Dopo 4 ore di camera di consiglio, la seconda sezione della Corte d'appello ha confermato la condanna a quattro anni e sei mesi nei confronti dell'avvocato inglese David Mills per corruzione in atti giudiziari. Confermato anche il risarcimento alla presidenza del Consiglio, costituitasi parte civile, pari a 250 mila euro.
Secondo la sentenza di primo grado, il legale avrebbe ricevuto 600mila dollari da Silvio Berlusconi per essere un testimone reticente in due processi nei quali era imputato il presidente del Consiglio, quello su "All Iberian" e quello sulle tangenti ad uomini della Guardia di finanza. La posizione di Silvio Berlusconi era, invece, stata stralciata per via del lodo Alfano, riguardante le più alte cariche dello Stato e il dibattimento a suo carico era stato sospeso. Dopo la bocciatura della Consulta, il procedimento a carico di Berlusconi ricomincerà, anche se davanti a un altro collegio rispetto a quello che aveva inflitto a Mills la condanna in primo grado. Questo collegio, infatti, è incompatibile e di conseguenza si dovrà tenere una apposita udienza nella quale i giudici presieduti da Gandus "si spoglieranno" del processo che sarà assegnato ad altri giudici. Difficile che per lui si arrivi a un verdetto definitivo: la prescrizione interverrà nell'aprile 2011, un anno dopo quella prevista per Mills.
Al termine della lettura della sentenza il legale Federico Cecconi ha spiegato di condividere le affermazioni rilasciate nei giorni scorsi dal suo assistito, che ha dichiarato Berlusconi estraneo alla vicenda giudiziaria. "Quello che sottolineo, però - ha aggiunto - è che lo stesso Mills non c'entra nulla, perchè non c'è stata corruzione". Nella scorsa udienza, durante la sua arringa, l'altro difensore del legale inglese, Alessio Lanzi, aveva parlato di "gravi ripercussioni", che avrebbero potuto seguire alla sentenza. Oggi è tornato sull'argomento: "Le conseguenze politiche della vicenda non ci riguardano, anche se ci sono circostanze oggettive che le testimoniano". E' dal punto di vista giuridico, però, "che questa sentenza mette a dura prova la fede nello stato di diritto". La difesa ha, quindi, deciso di ricorrere in Cassazione, la quale secondo Niccolò Ghedini, deputato Pdl e avvocato del premier, non potrà che annullare la decisione della Corte d'Appello: "E' del tutto illogica e nega in radice ogni risultanza in fatto e in diritto. Un processo svolto in tempi record negando qualsiasi prova e rifiutando qualsiasi possibilità di difesa". Ghedini ha aggiunto: "Ancora una volta si conferma che a Milano non si possono celebrare processi quando, ancorchè indirettamente, vi sia un collegamento con il presidente Berlusconi''.
Ora scatta la corsa contro il tempo per evitare la prescrizione. Secondo l'accusa il reato è stato commesso nel 2000 e quindi non è più perseguibile a partire dai primi giorni di aprile del 2010. Secondo la difesa, invece, i fatti contestati risalirebbero al '98 e quindi sarebbero già caduti in prescrizione. I giudici d'Appello, proprio per permettere una sentenza definitiva il prima possibile, entro 15 giorni renderanno note le ragioni del verdetto e da quel momento gli avvocati di Mills avranno 30 giorni per presentare ricorso. Anche nel caso di una condanna in via definitiva, grazie all'indulto, Mills non andrà in carcere.
"Senza il lodo Alfano oggi probabilmente staremmo a commentare il verdetto anche per Silvio Berlusconi. La Corte d'appello ha confermato in toto la condanna del primo giudizio a Mills e, visto che nel dispositivo della sentenza di primo grado si parlava apertamente di Berlusconi come corruttore, oggi probabilmente saremmo stati a commentare una condanna in secondo grado anche per il Cavaliere, con tutte le conseguenze politiche che avrebbe comportato". E' il commento del capogruppo di Idv al Senato Felice Belisario che torna a parlare di leggi ad personam: "Per fortuna la Consulta è intervenuta per abolire il lodo Alfano e definire che la legge è davvero uguale per tutti".
