Dopo il pestaggio, tutti fuggono e si nascondono. Sta accadendo anche negli studi Mediaset dopo il pedinamento e la manganellatura mediatica di cui è stato vittima il giudice Raimondo Mesiano, giovedì nel programma “Mattino 5”, condotto da Claudio Brachino. E’ solo un atto (non l’ultimo) della caccia all’uomo contro chi ha avuto l’ardire di condannare i Berlusconi a pagare 750 milioni di euro.
Come abbiamo raccontato in una serie di articoli, da una settimana i giornalisti del berlusconiano “Chi, diretto da Alfonso Signorini sono stati spediti in Calabria per trovare notizie sulla salute di Mesiano. Intanto una seconda squadra era all’opera a Milano. Mesiano è stato pedinato sotto casa e nei suoi spostamenti dalle telecamere. Il servizio è stato trasmesso da “Mattino 5” mentre era ospite il condirettore responsabile de “Il Giornale” di Berlusconi, Alessandro Sallusti. Come in tutti i pestaggi che si rispettino i compiti erano ben divisi. Brachino ha lanciato le immagini leggendo un articolo de “Il Giornale”: “sulle stravaganze in giro per Milano”. Le immagini del pedinamento erano commentate così: “eccolo in giro per Milano, il giudice Raimondo Mesiano....un comune cittadino”. Apparentemente un servizio “insulso e demenziale”, come lo ha definito persino l’autore di Striscia la Notizia, Antonio Ricci. In realtà era qualcosa di peggio. Un tentativo nemmeno troppo mascherato di minare la credibilità dell’autore della sentenza da smontare. E soprattutto un avvertimento per tutti i giudici che domani dovranno decidere le sorti dell’uomo più potente e vendicativo d’Italia. La giovane giornalista con contratto a termine alla quale era stato assegnato il servizio aggiungeva “Mesiano non è certo un cittadino qualunque. Alle sue stravaganze in realtà siamo ormai abituati”. Per dimostrare la tesi si mostrava la sua attesa nervosa davanti al barbiere. E persino la scena (dietro le vetrine) del giudice che si sbarbava. La chiusa del servizio rendeva chiaro il senso: “ecco ci regala un’altra stranezza: guardatelo seduto su una panchina. Camicia, pantalone blu, mocassino bianco e calzino turchese”. Il rientro in studio di Brachino portava a termine il mandato: “Ecco dall’articolo de “Il giornale" emerge che tra le stravagnze di questo giudice e la sua promozione c’è qualcosa che non va”.
In realtà a non andare era l’esecuzione mediatica di un giudice indifeso con il telefono e l’indirizzo scritti sulla guida. Ora che è scoppiato il caso e sono stati scoperti, gli esecutori materiali tirano indietro la mano. “Le immagini non sono della mia redazione. Mi sono state offerte dalla produzione. Capita spesso che le comprino da agenzie esterne”, dice Brachino. Una manina le ha offerte alle redazioni Mediaset già la sera prima di Mattino 5. Studio Aperto, le ha scartate anche perché c’era poco tempo. Il Tg5 le ha usate per pochi secondi in un servizio di Andrea Pamparana che non parlava delle stravaganze ma solo della promozione appena ottenuta. “Quelle immagini erano di Matrix, dice Pamparana a “Il Fatto Quotidiano”. In realtà l’unico servizio di Matrix su Mesiano era firmato da Luca Fazzo ed era basato su immagini normali, non rubate. “Quelle trasmesse da Brachino non sono mie e non sono di Matrix”, chiosa Fazzo. E allora di chi sono? Il cronista che si sta occupando di Mesiano per “Chi” è Gabriele Parpiglia. Forse per questo a Mediaset gira voce che dietro quelle immagini ci sia l’ispirazione di Alfonso Signorini. Ma Brachino nega: “Parpiglia è un mio collaboratore ma non mi risulta che le immagini siano state girate da lui o da persone inviate da Chi”.
Per fortuna anche a Mediaset ci sono professionisti seri. Uno dei tre rappresentanti del cdr della testata di Brachino, Pietro Suber, ieri si è dimesso perché i suoi colleghi non hanno preso le distanze “dal servizio che la Federazione della Stampa ha chiamato pestaggio mediatico”. E non è finita. Berlusconi lo ha promesso: “Ne vedremo delle belle”.
3 commenti:
Che pagliacci, ho visto il servizio su Mesiano, sinceramente stranezze non ne ho viste, sembrava un uomo qualunque davanti a un qualunque barbiere, vestito in modo sportivo...i calzini turchesi hanno l'effetto di una giarrettiera? A me sembravano normali calzini da uomo indossati sotto dei normalissimi jans...No ??
Forse non sarebbe stato strano sdraiato sul letto di Putin con una Daddario di turno ? Hanno rotto davvero, ma rotto, rotto!!
dimenticavo...esilerante l'immagine anche se Bacco era molto più carino eheheheh
Concordo.
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