La fronda di Fini contro Berlusconi continua. Ma il presidente della Camera ha chiaro di cosa si tratta? La questione cruciale è la giustizia, infatti, l’unica (oltre al monopolio televisivo) su cui Berlusconi non transiga. Una questione pre-politica, di quelle con risultato “a somma zero”, senza possibilità di compromessi vantaggiosi per entrambe le parti. Per dirla tutta e senza perifrasi, potrà concludersi solo con un “mors tua, vita mea”.
Si trattasse di una questione politica, come il testamento biologico, il voto agli immigrati, il federalismo fiscale, la “quadra” tanto cara a Bossi si potrebbe trovare.
Ma il rapporto tra politica e giustizia, attraverso la divisione dei poteri e il “governo limitato”, le democrazie liberali l’hanno risolta una volta per tutte due secoli e mezzo fa. In un modo che non si presta a equivoci: “La completa indipendenza delle corti di giustizia (dall’esecutivo e dal legislativo) è specificatamente essenziale… ed è loro dovere dichiarare nulli tutti gli atti contrari alla esplicita volontà della Costituzione” (Alexander Hamilton in “Federalist Paper” n.78, 1788).
La magistratura, indipendente, ha il dovere (non solo il diritto) di controllare i comportamenti dei politici, perché siano conformi alle leggi, e queste ultime perché siano conformi alla Costituzione. Ma la legge del “processo morto” (spacciato per “processo breve”) è stata voluta da Berlusconi con uno scopo preciso, unico e gridato ai quattro venti: Berlusconi non deve essere processato, per nessun reato, costi quel che costi.
Berlusconi deve essere cioè “legibus solutus”. Esattamente come i sovrani assoluti del Settecento.
Deve essere IMPUNITO per “volontà del popolo”. E poiché la incostituzionalità di un tale mostro giuridico è evidente, Berlusconi ha già spiegato che è pronto a cambiare la Costituzione. A renderla putiniana anche “di diritto”. Questa è la posta in gioco, allora.
Il suo programma, del resto, Berlusconi lo enunciò anni fa, per bocca di Previti: non faremo prigionieri. Vale anche per gli “alleati” che non siano pronti (e proni) ad essere servi e complici entusiasti. Insomma: o vince lo Stato di diritto, e la carriera politica di Berlusconi finisce, e dovrà difendersi NEI processi, e potrà essere assolto o condannato, o vince Berlusconi, e Fini non sarà più nulla, e più nulla resterà della democrazia liberale in Italia.
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