Silvio Berlusconi risponde alle dieci domande di Repubblica, dopo 175 giorni, 10 ore e 18 minuti (il paziente computo è di un nostro lettore, Michele De Luca). Domande che il capo del governo ha giudicato così diffamanti da richiedere un risarcimento milionario per l'offesa ricevuta. Gli interrogativi erano, come dimostra oggi Berlusconi, del tutto legittimi. Facevano tesoro, peraltro, di una sua convinzione. Questa: credo che chi è incaricato di una funzione pubblica, come il presidente del Consiglio, debba dar conto dei suoi comportamenti, anche privati. (Porta a Porta, 5 maggio 2009).
Repubblica concorda con Silvio Berlusconi. È evidente che, nonostante il frastuono mediatico di questi mesi, non si mai discusso di un divorzio, affare privato di due coniugi, né di pettegolezzi o di vita privata. Come ha avuto subito chiaro il premier, la questione interroga le condotte di "un incaricato di una funzione pubblica".
Berlusconi non ha ritenuto opportuno rispondere direttamente alle nostre domande. Ha affidato le sue risposte a Bruno Vespa, un giornalista della televisione pubblica, collaboratore di un settimanale di proprietà (Panorama) del presidente del consiglio, in un libro edito dalla Mondadori, proprietà di Berlusconi. Qui ricordiamo le domande, diamo conto delle risposte del premier. Si scorge qualche menzogna, più d'una contraddizione, le dissimulazioni e i silenzi cui il capo del governo ci ha abituato.
LO SPECIALE
1) Quando ha avuto modo di conoscere Noemi Letizia? Quante volte ha avuto modo di incontrarla e dove? Ha frequentato o frequenta altre minorenni?
Berlusconi, oggi: "Non ho avuto alcuna relazione con signorina Noemi. Al riguardo si sono dette e scritte soltanto calunnie". Berlusconi sostiene "di avere incontrato la ragazza soltanto quattro volte". Dove e quando? Il premier autorizza Vespa a raccontare: "La prima, il 19 novembre, quando Noemi fu ospite a Villa Madama... la seconda il 15 settembre alla festa di Natale del Milan... La terza a Villa Certosa, dove la ragazza fu invitata a trascorrere con alcune amiche le feste di fine d'anno... la quarta, alla sua festa di compleanno".
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Repubblica ha documentato, con una testimonianza mai smentita, come il premier abbia conosciuto Noemi Letizia attraverso un book fotografico. Berlusconi dice invece di aver incontrato Noemi in quattro occasioni, dunque nelle uniche circostanze già scovate da Repubblica. Quel che il premier dice oggi è in contraddizione con quanto hanno detto, nel corso del tempo, Elio Letizia, Noemi e lo stesso Berlusconi. Il padre della minorenne ha ricordato che decide di presentare la sua famiglia al presidente del consiglio nel "dicembre del 2001": "A metà dicembre, io e mia moglie andammo a Roma per acquisti e, passando per il centro storico, pensai che fosse la volta buona per presentare a Berlusconi mia moglie e mia figlia". (il Mattino, 25 maggio). Nello stesso giorno il capo del governo ha un altro ricordo. "La prima volta che ho visto questa ragazza è stato a una sfilata" (Corriere, 25 maggio), dunque né a Villa Madama né presentata dal padre. Noemi non racconta quando ha visto per la prima volta "Papi", ma confessa di averlo incontrato in più occasione, in forma privata e non in pubblico. "Gli faccio compagnia. Lui [Berlusconi] mi chiama, mi dice che ha qualche momento libero e io lo raggiungo. Resto ad ascoltarlo. Ed è questo che desidera da me". (Corriere del Mezzogiorno, 28 aprile).
2) Qual è la ragione che l'ha costretta a non dire la verità per due mesi, fornendo quattro versioni diverse per la conoscenza di Noemi?
Berlusconi non risponde a questa domanda. Come si deduce dalla risposta al primo interrogativo, non è in condizione di raccontare la verità a meno di non contraddirsi.
3) Non trova grave che lei abbia ricompensato con candidature e promesse di responsabilità le ragazze che la chiamano "papi"?
Berlusconi: "Ho proposto incarichi di responsabilità soltanto a donne con un profilo morale, intellettuale, culturale e professionale di alto livello".
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La risposta del premier non corrisponde alla verità nota a tutti e peraltro, per la prima volta, svelata dai fogli della destra e addirittura dal giornale di famiglia.
