La copertina dell'Unità che tanto ha fatto innervosire Berlusconi, quella del 15 novembre intitolata "I fantasmi del Premier" e dedicata a Spatuzza, è stata ieri di nuovo oggetto di telefonate da e verso palazzo Chigi. Il «fattore Spatuzza», lo scriveva Claudia Fusani dieci giorni fa citando le carte dei processi, preoccupa il capo del governo assai più del processo breve. È per questo che medita di «parlare agli italiani» (sarà un messaggio solenne a reti unificate, con la bandiera dietro? Sarà nella poltrona di Vespa?). È per questo che i giornali di destra e/o quelli di sua proprietà fanno da giorni ironia preventiva, tecnica in uso anche fra i preadolescenti: «Vedrete, scriveranno che le rivelazioni di Spatuzza sono il tassello mancante alle indagini sui legami fra mafia e politica del '93». Poi preventiva per modo di dire perché come si è visto chi ancora può scrivere liberamente lo ha fatto.
Oggi Susanna Turco ci informa che siccome - dice una fonte Pdl - «se è impresentabile un premier condannato in primo grado per corruzione, cosa potrebbe essere di un leader indagato per legami con la mafia?» allora torna l'ipotesi, circolata qualche tempo fa, di chiamare tutta l'alleanza all'appello con una mozione anti-magistratura da mettere ai voti in aula: chi sta con me e chi è contro. Questo mentre i magistrati (l'Anm) informano che col processo breve salterebbe un giudizio su due di quelli in corso. Questo mentre Fini e i finiani sono già pesantemente sotto ricatto politico proprio sul fronte della lotta alla mafia. Sarà infatti impossibile, dice Angela Napoli e conferma Fabio Granata (entrambi ex An), che si possa votare l'emendamento che sopprime la norma della Finanziaria che mette in vendita i beni confiscati alla mafia. Napoli a Maria Zegarelli: «A parole dicono tutti di voler combattere la mafia ma nei fatti le cose stanno diversamente. La dimostrazione è nell'atteggiamento che ha la maggioranza del Pdl davanti a questo emendamento: non toccare neanche una virgola della Finanziaria». Il ricatto è dunque questo: Finanziaria con voto di fiducia, e alla conta. Mafia o non mafia, An ingoi il rospo. Gianfranco Fini ha dunque deciso di giocare un'altra partita per cercare di contenere il danno, racconta nella pagina qui accanto il Congiurato. Ha posto una condizione per dare il via libera a un iter molto accelerato per il processo breve: che alla Giustizia vengano assegnati fondi aggiuntivi. Ha esposto la sua condizione personalmente a Tremonti: solo così quella legge potrà conservare una parvenza di riforma di sistema e diventare accettabile.
Il pusher che vendeva i filmini di via Gradoli, Cafasso, non dev'essere morto proprio d'infarto. Lo sospettavamo, ne abbiamo parlato qui al principio di tutto. Ora l'indagine è per omicidio, e i morti ammazzati sono due. "Ciletto" e "Rufetto", due scagnozzi della banda della Magliana, sono indicati come coloro che portarono Emanuela Orlandi nel nascondiglio dove Marcinkus la incontrava regolarmente. Dei misteri italiani la cosa più ridicola è che ci vogliono decenni a scoprire quel che si capisce dal primo minuto. Ma in effetti non c'è niente da ridere.
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