ENZO TINNIRELLO, responsabile del sindacato Ugl, 13 anni di servizio alle spalle, avverte: «Il problema sicurezza è sottovalutato, c’è stato un taglio consistente dei fondi». Poi spiega la situazione dei colleghi, le guardie carcerarie alla casa circondariale di Lodi. «Dovremmo lavorare 6 ore al giorno, ma qui è impossibile: si lavora su turni di 8 ore, a volte fino a 15 ore». Un agente dall’arruolamento fino al quinto anno prende 1.330 euro. E l’ora di straordinario viene pagata meno dell’ora ordinaria: 5 euro nette.
Stipendio massimo?
«Paga base di 1.750 euro al mese per chi è a fine carriera...».
A Lodi i conti tornano?
«Con il decreto ministeriale del 2001 che tagliava le piante organiche, sono state tagliate 20 unità».
Risultato?
«Ci ritroviamo senza uomini al Nucleo traduzioni (incaricato di portare i detenuti in tribunale, in ospedale o altri istituti, ndr): ci sono solo il coordinatore e un autista. Così si attinge di continuo dai servizi interni, depauperando la sicurezza del carcere. La pianta organica lodigiana è stata fatta male, senza calcolare i posti relativi alla palazzina aperta nel 2001, dentro le mura del carcere. Pertanto tutte le attività trattamentali (insieme di progetti che consentono il recupero del reo, comprese attività scolastiche o laboratori e lavoro nella casa circondariale, ndr) sono prive di sorveglianza. I carcerati sono liberissimi di muoversi nella struttura, gli agenti di polizia penitenziaria sono caricati di responsabilità e di un lavoro infame: reggono più posti di servizio del dovuto».
Faccia esempio.
«La sera un agente solo regge l’interno del carcere, sia la palazzina che le due sezioni».
Stipendio massimo?
«Paga base di 1.750 euro al mese per chi è a fine carriera...».
A Lodi i conti tornano?
«Con il decreto ministeriale del 2001 che tagliava le piante organiche, sono state tagliate 20 unità».
Risultato?
«Ci ritroviamo senza uomini al Nucleo traduzioni (incaricato di portare i detenuti in tribunale, in ospedale o altri istituti, ndr): ci sono solo il coordinatore e un autista. Così si attinge di continuo dai servizi interni, depauperando la sicurezza del carcere. La pianta organica lodigiana è stata fatta male, senza calcolare i posti relativi alla palazzina aperta nel 2001, dentro le mura del carcere. Pertanto tutte le attività trattamentali (insieme di progetti che consentono il recupero del reo, comprese attività scolastiche o laboratori e lavoro nella casa circondariale, ndr) sono prive di sorveglianza. I carcerati sono liberissimi di muoversi nella struttura, gli agenti di polizia penitenziaria sono caricati di responsabilità e di un lavoro infame: reggono più posti di servizio del dovuto».
Faccia esempio.
«La sera un agente solo regge l’interno del carcere, sia la palazzina che le due sezioni».
Preoccupati?
«Finora non ci sono stati episodi gravi. Ma le preoccupazioni ci sono sempre, questa è una realtà parallela alla vita quotidiana dove ci sono altre regole. Torniamo sempre con la memoria al Duemila, quando i detenuti accesero bombole di gas da campo...».
Rischi immediati all’orizzonte?
«Stanno cominciando i lavori di ristrutturazione del carcere ma l’amministrazione non vuole rispondere su come verrà effettuata: da quanto so, ci sarà una divisione interna della sezione con muri di legno, materiale infiammabile...e gli operai lavoreranno a contatto con i detenuti. Una cosa mai successa...».
«Finora non ci sono stati episodi gravi. Ma le preoccupazioni ci sono sempre, questa è una realtà parallela alla vita quotidiana dove ci sono altre regole. Torniamo sempre con la memoria al Duemila, quando i detenuti accesero bombole di gas da campo...».
Rischi immediati all’orizzonte?
«Stanno cominciando i lavori di ristrutturazione del carcere ma l’amministrazione non vuole rispondere su come verrà effettuata: da quanto so, ci sarà una divisione interna della sezione con muri di legno, materiale infiammabile...e gli operai lavoreranno a contatto con i detenuti. Una cosa mai successa...».
Fabrizio Lucidi
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