Il primo quotidiano che dà conto della candidatura di una "velina" alle elezioni europee è, infatti, il Giornale. Il 31 marzo, a pagina 12, nella rubrica Indiscreto a Palazzo si legge che "Barbara Matera punta a un seggio europeo". "Soubrette, già "Letterata" del Chiambretti c'è, poi "Letteronza" della Gialappa's, quindi annunciatrice Rai e attrice della fiction Carabinieri", la Matera, scrive il Giornale, "ha voluto smentire i luoghi comuni sui giovani che non si applicano e non si impegnano. "Dicono che i ragazzi perdino tempo. Non è vero: io per esempio studio molto"". "E si vede", commenta il giornale di casa Berlusconi.
Libero (22 aprile) è il secondo giornale che dà conto della "carta segreta che il Cavaliere è pronto a giocare". Notizia e foto di prima pagina con "Angela Sozio, la rossa del Grande Fratello e le gemelle De Vivo dell'Isola dei famosi, possibili candidate alle elezioni europee". A pagina 12, le rilevazioni: "Gesto da Cavaliere. Le veline azzurre candidate in pectore" è il titolo. "Silvio porta a Strasburgo una truppa di showgirl" è il sommario.
I nomi della candidate che si leggono nella cronaca di Libero sono: Angela Sozio, Elisa Alloro, Emanuela Romano, Rachele Restivo, Eleonora Gaggioli, Camilla Ferranti, Barbara Matera, Ginevra Crescenzi, Antonia Ruggiero, Lara Comi, Adriana Verdirosi, Cristina Ravot, Giovanna Del Giudice, Chiara Sgarbossa, Silvia Travaini, Assunta Petron, Letizia Cioffi, Albertina Carraro. Eleonora e Imma De Vivo e "una misteriosa signorina" lituana, Giada Martirosianaite. Le scelte del premier furono apprezzate con entusiasmo nel suo "campo". "Meglio la Sozio di Zagrebelsky" titolò il Foglio (24 aprile).
Molte candidate-veline, una volta escluse, protesteranno con vivacità pubblicamente. Il padre di Emanuela Romano arriverà a darsi fuoco dinanzi al portone di Palazzo Grazioli. La stessa Noemi non nasconde che, avuto accesso a Berlusconi, potrà avere spazio in politica. "[Da grande vorrò fare] la showgirl. Mi interessa anche la politica. Sono pronto a cogliere qualunque opportunità. (...) Preferisco candidarmi alla Camera, al Parlamento. Ci penserà Papi Silvio" (Corriere del Mezzogiorno, 28 aprile).
4) Lei si è intrattenuto con una prostituta la notte del 4 novembre 2008. Sono decine le "squillo" secondo le indagini, condotte nelle sue residenze. Sapeva fossero prostitute?
Come si ricorderà è stata la prostituta Patrizia D'Addario a raccontare (e a documentare con registrazioni sonore e visive) di aver fatto sesso con Berlusconi a palazzo Grazioli. Il premier replica: "C'era una cena con molte persone organizzata dalle militanti dei club 'Forza Silvio' e 'Meno male che Silvio c'è' alla quale "all'ultimo momento si infilò anche Tarantini con due sue ospiti".
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Berlusconi inciampa in poche righe in tre frottole, che possono essere documentate. Non è vero che Tarantini porta con sé soltanto due ospiti. Le ospiti sono tre: Barbara Montereale, Lucia Rossini e Patrizia D'Addario. La circostanza è confermata dallo stesso Tarantini. Interrogato l'8 settembre, dice: "Confermo che il 4 novembre 2008 mi recai a palazzo Grazioli unitamente a Patrizia D'Addario, Barbara Montereale e Lucia Rossini". Non è vero che in quella serata c'erano molte persone e nessuno ricorda la presenza delle militanti dei club "Forza Silvio" e "Meno male che Silvio c'è". Lo racconta subito Patrizia D'Addario: "Quella sera non c'erano altre ospiti. Abbiamo trovato un buffet di dolci e il solito pianista [Apicella]" (Corriere della sera, 17 giugno) Lo conferma anche oggi Barbara Montereale. Gli unici altri protagonisti della serata furono le guardie del corpo del presidente. La loro presenza è agli atti dell'indagine di Bari. In un colloquio registrato, si sente la D'Addario chiedere alla Montereale: "Ti ricordi come ti corteggiava?". L'altra risponde: "Tutto davanti alle guardie del corpo. Uno schifo. Tu sei un'altra come Noemi che gli può fare male". Non è vero che Tarantini si infilò "all'ultimo momento". L'imprenditore barese pianifica la visita almeno 24 ore prima, come risulta dalle dichiarazioni delle ragazze e dalle intercettazioni telefoniche. Le ragazze dei club, come ha riferito ancora ieri la Montereale a Repubblica, erano presenti non a Palazzo Grazioli ma a Villa Certosa il 6 gennaio, quando lei tornò con Tarantini a incontrare Berlusconi.
