domenica 8 novembre 2009

Prescrizione a misura di premier l'ultimo escamotage di Ghedini


di LIANA MILELLA


Da avvocato si è battuto per averla, da suggeritore e mente giuridica di Berlusconi la proporrà come ultima chance per salvare il suo cliente. È l'ultima trovata di Niccolò Ghedini per sciogliere il Cavaliere dai lacci dei processi milanesi, Mills, Mediaset e Mediatrade. Si può battezzare così: prescrizione del reato modello avvocati e imputati, fatta apposta per estinguere il delitto il più in fretta possibile, quindi brevissima.

Ecco il meccanismo: oggi il tempo entro cui un crimine non è più perseguibile penalmente si ferma ogni volta che il processo stesso subisce degli stop, delle sospensioni dovute alla richiesta delle parti. La Cirielli consente che il recupero non possa superare i 60 giorni. Un esempio: per il prossimo 16 novembre, a Milano, Ghedini ha annunciato che eccepirà un legittimo impedimento e dirà ai giudici del processo Mediaset, in fase di riavvio dopo il congelamento del lodo Alfano, che l'udienza non si può tenere in quanto Berlusconi è impegnato a Roma per un summit della Fao. L'udienza dovrà essere rifissata a discrezione del tribunale, ipotizziamo, dopo due settimane o un mese.

Con le attuali regole, la prescrizione si ferma, non corre per tutto il lasso di tempo compreso tra l'udienza saltata e quella successiva. Cosa propone Ghedini? Che essa si blocchi solo per il tempo dell'impegno, la giornata del vertice Fao nel nostro caso, visto che se il tribunale volesse, potrebbe anche fare udienza a 24 ore di distanza da quella saltata. E così, per tutte le sospensioni che il processo può subire, la prescrizione viene recuperata solo per il tempo pari alla durata dello stop. È evidente come ciò può avvantaggiare Berlusconi per via dei suoi impegni da premier e qualsiasi imputato che abbia avvocati agguerriti. Una regola graditissima ai penalisti, che per anni si sono battuti inutilmente per ottenerla, ma sono sempre stati sconfitti dalla Cassazione.

È una soluzione che Ghedini spenderebbe come il danno minore rispetto al quella ben più drastica, il taglio netto di un quarto della prescrizione per i reati sotto i dieci anni. Che la finiana Giulia Bongiorno ha rispedito al mittente con un giudizio netto ("Sarebbe un'amnistia mascherata") chiudendo spiragli alla trattativa. Ipotesi bocciata dal Quirinale, disponibile alla via del "processo breve", in cui le toghe, per ogni fase, non avrebbero più di due anni.

Nella lunga storia delle leggi ad berlusconem, non era ancora accaduto che fosse necessario tanto tempo prima di arrivare a un'intesa. Stavolta il braccio di ferro nella maggioranza è durissimo. E la questione di principio (non cancellare centinaia di processi per chiudere quelli del premier) s'intreccia con la partita delle regionali in cui la Lega pretende Veneto e Piemonte. Tant'è che ieri Bossi da un lato rivendicava le due regioni e dall'altro dichiarava "di essere disponibile a trattare con le opposizioni sulla giustizia".

Ma prima di guardare alle riforme costituzionali va superato lo scoglio dei processi del premier. Berlusconi ha cercato il consenso dell'Udc che resta guardingo. Dice Michele Vietti: "Non avalliamo colpi di mano e ci riserviamo di dissentire anche se è lo stesso Berlusconi che si assume la responsabilità politica della proposta. La disponibilità al confronto c'è, ma non quella a farci buggerare". Nessun "alibi" per interventi "parziali". Quale sarebbe quello sulla prescrizione se Ghedini non riesce a dargli veste di necessità generale.

Per questo, anche se il Guardasigilli Alfano nega che "il governo si occupi di prescrizione", in via Arenula soppesano l'impatto tra la soluzione hard (prescrizione tagliata di un quarto), quella soft (processo breve in sei anni), taglio dei tempi in caso di sospensioni. Quest'ultimo potrebbe essere il compromesso su misura per Berlusconi che, a forza di legittimi impedimenti suoi e dei suoi avvocati e ricalcolando quelli precedenti, chiuderebbe i suoi processi.


(8 novembre 2009)

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

L'AUSPICIO E' IL TRIBUNALE DI MILANO E GLI ALTRI GRADI DI GIUDIZIO SI CONCENTRINO, A LEGGE APPROVATA, SUI TRE PROCESSI DELL'INEFFABILE SILVIO, PER VANIFICARE LA PRESCRIZIONE SU MISURA.
VEDREMO.