lunedì 16 novembre 2009

Riforme, Fini alla maggioranza. "Regole non si fanno a proprio piacimento"


"La maggioranza non può fare le regole a proprio piacimento". Il presidente della Camera Gianfranco Fini interviene a Prato sul tema delle riforme ed invita la coalizione di governo a cercare una "condivisione" con l'opposizione nella modifica delle regole del gioco.

Una riscrittura delle regole, secondo Fini, deve essere ''quanto più possibile condivisa'' perché non deve accadere che ''ogni maggioranza modifica a proprio piacimento quelle che sono le regole del vivere civile''. ''Riscrivere le regole - ha insistito - deve necessariamente comportare l'impegno per una riscrittura che sia quanto più possibile condivisa perché le regole riguardano tutti, perché le istituzioni della Repubblica sono le istituzioni di ogni italiano''.

Infatti, secondo Fini, ''sarebbe certamente un momento difficile per il nostro Paese quello in cui dovesse affermarsi il principio che in una democrazia dell'alternanza ogni maggioranza modifica a proprio piacimento quelle che sono le regole del vivere civile, le regole che devono impegnare tutti gli italiani''.

Quanto poi al come realizzare le riforme, la terza carica dello Stato ha ricordato che ''è proprio la nostra Costituzione a indicare con chiarezza le modalità attraverso le qualiè possibile modificare la Costituzione: è certamente possibile farlo avvalendosi di maggioranze ordinarie, ma in quel caso si è sottoposti all'esame dell'unico soggetto che in una democrazia è sovrano, il corpo elettorale''. E, ha ricordato, ''l'esperienza recente deve insegnare a tutti che se vogliamo riforme condivise in grado di gettare solide basi di credibilità delle istituzioni per il prossimo futuro, non ci si deve stancare di cercare il confronto ed evidenziare positivamente quello che può unire mettendo in disparte o in secondo piano tutto ciò che può dividere''.

Venendo poi ad affrontare il tema delle riforme strutturali, Fini ha invitato a passare ''dalle parole ai fatti'' su temi importanti quali le infrastrutture, l'energia, le scarse opportunità per i giovani, auspicando anche in questo caso a un rapporto collaborativo tra le parti politiche perché ''il Paese non può continuare a dilaniarsi come in una perenne campagna elettorale''.

(16 novembre 2009)

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