5) E' capitato che "voli di Stato" senza la sua presenza a bordo, abbiano condotto nelle sue residenze le ospiti delle sue festicciole?
Berlusconi: "La magistratura ha già archiviato la pratica al riguardo. Io non ho mai utilizzato "voli di Stato" in modo non lecito. Inoltre ho cinque aerei privati che posso utilizzare in qualunque momento".
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La risposta è soltanto parzialmente corretta. E' vero che il 20 ottobre il tribunale dei ministri di Roma ha archiviato le accuse di abuso d'ufficio e peculato contro Berlusconi. Va ricordato però che le regole per quei "viaggi di Stato" sono state modificate il 25 luglio 2008 dalla presidenza del consiglio e consentono molta discrezionalità nella composizione della delegazione che accompagna il capo del governo. Ne possono far parte, come accade, come è accaduto, anche musicisti e ballerine. La replica di Berlusconi è soltanto parzialmente corretta perché dimentica che il tribunale amministrativo del Lazio ancora indaga e ha chiesto, il 28 ottobre, a Palazzo Chigi i documenti relativi a cinque voli tra Roma e Olbia (24, 25, 31 maggio, 1 giugno, 17 agosto 2008), la lista delle persone ammesse al volo, le ragioni della loro presenza. Un procedimento è aperto anche presso la Commissione Europea "per verificare la sussistenza di illeciti compiuti dalle nostre istituzioni".
6) Può dirsi certo che le sue frequentazioni non abbiano compromesso gli affari di Stato? Può rassicurare il Paese che nessuna donna, sua ospite, abbia oggi in mano armi di ricatto?
Berlusconi: "La risposta vale per oggi come per il passato, in quanto io non mi sono mai lasciato ricattare da nessuno, né mi sono mai comportato in modo per cui un simile evento si potesse verificare. Quando nei miei confronti sono state avanzate richieste che, secondo il giudizio mio e dei miei legali, si configuravano come ricattatorie, mi sono immediatamente rivolto all'autorità giudiziaria".
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La replica del capo del governo è gravemente insincera per il presente e per il passato. Anche trascurando il recentissimo "caso Marrazzo" (vede il video ricattatorio - "corpo del reato" - avverte Marrazzo, gli consiglia di acquistarlo e distruggerlo), è stato lo stesso premier a denunciare, a La Maddalena, come la notte di sesso con la prostituta Patrizia D'Addario lo abbia esposto a un'imbarazzante e pericolosa vulnerabilità. "Sono stato vittima di una persona che ha voluto creare artatamente uno scandalo. La signora ha commesso quattro reati e rischia una pena edittale di 18 anni, ma non ho ancora deciso se dare il via a queste cause" (Ansa, 10 settembre, 21,01). Per il passato, la sfiducia per l'autorità giudiziaria e la diffidenza per ogni denuncia è addirittura documentata e fragorosa. Nel 1975 esplode un ordigno contro la sua abitazione in via Rovani a Milano. Berlusconi non ne fa cenno alle polizie. Nel 1986, scoppia un'altra bomba contro il palazzo di via Rovani. Berlusconi confessa ai carabinieri di sospettare il mafioso Vittorio Mangano, fattore di Villa San Martino ad Arcore. Aggiungerà: "Se mi avesse chiesto cinquanta, sessanta milioni glieli avrei dati...". Il 7 febbraio 1988, Berlusconi conversa al telefono (intercettato) con un suo amico (l'immobiliarista Renato Della Valle). Dice: "C'ho tanti casini in giro, a destra, a sinistra. Ce n'ho uno abbastanza grosso, per cui devo mandare via i miei figli, che stanno partendo adesso per l'estero, perché mi hanno fatto estorsioni... in maniera brutta". Berlusconi spiega che si tratta di "una cosa che mi è capitata altre volte, dieci anni fa, e... sono ritornati fuori". Poi racconta: "Sai, siccome mi hanno detto che, se entro una certa data, non faccio una roba, mi consegnano la testa di mio figlio a me e espongono il corpo in piazza del Duomo...". Anche dinanzi a questo terribile ricatto, Berlusconi non si è rivolto né alle polizie né alla magistratura.
7) Le sue condotte sono in contraddizione con le due politiche: lei oggi potrebbe ancora partecipare al Family Day o firmare una legge che punisce il cliente di una prostituta?
