sabato 24 ottobre 2009

"Glielo dicevo, attento a con chi esci", il racconto di Natalì, trans brasiliana



di MARIA ELENA VINCENZI e PAOLO G. BRERA


"Glielo dicevo, io: Piero, stai attento a con chi esci. Lasciala perdere, la Brendona, quella è drogata ti fa finire nei guai". Natalì, 30 anni, professionista del sesso a cottimo, brasiliana transessuale con studio-abitazione in via Gradoli, nella periferia ordinata lungo la Cassia, ha gli occhi lucidi ma giura che "è solo il collirio". Ci sono volute due ore per sciogliere il muro dei "non so nemmeno chi sia", e per farle raccontare la sua versione dei fatti. "Piero lo conosco da sette anni - dice - e non mi ha mai fatto niente di male, quindi non gliene voglio fare nemmeno io. L'ho sentito anche oggi, mi ha chiamata tre volte. Mi ha detto: "Stai tranquilla, Natalì, che non c'è nessun video. Ti voglio bene, non parlarne con nessuno"".

Dalla comunità trans che la notte si vende al Flaminio e all'Acqua Acetosa, a Prati e alla Moschea, esce un ritratto sconvolgente - e tutto da provare - se riferito al presidente della Regione Lazio. "Marrazzo lo conosciamo tutte benissimo da anni", afferma Luana, anche lei transessuale brasiliana della Cassia: "Quando lo vedono passare - dice - i trans si tirano su le tette per essere scelte: lui paga molto, molto bene. Ci sono "ragazze" come Natalì che ci hanno fatto una fortuna, decine di migliaia di euro. Natalì è la sua preferita, ma stava spesso anche con Brenda, una tipa grande e grossa che chiamiamo la Brendona e che da un pezzo andava in giro a dire che cercava di vendere un video compromettente ma non trovava nessuno che lo comprasse. Una vera stronza: questa è estorsione, mi sa che con questo caos è scappata".

Da quando è scoppiata la bufera, le transessuali che abitano nella zona di via Gradoli hanno ricevuto visite a raffica dai carabinieri del Ros: "Sono andati dalla Palomina sulla Cassia, da Tiffany e Maira in via Gradoli, da Camilla ai Due Ponti, da Brenda e da un sacco di altre. A tutte - dice Natalì - hanno preso i computer e i telefonini per cercare immagini. Ma non troveranno nulla. Lo so che accusano tutti me, ma io giuro che non c'entro proprio niente con le foto e i video. Io sono sicura che non usciranno mai perché non ci sono, ma se spunterà fuori un video vi invito a confrontarlo con me e con casa mia". Un appartamentino ordinato, pulito, arredato con gusto in stile etnico: salotto con cucinino, bagno e camera con il letto in ferro battuto e il quadro di un cherubino dietro la testiera.

"Di Piero non voglio parlare - insiste Natalì ogni volta che si accorge di aver raccontato più di quello che avrebbe voluto - ma una cosa su quei quattro carabinieri la voglio proprio dire. Li conoscevamo tutti, sono vera gentaccia. C'è una questione di droga, dietro tutto questo casino. Quando un cliente ci chiede un festino con la cocaina, c'è uno spacciatore, uno che ora è morto e si chiamava Rino (è citato anche nell'ordinanza di custodia cautelare, ndr), che ce la porta a domicilio a patto che ne acquisti almeno dieci grammi. Quei carabinieri lo lasciavano lavorare a patto che lui li avvertisse sempre della consegna e della situazione: quando la giudicavano interessante facevano irruzione e ci rapinavano, si prendevano droga e soldi ricattando i clienti". Sono le "mele marce" di cui parla il comandante provinciale dei carabinieri, il generale Tommasone.

Ne parla anche la Luana (che in realtà si chiama con un altro nome) di Rino che portava la droga e dei clienti rapinati e ricattati per questo dai quattro carabinieri. Una situazione in cui, afferma Luana, avrebbe riguardato anche il governatore del Lazio. Anche di questo, dice Luana, "della cocaina", tutti sapevano tutto nel mondo romano della prostituzione transessuale. "Lui, Marrazzo, andava quasi sempre con Natalì - insiste Luana - che aveva conosciuta alla Moschea, dove batteva fino a qualche anno fa. Ma stava spesso anche con Tabata, che è morta sei mesi fa. E anche con Paloma e Brenda: non sapete che liti, quando lui sceglieva una anziché l'altra".
"I carabinieri non mi hanno ancora trovata, e mi sono già rivolta a un avvocato - dice Natalì: ma i Ros busseranno alla sua porta mezzora più tardi - e domattina me ne vado, parto e sto via un mese. Se mi avete filmato, dico che eravate solo una coppia in cerca di sesso estremo. Addio".

(24 ottobre 2009)

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