mercoledì 18 novembre 2009

Cosentino: «Resto al mio posto»


Il caso Cosentino continua a far discutere l'opposizione, agitando le acqua anche all'interno della stessa maggioranza. Il sottosegretario all’Economia, destinatario di una ordinanza di custodia, non vuole lasciare il governo né rinunciare alla sua candidatura alle Regionali. «Rimango al mio posto: solo Berlusconi può decidere sul mio destino personale ma anche su quello della Campania». «Sono sicuro - ha spiegato ai giornalisti al termine dell'audizione davanti alla Giunta per le autorizzazioni a Montecitorio - che Berlusconi deciderà sentito il territorio campano e i parlamentari eletti in Campania perché sono loro che combattono in prima linea il malgoverno della sinistra che dura da 15 anni». «Contro di me è lo sfogo di Cosentino - c'è un "fumone di persecuzione". I magistrati non mi hanno mai voluto ascoltare e sono certo questo provvedimento sarà certamente cassato nei vari gradi di giudizio». Pronta la replica a riguardo del procuratore della Repubblica di Napoli, Giovandomenico Lepore: «Non abbiamo perseguito nessuno, abbiamo perseguito i reati, i responsabili di reati. Noi non creiamo né vittime né martiri».

BERLUSCONI - Sul caso dice la sua anche Berlusconi: «Non interverrò, non intendo intervenire» replica alla Camera a chi gli chiede della richiesta di dimissioni da parte dell'opposizione per il sottosegretario.

TENSIONE SULLA MOZIONE - Intanto in concomitanza con l'audizione di Cosentino, il gruppo dell'Italia dei Valori alla Camera ha depositato la mozione per chiedere le dimissioni del sottosegretario all'Economia. Ne chiederà la calendarizzazione subito dopo l'esito del voto della Giunta per le Autorizzazioni sull'arresto, in programma mercoledì prossimo. L'iniziativa del gruppo di Di Pietro crea tensione all'interno della maggioranza. Sostenerla è «inopportuno», sostiene in un'intervista a La Stampa il ministro Ignazio La Russa. «Non sono d’accordo con il mio amico Italo Bocchino. Io voterò contro. Non c’è neanche da discutere» fa sapere il ministro della Difesa Ignazio La Russa in un’intervista a La Stampa. «Valuteremo, se ci sarà una mozione di sfiducia da parte dell'opposizione. Noi riteniamo sarebbe opportuno un passo indietro da parte del sottosegretario» aveva detto Bocchino. «Non mi ha sorpreso perché dentro la componente di An viene fuori un’anima meno garantista» è la stoccata dello stesso Cosentino.

«IPOTESI CHE NON ESAMINO NEMMENO» - Quella della sfiducia al sottosegretario all’Economia, per il quale la Procura di Napoli chiede l’arresto, «è un'ipotesi che non esamino nemmeno» fa sapere anche Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera. «Noi - aggiunge - siamo garantisti nei confronti degli avversari politici, figurarsi se non dobbiamo esserlo nei confronti degli amici!».

«VOGLIAMO AVERE MANI LIBERE» - D'altra parte Fabio Granata, esponente finiano del Pdl, «non esclude» invece un voto a favore della mozione di sfiducia al sottosegretario e, in un'intervista al Mattino lo invita a fare «un passo indietro». «Noi teniamo separate - spiega il vicepresidente della commissione Antimafia - la sfera giudiziaria e quella politica. E sul piano politico siamo convinti che in Campania, se vogliamo avere titoli e mani libere per chiedere agli elettori discontinuità rispetto alle responsabilità gravissime di Bassolino e Iervolino, è impossibile che chi è sottoposto ad una inchiesta pesante come quella che riguarda Cosentino possa essere il nostro candidato alla regione. Per lo stesso motivo pensiamo che Berlusconi ed il Pdl debbano chiedergli un passo indietro anche rispetto al suo incarico di governo». «Auspichiamo che Cosentino faccia quel passo indietro - aggiunge -. Perché noi siamo coerenti e quindi, se arrivassimo alla mozione in aula, ci troveremmo in grandissima difficoltà: è chiaro che non escludiamo di votarla».


18 novembre 2009

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