venerdì 16 ottobre 2009

Napolitano: "Informazione libera distingue democrazia e dispotismo". Vilipendio? "Si può abolire"


"Un'informazione libera e pluralista distingue la democrazia dal dispotismo". E' il monito di Giorgio Napolitano che ha parlato al Quirinale proprio sui temi dell'informazione. Un messaggio che va letto nel quadro delle ultime polemiche. In particolare, ha detto il presidente, è indispensabile il pluralismo nella tv pubblica. «Rispettare nella carta stampata e nella radio-tv, specie quella pubblica, l'insostituibile valore del pluralismo». Un discorso a tutto campo quello del presidente della repubblica.
«Chi vuole e ne ha la possibilità proponga una legge per l'abrogazione dell'articolo 278 del codice penale, quello relativo al vilipendio nei confronti del capo dello stato», ha poi detto Napolitano. Una risposta indiretta agli attacchi di Di Pietro, nonchè di Berlusconi e dei suoi giornali contro il capo dello stato. Il leader dell'Idv e il direttore di Libero Maurizio Belpietro sono nel mirino della magistratura per le frasi e gli articoli contro il capo dello stato in cui è ravvisabile il vilipendio. Di Pietro ha tuonato che le sue sono libere opinioni, il capo dello stato non intende dare alibi al leader dell'Idv.

Napolitano, che nei giorni scorsi aveva ricordato la sua storia di sinistra ma anche la sua assoluta e doverosa terzietà rispetto alle parti politiche nel momento in cui è diventato presidente della repubblica, è tornato ad ammonire: "Bisogna tenere fuori il Quirinale dalla mischia politico-mediatica". Chiaro riferimento all'asalto di Berlusconi contro la massima istituzione di garanzia della repubblica.

Sull'informazione Napolitano ha ribadito i concetti già espressi ma che assumono nuovo rilievo alla luce degli ultimi accadimenti: serve equilibrio da parte della politica nei confronti dell'informazione, ma anche la stampa deve ricordarsi che ha dei «limiti di responsabilità», ha detto. "Mi auguro che si vada verso un tempo di riflessione più obiettiva ed aperta sui questi temi e che si possa ritornare su di essi nei nostri futuri incontri sperando in un effettivo progredire del confronto costruttivo tra tutte le parti interessate».

Il capo dello stato, sottolineando le difficoltà in cui lavorano i giornalisti, spiega che «già tre anni fa, in occasioni analoghe a quella di oggi, espressi il mio profondo convincimento circa il carattere discriminante che l'esistenza di una stampa e di una informazione pluralistiche e libere assumere per distinguere la democrazia dal dispotismo. E nello stesso tempo volli sottolineare come nei sistemi democratici e costituzionali dell'occidente - continua Napolitano - occorra combinare più valori, più diritti degni di tutela, come sancito d'altronde nell'articolo 10 della convenzione europea del 1948 sui diritti dell'uomo».

Napolitano aggiunge che si espresse «in quei termini - e sottolinea - ci sono tornato successivamente più volte, indipendentemente dal mutare nel frattempo del contesto politico in italia e postulando la definizione di equilibri piùsoddisfacenti con uno sguardo attento in particolare alla tutela della privacy, della dignità delle persone e delle istituzioni, della riservatezza delle indagini giudiziarie insieme, ovviamente e in primo luogo, con la tutela della libertà di informazione».

Il capo dello stato conclude: «si tratta di equilibri difficili e sempre oggetto di controversie ma a cui non si può sostituire da parte del giornalismo la sottovalutazione di limiti e di responsabilità da riconoscere e da proiettare nel proprio modo di lavorare».

16 ottobre 2009

4 commenti:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

A ME NON SEMBRA CHE MANTENGA LA SUA SBANDIERATA "TERZIETA'" INTERVENDO PROPRIO A RIGUARDO DEL REATO DI VILIPENDIO 'DOPO' L'INIZIATIVA DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA CAPITOLINA.
DIRE CHE NON GLIENE FRAGA NIENTE DEL REATO E' COME DARE UNA SPECIE DI VIA LIBERA AI MAGISTRATI.
L'UNITA' POI DA' L'INTERPRETAZIONE CON UN CERTO MALCELATO COMPIACIMENTO, DIMENTICANDOSI CHE L'OPPOSIZIONE IN PARLAMENTO A BERLUSCONI LA STA FACENDO SOLO DI PIETRO, PIACCIA O NON PIACCIA.
UN QUOTIDIANO, ATTACCATO DA BERLUSCONI IN SEDE CIVILE, CHE SE PERDE LA CAUSA DOVRA' CHIUDERE I BATTENTI, E UN ALTRO QUOTIDIANO CHE NON CORRE LO STESSO RISCHIO MA E' UGUALMENTE ATTACCATO IN SEDE CIVILE SONO LE UNICHE OPPOSIZIONI VISIBILI AL DI FUORI DEL PARLAMENTO.
MA DANNO SULLA VOCE A DI PIETRO: INCREDIBILE!

