martedì 10 novembre 2009

Giustizia, patto Berlusconi-Fini. «Tempi brevi per i processi»



Due ore di faccia a faccia. Per parlare di giustizia. E stabilire l'agenda del governo sulla riforma dei processi. Alla fine del colloquio con Fini, Berlusconi appare soddisfatto: «È andata bene» dice il premier. Che non aggiunge altro. Poco dopo, tocca al presidente della Camera delineare, in un'intervista a SkyTg24, i punti del patto tra i due leader del Pdl. Fini annuncia innanzitutto che nei prossimi giorni sarà presentato un disegno di legge per garantire tempi brevi per i processi. «Il premier - ha assicurato il presidente della Camera - ha garantito stanziamenti in finanziaria» per il settore della giustizia. «Si è ragionato - ha spiegato Fini - sulla possibilità di presentare un ddl per definire tempi certi entro cui si deve svolgere il processo nei suoi 3 gradi. Nei prossimi giorni sarà presentato e sarà relativo alla definizione dei tempi del processo unicamente per gli incensurati». Il tempo massimo sarà «entro sei anni».

IMMUNITA' - Niente «prescrizione breve», però. «Si tratta di un'ipotesi impraticabile» dichiara Fini, spiegando che l'idea è stata scartata per l'impatto che potrebbe avere su migliaia di processi. L'ex leader di An afferma poi che parlare di immunità parlamentare non è «uno scandalo». La terza carica dello Stato osserva: «Abbiamo in Italia un assetto di tipo legislativo originale. Mentre infatti i parlamentari nazionali non godono di alcuna immunità, quelli europei sì. Già questa considerazione dimostra che discutere dell'opportunità dell’immunità parlamentare non è un’ipotesi che deve destare scandalo». Tuttavia, precisa Fini, «non deve essere impunità: bisogna garantire che vi sia per il potere legislativo la possibilità che la Costituzione definisce, cioè di agire in piena autonomia senza per questo limitare il diritto del potere giudiziario di indagare e stabilire la verità dei fatti».

ELEZIONE DIRETTA DEL PREMIER - Fini annuncia poi che «tra le ipotesi di riforma c'è anche l'elezione diretta del capo dell'esecutivo, come in Francia o come era in Israele, non mi soffermerei su questi aspetti». «Non considero motivo di preoccupazione se il capo dell'esecutivo è eletto direttamente dal popolo - afferma Fini - è evidente però che ci vuole un contrappeso, ci vuole un rafforzamento del potere del Parlamento».


10 novembre 2009

3 commenti:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

ARTICOLO INSODDISFACENTE, NON CHIARISCE I PUNTI DEL DISEGNO DI LEGGE, NON PARLA DI "REATI DI LIEVE ENTITA'" (E' LI' L'INGHIPPO).

Francy274 ha detto...

Tranquillo, ce la stanno mettendo di nuovo in saccoccia, all'estero c'è l'immunità parlamentare ma ci provasse un politico a fare metà degli scandali che tranquillamente fanno i nostri, sanno copiare bene i vantaggi della politica estera ma mai le leggi che li obbligano a dimettersi al minimo scandalo. Fini punta alla presidenza per se, è questo il sentore che colgo.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

LEGGI L'ARTICOLO DI REPUBBLICA E COMMENTA, E' UN PO' PIU' CHIARO.
PERO' IL TUO SOSPETTO E' REALISTICO.