sabato 10 ottobre 2009

Lodo Mondadori, i legali della Cir: "C'è stata corruzione, giusto il risarcimento"


"Che l'obbligo di pagare 750 milioni euro sia una 'mazzata' per il debitore Fininvest, si può capire. Ma è stata una 'mazzata' ancora più dura e ingiusta per il creditore Cir avere subito 20 anni fa, per responsabilità di Fininvest, un danno di pari dimensione economica". I legali della Cir replicano così, senza citarla, alle parole affidate da Marina Berlusconi al Corriere della sera. Oggetto del contendere la sentenza che ha condannato al Fininvest a pagare 750 milioni di euro alla Cir per il Lodo Mondadori.

La nota dei legali Vincenzo Roppo ed Elisabetta Rubini, si articola in 8 punti e usa, non a caso, l'espressione "mazzata". La stessa usata dalla presidente di Fininvest.

In primo luogo i legali ritengono "apprezzabile a anzi doveroso" il deposito della sentenza di condanna della Fininvest "di sabato, quindi a borsa chiusa" visto il coinvolgimento di società quotate. In secondo luogo precisano che "alla notizia del deposito si è avuto accesso non per e-mail, ma tramite il sistema telematico" del Tribunale di Milano "per le comunicazioni di cancelleria, al quale possono liberamente accedere tutti gli studi legali".

Per gli avvocati della Cir poi il Tribunale civile "non ha affatto 'celebrato un suo nuovo processo penale (come sostieme Marina Berlusconi ndr), in quanto "la verità è che in sede penale si è definitivamente accertato nel 2007 che la corruzione fu commessa per iniziativa e con fondi neri esteri di Fininvest".

I legali ricordano inoltre che nel 2007 Berlusconi fu prosciolto "per prescrizione" e che non ha ritenuto di "insistere per l'assoluzione nel merito, cosa che avrebbe potuto fare rinunciando alla prescrizione". "In sede civile - spiegano - il Tribunale è potuto entrare nel merito, e ha giudicato Berlusconi, allora presidente di Fininvest, coautore della corruzione".

Gli avvocati ricordano poi che "l'ingiustizia della sentenza Metta" è stata "argomentata dal Tribunale in modo molto ampio e articolato". E prima della sentenza di sabato scorso era "stata ripetutamente affermata e motivata in sede penale".

Per gli avvocati di Cir il Tribunale di Milano ha poi "ampiamente argomentato anche l'irrilevanza del fatto che dei tre giudici della Corte di appello di Roma che annullò il lodo Mondadori, solo il relatore Metta fosse corrotto". E ciò in base a tre dati: "il ruolo dominante del giudice relatore nel determinare la decisione collegiale, il modo artificioso in cui Metta impostò e orientò la discussione nel collegio, la recentissima sentenza della Cassazione (n.35525/2009) secondo cui 'La presenza di un componente dell'organo giurisdizionale privo del carattere dell'imparzialità perchè partecipe di un accordo corruttivo... infirma la validità dell'intero iter decisionale".

Il collegio difensivo di Cir ricorda poi che il criterio della probabilità nella determinazione del risarcimento "è uno dei criteri fondamentali e costantemente applicati" per il risarcimento del danno e "si traduce necessariamente e abitualmente in termini percentuali".

Infine la scelta del giudice di non avvalersi di un consulente tecnico per quantificare il danno "è normale, quando", come nel caso della causa in questione, "risultano già disponibili negli atti di causa tutti gli elementi necessari e sufficienti per la quantificazione".

Sul Corriere Marina Berlusconi aveva parlato di una "caccia all'uomo" contro il padre. Esprimendo timori per il futuro dell'azienda: "Non voglio nemmeno prendere in considerazione l'ipotesi scellerata di dover tirare fuori una cifra del genere. Stiamo parlando di una mazzata da 750 milioni di euro farebbe tremare chiunque. L'improvvisa mancanza di risorse finanziarie così importanti metterebbe a rischio le nostre possibilità di sviluppo".

(10 ottobre 2009)

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