Francy274 ha detto...

Elementare, Di Pietro fa opposizione,non gioca certo al buon samaritano com'è di moda negli altri schieramenti di sinistra.
Inoltre confrontando le parole di Di Pietro e quelle di Berlusconi, a mio modesto parere chi l'ha detta grossa contro il Presidente della Repubblica è proprio Berlusconi.
Forse non si sono accorti che molti cittadini da quelle asserzioni hanno dedotto che il Presidente della Repubblica può corrompere a suo piacimento favorendo una parte o l'latra dei due schieramenti politici...questo è davvero molto grave, visto che il Presidente della Repubblica ha il compito di salvaguardare la Costituzione nella tutela dei diritti di tutti i cittadini.
Di Pietro alla fine ha solo sottolineato il fatto che il Presidente non aveva esercitato la possibilità di respingere una legge come è nei poteri della prima carica dello Stato , pur magari dovendola rifirmare la volta successiva.Non la vedo così grave, è pura opposizione.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Vero. Le cose dette da Berlusconi contro Napolitano erano e sono di una tale gravità da motivare ampiamente l'esercizio dell'azione penale nei suoi confronti da parte della Procura della Repubblica di Roma.
Invece con chi se la prende? Con Antonio Di Pietro, che ha definito un atto, un solo atto del Presidente della Repubblica come un 'gesto di viltà...", a mio parere esercizio della libera critica di un parlamentare che è anche il capo di un partito che gode del consenso dell'8% degli elettori nei confronti di una legge, lo "scudo fiscale" che la maggior parte degli economisti considerano inefficace e la maggiore dei costituzionalisti incostituzionale. Ma si sa, a loro Napolitano non dà retta, lui brilla di luce propria.
Da considerare che se non avesse firmato, trattandosi di un decreto-legge in scadenza, il provvedimento sarebbe caduto e Berlusconi e suoi 'consigliori' sarebbero dovuti venire a più miti consigli.
Capisci la delusione e la rabbia di Tonino? Come di tanti italiani di ambo i sessi.
No, questo Presidente non mi piace più, è deludente, mi sembra la riedizione del "Re tentenna" di Casa Savoia.
Tra l'altro somiglia in modo impressionante al "Re di maggio" Umberto II: non trovi?
Mi ha particolarmente colpito sia il commento de L'Unità, mentre di Repubblica non ricordo nulla nello specifico e in questo momento, ma vero è che ha dato e continua a dare poco spazio ad Antonio Di Pietro: così non si fa!
Meno male che c'è "Il Fatto Quotidiano"!
Tu ti sei abbonata o corri ancora dietro alle illusioni di un PD che vuoi?
;-)

Francy274 ha detto...

Non mi sono abbonata, ma l'ho riservato in edicola dove passo ogni giorno a prenderlo. Inquanto al PD che voglio sai bene che non lo voglio proprio, sono dipietrista dal 1998, esattamente da quando Di Pietro fondò il partito IDV perchè da sempre rispecchia le mie convinzioni. Inoltre sai bene, come già Ti raccontai, che seguì con interesse la faccenda di "mani pulite" e quel Giudice mi piaceva molto, figurati quando entrò come Ministro nell'Ulivo, Prodi ebbe il mio voto proprio perchè c'era il Giudice.Figurati se non capisco e condivido la rabbia di Tonino contro quella firma presidenziale più che motivata, Napolitano con le sue dichiarazioni fa il nobile dei derelitti visto che non si indigna nell'essere additato come probabile corruttore di giudici, mi facesse i piacere , mi facesse!!
Perfetta l'analisi che hai fatto su lui, vero è un buon "re tentenna" e somiglia davvero ad Umberto II, peccato che lui sia presidente della più triste e lunga stagione italiana, fosse anche lui solo di maggio :)).
Ho verificato dalle immagini su google, sei un bravo visionomista a differenza di me :)