È il giorno del contrattacco dei Mastella. «Non ho mai preso una lira. Sono una persona perbene» dice l'ex ministro. «In 32 anni di vita parlamentare non c'è nessuna traccia che possa offuscare la mia persona per qualche elemento legato alla criminalità o al malaffare». «Ho lavorato bene. Non mi dimetto» dice Sandra Lonardo Mastella. «Sono stata eletta dal popolo e mi sono sempre impegnata al massimo, nel rispetto della mia carica» ha aggiunto.
CONFERENZA - Durante un'agitata conferenza stampa Clemente Mastella si difende all'indomani della bufera scoppiata sull'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania e sull'Udeur e riguardante un presunto giro di assunzioni e appalti pilotati. «Negli ultimi tempi non ero più abituato a questo pressing mediatico, mi ero un po' defilato - ha affermato l'ex Guardasigilli . - Avrei continuato a farlo se gli argomenti di questi giorni non mi avessero portato a dire la mia. Ma non farò una dichiarazione di guerra ai magistrati. Non è il mio stile e non cambio. Ho lavorato per questo Paese e per comporre la querelle tra magistratura e politica».
SEGNALAZIONI - Mastella, visibilmente scosso, punta il dito contro quelle che definisce «attenzioni molto forti e incomprensibili» nei suoi confronti. «Ho sempre detto che mi sarei difeso nei processi - ribadisce - e lo farò. Io e la mia famiglia siamo persone perbene. Abbiamo le mani pulite, pulitissime. Mai una lira in tasca!». Il leader Udeur affronta anche il tema delle raccomandazioni (qui i numeri trovati in un file della segreteria dell'ex direttore Arpac Luciano Capobianco) e replica alle accuse affermando di aver fatto «meno segnalazioni dell'Idv» e soprattutto di aver segnalato «solo povera gente». «Rivendico la mia storia - spiega Mastella - rivendico il fatto che sono nato qui nel Mezzogiorno dove il bisogno è più marcato, dove ogni parlamentare o la maggior parte di noi ha problemi rispetto all'impatto con gente che non ce la fa e che ha sofferenze. Quando andremo davanti al tribunale farò vedere eventualmente le persone che ho segnalato e vedrete se ho segnalato ricchi o ho segnalato poveri». «Se uno viene da te», i politici hanno il dovere «di far qualcosa, all'interno delle regole - precisa - E il mio motto, che riguarda me e che riguarda mia moglie, è stato sempre quello di chiedere a tutti, laddove si chiedeva, che ogni cosa dovesse avvenire secondo criteri e regole di comportamenti che fossero in linea con i dati di natura legale».«Affronterò il giudizio del tribunale con serenità e determinazione - assicura infine. - Una cosa è certa, non posso accettare l'idea di essere a capo di un partito di persone poco perbene, o peggio di una cupola. Ho la coscienza serena per andare avanti, la mente alta e la dignità per proseguire rispetto alle 100mila e passa persone che mi hanno votato».
L'INCHIESTA - Intanto la moglie di Mastella, Sandra Lonardo, coinvolta nell'ambito dell'inchiesta sull'Arpac, e per la quale i magistrati di Napoli hanno disposto il divieto di dimora in Campania ribatte: «Ho lavorato bene. Non mi dimetto». L'attuale presidente del consiglio regionale della Campania quindi resta al suo posto. Lady Mastella ha chiesto tempo ai pm per poter rispondere alle loro domande. Accompagnata dal suo avvocato Saverino Nappi, è arrivata in Procura alle 15,40 ed è andata via dopo circa 20 minuti dribblando i cronisti che assediano il Tribunale. Alla fine ha parlato attraverso il suo portavoce Alberto Borrelli: «Ho fatto il massimo per esaltare il ruolo del consiglio regionale della Campania e per lavorare per il bene dei cittadini». Sandra Lonardo Mastella, raggiunta ieri da un divieto di dimora nella Regione Campania e province limitrofe ha scelto Roma come sua nuova dimora. Spiega ancora Borrelli che il presidente del consiglio regionale della Campania «in tre anni da presidente del consiglio regionale ha preso iniziative innovative e ha sempre garantito con la sua correttezza di essere al di sopra delle parti». «Tracciando un bilancio del mio operato, che intendo portare a termine, ritengo non sia giusto dimettermi - ha proseguito Lonardo, attraverso il suo portavoce - Sono stata eletta dal popolo e mi sono sempre impegnata al massimo, nel rispetto della mia carica».
