domenica 18 ottobre 2009

L’Italia invisibile



Racconta Claudia Fusani che i magistrati - la base della categoria - vorrebbero lo sciopero subito. Sono i vertici dell'Associazione nazionale magistrati a mediare: «stato di agitazione, primo passo di un percorso di protesta», lo sciopero semmai più avanti. Il ministro Alfano li attacca: «Guerra preventiva». I magistrati rispondono: «Difendiamo i valori costituzionali».
Il canagliesco pedinamento del giudice Raimondo Mesiano - spiato dalle telecamere di Canale 5 nel suo privatissimo e anonimo quotidiano, d'altronde il premier aveva avvertito - è stata l'ultima goccia. La misura si è riempita nelle ultime due settimane: sono giorni e giorni che Berlusconi proclama di voler riformare a colpi di maggioranza Costituzione, Csm e carriere dei magistrati.
Un conflitto che si annuncia definitivo.
Susanna Turco ha parlato con Gianfranco Fini: il percorso che ha in mente il premier ricorda quello intrapreso per la devolution, dice: «E' andata a finire che l'hanno bocciato. Fare riforme solo con una parte è legittimo ma non sempre è politicamente preveggente». Non funziona, avvisa Fini.
Mentre Silvio Berlusconi procede nella privata e dal suo punto di vista necessaria ossessione di «riformare» la magistratura nel paese accadono cose che raccontano di un paese ignorato dalla propaganda cosiddetta «filo-italiana» della comunicazione di regime, tv in testa, la cui regola è non parlare di quel che va male così il problema non esiste.
Gli evacuati dei paesi attorno a Messina travolti dal fango chiedono di poter tornare nelle loro case, siamo andati a vedere che cosa si stia facendo a pochi giorni dai funerali: niente, riferisce Jolanda Bufalini.
Partono dalle aziende lettere di censura per le «assenze ingiustificate» degli sfollati, le scuole sono chiuse, il ministro intanto pensa al Ponte e alla pioggia di appalti che procurerà.
La magistratura dell'Aquila fa partire gli avvisi di garanzia per il crollo della Casa dello studente, ennesima tragica storia di allarmi inascoltati e appalti cariati da cementi criminali.
A Brindisi, storico distretto industriale dove Rinaldo Gianola è andato per la decima puntata dell'inchiesta sul mondo operaio, Autunno italiano, il futuro è ormai nel lavoro in nero.

Centinaia di migliaia di persone hanno sfilato ieri a Roma nella manifestazione contro il razzismo a cui l'Unità ha aderito e che ha con forza sostenuto dando voce nelle settimane a chi sui giornali voce non ha. Giovanni Maria Bellu racconta di un corteo in cui gli slogan risuonavano in tutte le lingue: «La ciudad es de quien la vive», «what is the meaning of human right?», «i criminali non sono gli immigrati, sono i mafiosi a capo degli Stati», «Cristo è qui, quando ci sarà tutta la Chiesa?». Dietro le campagne che diffondono la paura e il rifiuto dei "diversi" si nascondono i veri anti-italiani. Questo paese non andrà in una direzione diversa da quella della storia, non uscirà dall'Europa restando in coda al mondo: non glielo permetteremo. Servono proposte, progetti, regole. Ad Asolo ieri si è parlato di come strutturare il diritto di cittadinanza.
Serve intelligenza delle cose, non guardarle o negarle non basta a farle scomparire.

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