(27 ottobre 2009)
Secondo la sentenza di primo grado, il legale avrebbe ricevuto 600mila dollari da Silvio Berlusconi per essere un testimone reticente in due processi nei quali era imputato il presidente del Consiglio, quello su "All Iberian" e quello sulle tangenti ad uomini della Guardia di finanza. La posizione di Silvio Berlusconi era, invece, stata stralciata per via del lodo Alfano, riguardante le più alte cariche dello Stato e il dibattimento a suo carico era stato sospeso. Dopo la bocciatura della Consulta, il procedimento a carico di Berlusconi ricomincerà, anche se davanti a un altro collegio rispetto a quello che aveva inflitto a Mills la condanna in primo grado. Questo collegio, infatti, è incompatibile e di conseguenza si dovrà tenere una apposita udienza nella quale i giudici presieduti da Gandus "si spoglieranno" del processo che sarà assegnato ad altri giudici. Difficile che per lui si arrivi a un verdetto definitivo: la prescrizione interverrà nell'aprile 2011, un anno dopo quella prevista per Mills.
Al termine della lettura della sentenza il legale Federico Cecconi ha spiegato di condividere le affermazioni rilasciate nei giorni scorsi dal suo assistito, che ha dichiarato Berlusconi estraneo alla vicenda giudiziaria. "Quello che sottolineo, però - ha aggiunto - è che lo stesso Mills non c'entra nulla, perchè non c'è stata corruzione". Nella scorsa udienza, durante la sua arringa, l'altro difensore del legale inglese, Alessio Lanzi, aveva parlato di "gravi ripercussioni", che avrebbero potuto seguire alla sentenza. Oggi è tornato sull'argomento: "Le conseguenze politiche della vicenda non ci riguardano, anche se ci sono circostanze oggettive che le testimoniano". E' dal punto di vista giuridico, però, "che questa sentenza mette a dura prova la fede nello stato di diritto". La difesa ha, quindi, deciso di ricorrere in Cassazione, la quale secondo Niccolò Ghedini, deputato Pdl e avvocato del premier, non potrà che annullare la decisione della Corte d'Appello: "E' del tutto illogica e nega in radice ogni risultanza in fatto e in diritto. Un processo svolto in tempi record negando qualsiasi prova e rifiutando qualsiasi possibilità di difesa". Ghedini ha aggiunto: "Ancora una volta si conferma che a Milano non si possono celebrare processi quando, ancorchè indirettamente, vi sia un collegamento con il presidente Berlusconi''.
Ora scatta la corsa contro il tempo per evitare la prescrizione. Secondo l'accusa il reato è stato commesso nel 2000 e quindi non è più perseguibile a partire dai primi giorni di aprile del 2010. Secondo la difesa, invece, i fatti contestati risalirebbero al '98 e quindi sarebbero già caduti in prescrizione. I giudici d'Appello, proprio per permettere una sentenza definitiva il prima possibile, entro 15 giorni renderanno note le ragioni del verdetto e da quel momento gli avvocati di Mills avranno 30 giorni per presentare ricorso. Anche nel caso di una condanna in via definitiva, grazie all'indulto, Mills non andrà in carcere.
"Senza il lodo Alfano oggi probabilmente staremmo a commentare il verdetto anche per Silvio Berlusconi. La Corte d'appello ha confermato in toto la condanna del primo giudizio a Mills e, visto che nel dispositivo della sentenza di primo grado si parlava apertamente di Berlusconi come corruttore, oggi probabilmente saremmo stati a commentare una condanna in secondo grado anche per il Cavaliere, con tutte le conseguenze politiche che avrebbe comportato". E' il commento del capogruppo di Idv al Senato Felice Belisario che torna a parlare di leggi ad personam: "Per fortuna la Consulta è intervenuta per abolire il lodo Alfano e definire che la legge è davvero uguale per tutti".
(27 ottobre 2009)
1 commento:
SBAGLIATO! BERLUSCONI E' CONVINTO DI ESSERE AL DI SOPRA DELLA LEGGE E QUINDI DI ESSERE INNOCENTE.
GIUDICANDO SE' STESSO, SE MAI DOVESSE ACCADERE MA MI APPARE IMPROBABILE, SI GIUDICHEREBBE INNOCENTE!
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