lunedì 30 novembre 2009

Noi dormiamo, il cervello no e il sonno aiuta la memoria


di PAM BELLUCK


LA scienza non ha mai dato molto credito alle affermazioni secondo cui per apprendere il francese o il cinese è sufficiente ascoltare una lezione su cd mentre si dorme. Secondo la maggior parte degli scienziati, se mai apprendimento dovesse esserci, la lezione di lingue probabilmente sveglierebbe colui che dorme, senza però far penetrare verbi e vocaboli in una mente profondamente addormentata. Un nuovo studio, però, incentrato su un metodo diverso di ascolto durante il sonno, permette di comprendere meglio in che modo funzioni un cervello addormentato.

Gli scienziati della Northwestern University hanno reso noto che trasmettere alcuni suoni specifici mentre si dorme è servito ad alcune persone che si sono sottoposte all'esperimento a ricordare meglio ciò che avevano studiato prima di addormentarsi, al punto che la memoria di tutti loro è risultata notevolmente migliorata.

La rivista Science ha pubblicato un articolo sullo studio nel corso del quale i ricercatori hanno insegnato ad alcuni soggetti a collocare una cinquantina di immagini al loro posto giusto su uno schermo. Ogni immagine era accompagnata da un suono particolare, per esempio un miagolio per l'immagine del gatto e un turbinio di pale per quella di un elicottero. Dodici soggetti hanno quindi fatto un sonnellino, durante il quale 25 dei suoni ascoltati in precedenza sono stati trasmessi insieme al rumore bianco. Quando si sono svegliati nessuno di loro si è reso conto di essere stato sottoposto a un simile concerto di suoni.

Nondimeno, quasi tutti hanno ricordato con maggiore precisione la disposizione sul computer delle immagini i cui suoni erano stati ritrasmessi mentre dormivano, mentre hanno incontrato qualche difficoltà in più per le restanti 25 immagini. "Siamo stati in grado di rievocare nelle persone informazioni specifiche su quello che avevano appreso", ha detto Ken A. Paller, neuroscienziato cognitivo della Northwestern, coautore dello studio. "L'idea è che durante il sonno il processo di consolidamento delle informazioni apprese continui e sia anzi un buon metodo per rafforzare i ricordi. Abbiamo dimostrato che si possono acquisire informazioni anche dormendo grazie all'apparato acustico e che si può rafforzarne il ricordo tramite suoni specifici a ciascuna fase dell'apprendimento".

Questo studio avalla la teoria secondo la quale il sonno permette al cervello di analizzare e consolidare i ricordi. Non tutti gli esperti sono rimasti colpiti dall'esito di questa ricerca. Robert P. Vertes, professore di neuroscienze alla Florida Atlantic University, ha detto che i risultati hanno evidenziato "un effetto talmente secondario da non essere nemmeno significativo".

Gli autori dello studio pensano che sicuramente varrà la pena proseguire questa ricerca, ma hanno altresì aggiunto che mentre era prevedibile che le persone sveglie avessero ricordi migliori grazie agli indizi sonori, lo studio è importante perché ha dimostrato che di fatto si potrebbe apprendere dormendo. I soggetti sottoposti alla ricerca hanno dormito per circa 90 minuti, un tempo sufficiente a sperimentare il sonno profondo o a onde corte, ma non il sonno Rem.

Alcuni scienziati credono che nel sonno a onde corte il cervello rafforzi i ricordi fattuali, mentre nel sonno Rem il cervello selezioni e organizzi i ricordi. Gli autori dello studio e altri esperti affermano che il contributo principale della loro ricerca consiste nell'aver aiutato a comprendere il processo di formazione e di consolidamento dei ricordi, sintetizzato da Walker in questi termini: "Soprattutto una cosa: quanto è importante farsi otto buone ore di sonno".

(27 novembre 2009)

Nessun commento: