Quattro carabinieri arrestati, una sorta di associazione a delinquere nascosta tra le stellette, un video compromettente, un ricatto ai danni del presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo. Ed ancora smentite e polemiche. E' una storia dai confini ancora oscuri quella che coinvolge il Governatore. Una vicenda che parte da un video che lo ritrarrebbe in un contesto tanto scomodo da poter essere usato per un ricatto. Girato da quattro carabinieri, ora arrestati. Sarebbero stati proprio loro a filmare Marrazzo in "atteggiamenti compromettenti", per poi ricattarlo. E sempre loro avrebbero ricevuto dal Governatore 80 mila euro, consegnati in diverse tranche.
Marrazzo, però, nega tutto. E fermamente: "Mi vogliono colpire alla vigilia delle elezioni. Sono amareggiato e sconcertato per il tentativo di infangare l'uomo per colpire il Presidente. Quel filmato, se davvero esiste, è un falso. E' stato sventato un tentativo di estorsione basato su una bufala. Non ho mai pagato, nego di aver mai versato soldi. Bisogna vedere se l'assegno che dimostrerebbe il pagamento l'ho firmato io. Occorrerà attendere l'esito delle perizie calligrafiche". Poi ribadisce: "Non ero a conoscenza di questa vicenda, quanto sta accadendo non risponde a verità".
I quattro arrestati sarebbero sottufficiali di una compagnia dell'arma di Roma e sono stati bloccati dai carabinieri del Ros. Gli investigatori sono arrivati a loro tramite alcune intercettazioni che riguardavano un'altra inchiesta di competenza della Dda. Nel corso delle quali è saltata fuori la storia del ricatto a Marrazzo. I militari, inizialmente, avrebbero tentato di vendere il filmato a diverse agenzie in tutta Italia. Un tentativo che avrebbe permesso di smascherare il piano contro il presidente della Regione.
"I quattro carabinieri arrestati sono quattro mele marce che abbiamo immediatamente scoperto e isolato dalla istituzione alla quale non sono degni di appartenere" spiega il comandante provinciale dei Carabinieri di Roma, il generale Vittorio Tomasone - Si tratta di un fatto circoscritto. L'indagine è partita da noi e ora dobbiamo chiarire le responsabilità di ciascuno degli indagati".
(23 ottobre 2009)
Marrazzo, però, nega tutto. E fermamente: "Mi vogliono colpire alla vigilia delle elezioni. Sono amareggiato e sconcertato per il tentativo di infangare l'uomo per colpire il Presidente. Quel filmato, se davvero esiste, è un falso. E' stato sventato un tentativo di estorsione basato su una bufala. Non ho mai pagato, nego di aver mai versato soldi. Bisogna vedere se l'assegno che dimostrerebbe il pagamento l'ho firmato io. Occorrerà attendere l'esito delle perizie calligrafiche". Poi ribadisce: "Non ero a conoscenza di questa vicenda, quanto sta accadendo non risponde a verità".
I quattro arrestati sarebbero sottufficiali di una compagnia dell'arma di Roma e sono stati bloccati dai carabinieri del Ros. Gli investigatori sono arrivati a loro tramite alcune intercettazioni che riguardavano un'altra inchiesta di competenza della Dda. Nel corso delle quali è saltata fuori la storia del ricatto a Marrazzo. I militari, inizialmente, avrebbero tentato di vendere il filmato a diverse agenzie in tutta Italia. Un tentativo che avrebbe permesso di smascherare il piano contro il presidente della Regione.
"I quattro carabinieri arrestati sono quattro mele marce che abbiamo immediatamente scoperto e isolato dalla istituzione alla quale non sono degni di appartenere" spiega il comandante provinciale dei Carabinieri di Roma, il generale Vittorio Tomasone - Si tratta di un fatto circoscritto. L'indagine è partita da noi e ora dobbiamo chiarire le responsabilità di ciascuno degli indagati".
(23 ottobre 2009)
Nessun commento:
Posta un commento