l'esame della vicenda in Consiglio di amministrazione. Una missiva con la quale il presidente ha manifestato tutto il disappunto per l'episodio che, tra l'altro, ha suscitato la presa di distanza del comitato di redazione del tg1. Garimberti ha definito "irrituale" la sortita dell'editoriale.

Sottolineandone la "inopportunità" rispetto alla linea di un telegiornale che per vocazione e tradizione ha sempre dato voce a tutti. E siccome c'è una dichiarazione di intenti alla quale i direttori si impegnano, ecco che il cda dovrà verificare il rispetto di quei termini. Il dg Masi non gli ha risposto per iscritto, ha preferito incontrare di persona Garimberti. Stando a quanto trapela da Viale Mazzini, il direttore generale ha confermato la sua disponibilità ad affrontare la vicenda Minzolini in cda (l'ordine del giorno d'altronde lo stila il presidente). Pur facendo notare come, dal canto suo, il nodo del pluralismo e della correttezza coinvolga altre direzioni Rai. Un implicito riferimento ad "Annozero" e, al suo interno, alla vicenda irrisolta che riguarda Marco Travaglio.

E infatti, in serata, lo stesso Masi invia a tutti i direttori di rete e testata il parere reso noto dall'Autorità per le comunicazioni e sollecitato dieci giorni fa per chiedere lumi sui precedenti richiami mossi alla Rai su Travaglio e non solo. Il dg fa leva su quel parere per invitare i direttori (e anche Michele Santoro lo è) alla "puntuale osservanza delle prescrizioni contenute" nel parere in quattro pagine, con tanto di richiamo al codice etico, quindi all'"obbligo del rispetto del pluralismo, della correttezza, della trasparenza, della riservatezza, della completezza e dell'indipendenza dell'informazione, nonché dei diritti e della dignità della persona".

Tutti rilievi che, a una prima lettura, sembrano venire incontro al richiamo di poche ore prima del presidente Garimberti sul caso Minzolini. Ma che invece, spiegano dagli uffici della direzione generale, si riferiscono "ad altro". E il pensiero va alla discussa ospitata di Patrizia D'Addario nell'ultima puntata di "Annozero". Esiste un alto rischio di pesanti sanzioni pecuniarie, avverte il dg Masi all'indirizzo dei direttori. Quindi, "comportatevi di conseguenza, assumendovi la responsabilità di quanto mandate in onda". Quanto al contratto di Travaglio, la bozza è stata inviata dall'azienda al giornalista giovedì scorso, contiene tutta una serie di paletti e richiami agli obblighi del servizio pubblico. In Viale Mazzini attendono la firma.

Ma è sul caso Minzolini che la tensione resta alta, anche in Parlamento. Il presidente della Vigilanza, Zavoli, pur non nominando mai il direttore, in una nota sostiene che l'editoriale "non corrisponde allo spirito e alle modalità di un servizio pubblico". E tanto basta perché il suo vice, Giorgio Lainati (Pdl), lo attacchi, definendolo "di parte, in netta contraddizione col suo ruolo di alta garanzia". E in questo contesto clima domani si riunirà l'ufficio di presidenza della commissione. Il Pd chiederà la convocazione di Minzolini. Che verrà concessa, come anticipato da Zavoli "al pari di quelle di tutti gli altri direttori".

(6 ottobre 2009)

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