martedì 10 novembre 2009

La baggianata del super Pil italiano

di Sandro Brusco (*)


La stampa italiana ha dato grande risalto alle recenti dichiarazioni del primo ministro e del ministro dell’Economia che accreditavano un futuro, e finanche un presente, assai roseo per l’economia italiana. Si è in particolare dato molta importanza al fatto che il Pil italiano abbia superato quello inglese. Si tratta di una baggianata. In sostanza, due anni fa ci volevano 1,4 euro per comprare una sterlina, ora ne bastano 1,1. Quindi, come per magia, il Pil britannico, quando espresso in euro, è andato giù. O, se volete vederla in modo ottimista, il Pil italiano misurato in sterline è andato su. Fine della storia.
È ben noto che, se si vuol comparare il benessere di due paesi, non è buona idea comparare il Pil nominale calcolato al tasso di cambio corrente. La ragione è semplice. Il tasso di cambio è spesso assai volatile (lo è stato certamente negli ultimi due anni) e le sue variazioni non corrispondono necessariamente a variazioni nel valore della quantità prodotta. Per correggere il fattore “tasso di cambio ballerino” e rendere comparabili i valori tra paesi, il Fondo monetario internazionale fornisce statistiche basate sulla parità dei poteri d’acquisto (Ppa). Le più recenti sono nella pubblicazione World Economic Outlook di Ottobre 2009, facilmente reperibili online.
Se usiamo i dati Fmi e compariamo il valore assoluto del Pil per Italia e Regno Unito otteniamo la seguente tabella (numeri in miliardi di dollari PPA; ovviamente in questa tabella e in quelle successive il dato del 2009 è solo stimato). (tab. 1). Se invece compariamo i valori pro capite la tabella è la seguente (numeri in dollari Ppa): (Tab. 2)
Quindi, ci spiace, ma nessun sorpasso. La cosa peraltro era da attendersi. L’economia britannica è conciata abbastanza male, ma negli ultimi anni ha sempre fatto meglio di quella italiana. Queste sono le variazioni percentuali annuali del Pil a prezzi costanti di Italia e Regno Unito, dati forniti dal Fondo monetario internazionale. (Tab. 3)
Il quadro è chiaro. Il Regno Unito non sta andando bene, in termini di tassi di crescita, ma è certo meglio dell’Italia. Però al tempo stesso nell’ultimo anno la sterlina si è svalutata rispetto all’euro. Il '”sorpasso” dipende solo e unicamente dalla svalutazione della sterlina. Non è proprio nulla di cui andar fieri e in nessun modo rappresenta una buona notizia per l’Italia.
Un paio di considerazioni finali. Primo, è veramente fastidioso essere governati da gente che cerca continuamente di imbrogliarti. Che non sia corretto trarre grandi conclusioni comparando i Pil di due paesi semplicemente moltiplicando per un tasso di cambio è cosa stranota. Questa è la ragione per cui i vari enti internazionali cercano di sviluppare metodologie di confronto basate sulla parità dei poteri d’acquisto. Si può discutere se lo facciano bene o male, sulla bontà dei vari aggiustamenti e delle varie tecniche. Non si può discutere che, in presenza di una forte volatilità del tasso di cambio, non ha molto senso comparare i valori dei Pil in moneta nazionale moltiplicati per il tasso di cambio. Non ha senso esattamente perché succedono cose come quella di cui si sta discutendo: si creano illusioni di crescita o cali dove non ci sono. In particolare, è chiaro che i nostri governanti stanno cercando di far passare l’idea che l’Italia ha superato la Gran Bretagna in Pil nominale grazie alla buona performance economica dell’Italia, favorita (ma c’è bisogno di dirlo?) dal superman che abbiamo come PresDelCons. Non è così. E’ una balla. E’ una balla spudorata.
Secondo, ma cosa fa la stampa? Il mondo è pieno di demagoghi che raccontano fregnacce e cercano di manipolare la presentazione dei risultati economici a proprio vantaggio. Certi trucchi poi sono così banali che passa la voglia di commentarli. Il ruolo della stampa libera è quello di vigilare, spiegando che di fregnacce si tratta e costringendo quindi i politici a evitare di dirle. In Italia sembra esserci un fallimento totale di questo ruolo della stampa. Se i media vicini a Berlusconi passano per buona la storia del sorpasso possiamo sospettare che sia per malafede, e questo è già grave. Ma se lo fanno anche i giornali d’opposizione allora l’unica spiegazione possibile diventa l’incompetenza. Possibile che nessuno si accorga di queste cose elementari? Possibile che debbano arrivare i professori emigrati in Amerika per fare il punto, orrendamente banale, che il superamento della Gran Bretagna è dovuto alla svalutazione della sterlina? Poi magari ci tocca pure sentirci dire che Berlusconi è un grande comunicatore. Bella forza, può dire qualunque idiozia senza che nessuno lo faccia notare.
(*) Docente di Economia presso la State University of New York at Stony Brook e redattore di
www.noisefromamerika.org

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