CONFERENZA - Durante un'agitata conferenza stampa Clemente Mastella si difende all'indomani della bufera scoppiata sull'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania e sull'Udeur e riguardante un presunto giro di assunzioni e appalti pilotati. «Negli ultimi tempi non ero più abituato a questo pressing mediatico, mi ero un po' defilato - ha affermato l'ex Guardasigilli . - Avrei continuato a farlo se gli argomenti di questi giorni non mi avessero portato a dire la mia. Ma non farò una dichiarazione di guerra ai magistrati. Non è il mio stile e non cambio. Ho lavorato per questo Paese e per comporre la querelle tra magistratura e politica».
SEGNALAZIONI - Mastella, visibilmente scosso, punta il dito contro quelle che definisce «attenzioni molto forti e incomprensibili» nei suoi confronti. «Ho sempre detto che mi sarei difeso nei processi - ribadisce - e lo farò. Io e la mia famiglia siamo persone perbene. Abbiamo le mani pulite, pulitissime. Mai una lira in tasca!». Il leader Udeur affronta anche il tema delle raccomandazioni (qui i numeri trovati in un file della segreteria dell'ex direttore Arpac Luciano Capobianco) e replica alle accuse affermando di aver fatto «meno segnalazioni dell'Idv» e soprattutto di aver segnalato «solo povera gente». «Rivendico la mia storia - spiega Mastella - rivendico il fatto che sono nato qui nel Mezzogiorno dove il bisogno è più marcato, dove ogni parlamentare o la maggior parte di noi ha problemi rispetto all'impatto con gente che non ce la fa e che ha sofferenze. Quando andremo davanti al tribunale farò vedere eventualmente le persone che ho segnalato e vedrete se ho segnalato ricchi o ho segnalato poveri». «Se uno viene da te», i politici hanno il dovere «di far qualcosa, all'interno delle regole - precisa - E il mio motto, che riguarda me e che riguarda mia moglie, è stato sempre quello di chiedere a tutti, laddove si chiedeva, che ogni cosa dovesse avvenire secondo criteri e regole di comportamenti che fossero in linea con i dati di natura legale».«Affronterò il giudizio del tribunale con serenità e determinazione - assicura infine. - Una cosa è certa, non posso accettare l'idea di essere a capo di un partito di persone poco perbene, o peggio di una cupola. Ho la coscienza serena per andare avanti, la mente alta e la dignità per proseguire rispetto alle 100mila e passa persone che mi hanno votato».
L'INCHIESTA - Intanto la moglie di Mastella, Sandra Lonardo, coinvolta nell'ambito dell'inchiesta sull'Arpac, e per la quale i magistrati di Napoli hanno disposto il divieto di dimora in Campania ribatte: «Ho lavorato bene. Non mi dimetto». L'attuale presidente del consiglio regionale della Campania quindi resta al suo posto. Lady Mastella ha chiesto tempo ai pm per poter rispondere alle loro domande. Accompagnata dal suo avvocato Saverino Nappi, è arrivata in Procura alle 15,40 ed è andata via dopo circa 20 minuti dribblando i cronisti che assediano il Tribunale. Alla fine ha parlato attraverso il suo portavoce Alberto Borrelli: «Ho fatto il massimo per esaltare il ruolo del consiglio regionale della Campania e per lavorare per il bene dei cittadini». Sandra Lonardo Mastella, raggiunta ieri da un divieto di dimora nella Regione Campania e province limitrofe ha scelto Roma come sua nuova dimora. Spiega ancora Borrelli che il presidente del consiglio regionale della Campania «in tre anni da presidente del consiglio regionale ha preso iniziative innovative e ha sempre garantito con la sua correttezza di essere al di sopra delle parti». «Tracciando un bilancio del mio operato, che intendo portare a termine, ritengo non sia giusto dimettermi - ha proseguito Lonardo, attraverso il suo portavoce - Sono stata eletta dal popolo e mi sono sempre impegnata al massimo, nel rispetto della mia carica».
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