Il premier non risponde.
8) Lei ritiene di potersi ancora candidare alla presidenza della Repubblica? E ,se lo esclude, ritiene di poter adempiere alla funzione di presidente del Consiglio?
Berlusconi: "Come molti ricorderanno ho ripetutamente indicato a titolo di suggerimento, affinché dal Parlamento possa essere compiuta la scelta migliore, un candidato (Gianni Letta) che ritengo sia il migliore in assoluto".
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In questo caso, la menzogna è sorprendente. Non c'è chi non sappia che il capo del governo abbia come obiettivo l'ascesa alla presidenza della Repubblica. Lo ha detto lui stesso: "Se passerà la riforma presidenziale, come quella sul modello francese o americano, dovrei automaticamente presentarmi come candidato alla presidenza della Repubblica" (19 luglio 2002). "Uno con la mia storia perché non dovrebbe pensarci " (3 ottobre 2008). Qualche giorno prima Bossi aveva detto: "Berlusconi al Quirinale, noi lo voteremo" (28 settembre 2008).
9) Lei ha parlato di un "progetto eversivo" che la minaccia. Puo' garantire di non aver usato nè di voler usare intelligence e polizie contro testimoni, magistrati, giornalisti?
Berlusconi: "I violenti attacchi contro di me, sempre avulsi da ogni attinenza alla realtà e frutto solo di preconcetta ostilità, sono sotto gli occhi di tutti. Ma non ho certo mai pensato di impiegare queste risorse contro alcuno".
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E' già accaduto nella precedente legislatura (2001/2006) che l'intelligence militare, governata da Berlusconi, si mettesse al lavoro contro gli avversari veri o presunti del capo del governo e del suo partito. Il 5 luglio 2006, in un ufficio riservato del direttore del Sismi (Niccolò Pollari), furono sequestrati centinaia di report, dossier su politici, magistrati, imprenditori, giornalisti, alti funzionari delle burocrazie della sicurezza. E soprattutto "un appunto" di 23 pagine che elaborava un programma per "disarticolare con mezzi traumatici" l'opposizione al governo. Il testo spiega come e perché "disarticolare", "neutralizzare", "ridimensionare" e "dissuadere" anche con "provvedimenti" e "misure traumatiche" ogni dissenso, autentico o ipotetico. L'appunto fu trovato nelle carte del braccio destro (e riservato) del direttore del Sismi - Pio Pompa. Pompa, il 21 novembre 2001, aveva inviato un fax a Palazzo Grazioli: " (...) Sarò, se Lei vorrà, il suo uomo fedele e leale...". Il progetto di "disarticolazione" fu attuato "fin dalla prima quindicina di settembre (2001)". Ne faranno le spese, magistrati, giornalisti e, alla vigilia delle elezioni del 2006, il competitore di Berlusconi, Romano Prodi. Contro di lui, e con la collaborazione di giornalisti pagati dagli "spioni", il Sismi scatenerà una campagna di discredito con documenti falsi.
10) Alla luce di quanto emerso in questi mesi, quali sono, signor presidente, le sue condizioni di salute?
Berlusconi: "A questa domanda rispondono i fatti. Da quella data a oggi le mie condizioni di salute, a parte un fastidioso torcicollo ormai debellato e la scarlattina che ho avuto a fine ottobre, sono infatti quelle che mi hanno permesso di proseguire e completare sedici mesi di fittissimi impegni che per brevità così riassumo: 170 incontri internazionali, 25 vertici multilaterali, 9 vertici bilaterali, 80 conferenze stampa, 66 consigli dei ministri 91 interventi e discorsi pubblici a braccio. Cosa avrei fatto se non fossi stato ammalato?".
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La notizia dell'energico e ottimo stato di salute del presidente del consiglio non può che farci piacere, naturalmente. Tuttavia, è necessario qualche ricordo. E' stata la moglie del premier, Veronica Lario, a dire: "Ho cercato di aiutare mio marito, ho implorato coloro che gli stanno accanto di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene. È stato tutto inutile" (Repubblica, 3 maggio). La signora si riferiva alla frequentazione delle minorenni, al vortice di giovani donne (secondo Veronica Lario, "figure di vergini che si offrono al drago per rincorrere il successo, la notorietà e la crescita economica") che rallegrava e rallegra le notti dell'"imperatore". La moglie del premier si riferiva alla sexual addiction che affligge il presidente del consiglio. Della satiriasi, Berlusconi non parla. Parlano per lui il "caso D'Addario" e le conversazioni (intercettate) con l'imprenditore Giampaolo Tarantini.
(6 novembre 2009)
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