lunedì 26 ottobre 2009

Prodi: "Che meraviglia questa voglia di politica"


di Ninni Andriolo


Chiunque vinca, il partito deve schierarsi con lui...». Ha votato on line, dagli Stati Uniti. «Ci sono riuscito, da solo, senza l’aiuto della Flavia», esulta il Professore, consapevole che «smanettare su internet» non è il suo mestiere. Da New York, adesso, alla vigilia dell’incontro in ambito Onu per discutere la sua proposta di riforma delle missioni di pace in Africa, Romano Prodi commenta il giorno delle primarie italiane. «Molto positivo - sottolinea l’ispiratore del Partito democratico - Tutta quella gente in fila davanti ai gazebo....una meraviglia, la dimostrazione di una grande voglia di politica».

IL PD GRANDE ALTERNATIVA Inutile ricordare al Professore le sue primarie, quelle del 2005. Non è giorno di paragoni. «I voto di oggi (ieri, ndr.) - spiega - dimostra che quando si dà spazio alla gente, anche se ci sono tensioni e difficoltà, la gente sceglie». Per l’ex premier, però, «l’affluenza straordinaria che si è registrata in tutta Italia è la dimostrazione che il Pd può rappresentare veramente una grande alternativa. Per questo la gente si mobilita, per renderla tale» .

LA NUOVA RIPARTENZA Alle 21.30 di ieri, da New York, «il Prof» non poteva conoscere ancora il responso delle urne democratiche. E manteneva assoluto riserbo sul suo voto dall’America. «Chi vincerà queste primarie, caratterizzata da tanta affluenza - spiegava - avrà la possibilità di agire con forza. Perché quella che serve al Partito democratico è una grande ripartenza. Diciamo, anzi, che bisogna partire davvero. Accidenti se non bisogna avviarsi, finalmente...» Prodi, in sostanza, è molto critico nei confronti della fase iniziale del Pd, nei confronti dei due anni che separano questo ottobre 2009 da quello che incoronò Veltroni. Non è un mistero, in sostanza, la freddezza del Professore nei confronti dell’ex segretario.

A CHE SERVE IL BALLOTTAGGIO? Ma le riserve di Prodi investono anche lo Statuto del Pd. Finché è questo, ovviamente, «va rispettato» . Ma il Professore ritiene indispensabile eliminare il ballottaggio dal meccanismo. La premessa è quella che le primarie dovrebbero servire per «decidere chi sarà il candidato alla guida del governo». Per il Professore, tuttavia, «se un partito come il nostro ha il coraggio di utilizzare quello strumento per scegliere il segretario deve farlo fino in fondo, senza passaggi intermedi».

PRESIDENTE? NON HO CAMBIATO IDEA Inevitabile, all’indomani di quella che il Professore definisce «la ripartenza del Partito democratico», chiedergli se le indiscrezioni che lo vorrebbero presidente di un Pd guidato - ad esempio - da Pierluigi Bersani hanno fondamento o meno. L’ex premier è categorico. «Mi dispiace - risponde il l’ex Presidente del Consiglio - Quando faccio una scelta la faccio fino in fondo. Non a caso rispondo da New York, dove mi trovo per le Nazioni Unite». Il Prof, vorrebbe dedicarsi soprattutto all’impegno per l’Africa che gli dovrebbe essere riconfermato in ambito Onu. «Ho dimostrato già che non sono uno che non tentenna quando prende una decisione - ricorda Prodi - Vale anche questa volta. Lo ripeto, però: chiunque vinca tutto il partito dovrà schierarsi con lui».

26 ottobre 2009

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